La Costa del Conero ancora senza Area marina protetta: Legambiente attacca i sindaci

«Basta alibi. Le amministrazioni appoggino l’istituzione dell’AMP oppure si assumano la responsabilità di voler fermare la crescita sostenibile di questo territorio»

[11 Luglio 2019]

Ci dispiace dover constatare che i sindaci del territorio continuano a non cogliere l’opportunità e i vantaggi dell’Area Marina protetta della Costa del Conero e ne ostacolano la realizzazione. Risposta ai cambiamenti climatici, tutela della biodiversità, qualità ambientale, valorizzazione del territorio e turismo attivo e sostenibile sono elementi che fanno la differenza nel Conero e la consapevolezza nei confronti dell’AMP crescerebbe se i rappresentanti delle Istituzioni si assumessero la responsabilità di parlare di fatti concreti e non sviassero elencando altre “priorità” che nulla hanno a che vedere con l’Area Marina. Di fronte a questo scenario, perdere l’opportunità e i benefici che deriverebbero dall’istituzione dell’Area Marina Protetta ci sembra davvero insensato.

Ricordiamo che l’istituzione dell’Area marina protetta della Costa del Conero, prevista dalla Legge Quadro sulle Aree protette 394/91 e finanziata dalla Legge di stabilità del 2014insieme ad altre AMP (Capo Milazzo in Sicilia e Capo Testa-Punta Falcone in Sardegna) già istituite, ha un’importante dotazione finanziaria per realizzare gli studi di base e una prima gestione, ma rimane ancora incomprensibilmente al palo.

Nell’Area Marina Protetta, che contemplerebbe al suo interno anche i siti marino-costieri della rete Natura 2000, infatti, sarebbero in vigore una normativa a tutela di habitat e specie e una regolamentazione e gestione delle attività di pesca già attualmente vigenti più coerenti con la tutela del patrimonio naturalistico del promontorio e della costa del Conero. L’AMP del Conero rappresenterebbe un modello di gestione virtuosa del territorio per rispondere anche ai problemi dei cambiamenti climatici, di cui abbiamo visto la violenza proprio in questi giorni. Inoltre potrebbe costituire un valore aggiunto per il nostro territorio, favorendo flussi turistici consapevoli e rispettosi dell’ambiente, senza compromettere le attività di pesca che, anzi, potrebbero beneficiarne.

Pochi giorni fa, inoltre, proprio a sostegno dell’Istituzione dell’Area Marina Protetta del Conero, a bordo della Goletta Verde di Legambiente sono intervenute molte categorie sociali, tra cui: Lega Pesca Coop Marche, Slow Food Ancona e Conero, l’Università Politecnica delle Marche e il Parco regionale del Conero. A queste manifestazioni favorevoli si contrappongono, senza motivarne le ragioni, i sindaci, che continuano a parlare dei massimi sistemi senza scendere nel dettaglio del confronto sul merito. Parlano, impropriamente, di carrozzone burocratico, quando in realtà l’AMP sarebbe affidata in gestione da parte del Ministero dell’Ambiente al Parco regionale gestito dagli stessi sindaci. Sostengono che l’AMP porterebbe vincoli stringenti, ma in realtà la proposta di zonizzazione di cui si era discusso non prevede nemmeno un’area A di riserva integrale e include le regole attualmente vigenti per i siti natura 2000. Vorremmo sapere se i sindaci sono interessati ad affrontare un confronto nel merito delle questioni o se preferiscono assecondare parti minoritarie e interessi di parte che non vogliono regole nella fruizione del mare. Per superare lo stallo in cui si trova il percorso istitutivo dell’AMP chiediamo innanzitutto alla Regione di far rispettare una legge del Parlamento che stabilisce la nascita dell’AMP della Costa del Conero e ci appelliamo ai deputati locali che fanno parte della maggioranza di Governo affinché si attivino col ministro dell’Ambiente Sergio Costa per chiedere un’accelerazione dell’iter istitutivo. Non è concepibile che ci siano rappresentanti delle istituzioni locali che, senza una ragione di merito, impediscano il rispetto di una legge dello Stato che prevede la nascita di un’area protetta, ovvero di un beneficio per l’intera collettività.

Per questo ci auguriamo che, al più presto, si possano superare i pregiudizi di Istituzioni e cittadini riguardo l’istituzione dell’AMP e si possa cominciare a ragionare con maggiore lucidità per concretizzare un modello di gestione innovativo, in grado di tenere insieme terra e mare, e capace di guardare alle reali esigenze dell’ambiente e del territorio, dei cittadini e operatori locali turistici.

Francesca Pulcini, presidente Legambiente Marche

Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità Legambiente