La Foca monaca di Capraia e l’Area marina protetta dell’Arcipelago Toscano che aspetta da 38 anni

Legambiente: «Magnifica notizia. Ora governo e Comuni attuino le leggi italiane e le Direttive Ue»

[26 Giugno 2020]

L’autorevole conferma da parte dell’Ispra che la foca monaca ha fatto ritorno a Capraia e nell’Arcipelago Toscano – dove era stata sterminata negli anni ’50 e ’60, ma dove alcuni esemplari avevano resistito fino agli anni ’70 e forse ’90 – è un’ottima notizia per il Santuario internazionale di Mammiferi Marini Pelagos, Per il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e per Capraia, che quest’anno ha per la prima volta ottenuto le 5 Vele di Legambiente e Touring Club proprio grazie all’istituzione dell’Area marina protetta che, dal lontanissimo 1982, aspetta di essere istituita anche nelle altre isole dell’Arcipelago.

Una notizia eccezionale che ha avuto la sua definitiva conferma proprio nel giorno in cui il nuovo rapporto “Marine Messages II” dell’European environment agency (Eea) evidenzia che «Le attuali condizioni dei mari europei sono generalmente scarse» e  «Di fronte alle crescenti minacce poste dallo sfruttamento eccessivo delle risorse marine, dall’inquinamento e dai cambiamenti climatici, sono necessarie azioni urgenti per riportare i mari europei in buone condizioni» e che «Per raggiungere questo obiettivo, le pressioni sugli ecosistemi marini devono essere ridotte. Con l’ambizione di proteggere il 30% dei mari d’Europa e di metterne il 10% sotto “protezione rigorosa”, la nuova strategia dell’Ue sulla biodiversità per il 2030 apporta un nuovo impulso per ridurre tali pressioni». Mentre la Commissione europea nel suo La Commissione europea ieri ha adottato il rapporto “Implementation of the Marine Strategy Framework Directive (Directive 2008/56/EC)”  che conferma l’intenzione di tutelare il 30% dei mari europei per preservarne la biodiversità marina e gli habitat, senza i quali la blue economy, turismo compreso, non potrà svilupparsi.

«Il ritorno della foca monaca a Capraia – dice Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità  di Legambiente – dimostra che l’istituzione di un’Area marina protetta gestita con la collaborazione della popolazione e degli operatori turistici ed economici come a Capraia, riesca in pochi anni a far rinascere la vita marina, fino ad attirare un predatore al vertice e il più raro mammifero marino del Mediterraneo. Dispiace che tutto questo sia stato messo a rischio dallo sconsiderato gesto di chi si è infilato con la propria imbarcazione per il trasporto dei turisti nella grotta frequentata dalla foca e bene ha fatto il Parco Nazionale a inasprire le misure di tutela per tutelare la tranquillità di un animale raro e prezioso. Ma la foca parla anche al Ministro dell’Ambiente e ai riottosi sindaci dell’Arcipelago e dice loro che è l’ora di porre fine al vero e proprio scandalo internazionale di un’Area marina protetta che aspetta di essere istituita “solo” da 38 anni. Dopo aver disatteso gli impegni presi a livello europeo e internazionale sulla protezione del mare – a partire dall’istituzione delle Aree marine previste dalle leggi vigenti – l’Italia ora non può disattendere la Direttiva Ue sulla biodiversità e le amministrazioni locali non possono far finta di avere anche loro obblighi in questo senso, Il ministro dell’Ambiente riavvii subito l’iter per l’istituzione dell’Area marina protetta dell’Arcipelago Toscano».

Ma la foca monaca non è l’unico visitatore del mare delle isole dell’Arcipelago Toscano: in questi giorni all’Isola d’Elba si moltiplicano gli avvistamenti delle grandi balenottere comuni e i volontari di Legambiente che all’alba pattugliano le spiagge hanno già trovato segni di tentativi di nidificazione delle tartarughe marine Caretta caretta – che hanno nidificato a Marina di Campo nel 2017 e a Straccoligno nel 2018 –  delfini vengono segnalati un po’ ovunque nelle isole, da Giannutri a Gorgona.

«La meravigliosa foca monaca di Capraia ci dice che il nostro è un mare ancora in salute, ma in difficoltà – conclude Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana – che va difeso dai bracconieri, dagli inquinatori e da chi vuole continuare a sfruttarne le risorse senza criterio. Ci dice che il mare dell’Arcipelago Toscano va difeso per salvaguardare e valorizzare la piccola pesca costiera e un turismo attento all’ambiente, resiliente, che è il turismo del futuro e senza il quale le isole rischiano di non avere futuro. L’area marina protetta, come dimostrato proprio da Capraia che fu la roccaforte degli antiparco, trasforma i vincoli in tutela attiva e occasioni di nuova economia, consegna la gestione del mare a chi ci vive e lavora, per questo è arrivato il momento di istituire finalmente l’Area marina protetta dell’Arcipelago Toscano, di sanare un lunghissimo scandalo politico e amministrativo che non fa onore a chi amministra le nostre Isole e all’Italia. Per questo chiediamo a tutti di firmare su change.org la petizione “Area Marina Protetta Arcipelago Toscano: un mare di opportunità” che ha già raggiunto le 5.500 firme».