La vaquita sempre più vicina all’estinzione. Sea Shepherd: una delle ultime rimaste è morta in una rete (VIDEO)

Restano solo 9 dei cetacei più rari e piccoli del mondo?

[20 Marzo 2019]

Secondo gli ultimi censimenti realizzati dagli scienziati cdel Comité Internacional para la Recuperación de la Vaquita, le vaquita (Phocoena sinus), il cetaceo più piccolo e in pericolo del mondo, erano ormai ridotte a solo 10 esemplari (si pensava fossero almeno 50) ma ora potrebbero esserne rimaste solo 9. Infatti, Sea Shepherd ha comunicato di aver trovato «una vaquita intrappolata in una rete all’interno del Santuario della Vaquita, comprovando che le reti da posta illegali sono la più grande minaccia per questo piccolo cetaceo».

Gli ambientalisti spiegano che «La mattina del 12 marzo 2019 le navi di Sea Shepherd M/V Farley Mowat e M/V Sharpie erano impegnate in un pattugliamento di routine nel Santuario della Vaquita, alla ricerca di eventuali reti da posta illegali, quando hanno individuato un obiettivo. In quel momento, a causa delle condizioni del mare sfavorevoli, la rimozione della rete non è stata possibile.  Come da procedure abituali, l’equipaggio di Sea Shepherd ha registrato la posizione ed è tornato per la rimozione della rete illegale non appena le condizioni marine lo hanno permesso. L’equipaggio della M/V Farley Mowat ha iniziato quindi la rimozione della rete da posta illegale alle 3.00 del pomeriggio. C’erano degli animali marini intrappolati nella rete e, mentre la stessa veniva issata a bordo, i volontari hanno trovato un animale di colore bianco, non identificato, che qualcuno pensava potesse essere un pesce totoaba. Il totoaba è il vero obiettivo delle reti da posta illegali che stanno minacciando di estinzione, ormai imminente, la  focena vaquita. I due animali sono di dimensioni simili, entrambi endemici della parte alta del Golfo di California ed entrambi gravemente minacciati. La somiglianza per dimensione e per l’habitat in cui vivono, fa sì che le reti da posta – piazzate per catturare i totoaba – siano perfette trappole mortali per le ultime vaquita rimaste sulla terra. I totoaba vengono catturati per rifornire  un mercato nero molto redditizio con le loro vesciche natatorie, che vengono vendute come “zuppa medicinale” in Asia. Questo pesce minacciato viene ucciso per prelevare solamente meno del 5% del suo corpo. Il resto viene buttato e lasciato a decomporsi».

Ma durante le operazioni di recupero della rete a bordo della nave di Sea Shepherd, il “pesce” non identificato è caduto in mare e Sea Shepherd ha v fatto involare un drone nel tentativo di identificare la specie prima che venisse trascinato via dalla corrente.

Il team ambientalsta sottolinea che «L’animale era troppo decomposto, mancavano sia la pinna caudale che la testa, ma i membri dell’equipaggio ritenevano che assomigliasse a una vaquita. Il Capitano Octavio Carranza ha quindi deciso di far uscire il gommone con a bordo la biologa Laura Sanchez, in un ulteriore tentativo di identificare l’animale».

Anche la biologa Laura Sánchez conferma che «Lo stato di decomposizione del corpo del cetaceo era troppo avanzato per poterci permettere di identificarlo. L’assenza del cranio ha ulteriormente complicato la situazione».

Dopo aver inviato fotografie agli esperti di mammiferi marini e ai suoi consulenti scientifici,  Sea Shepherd, èriuscita a determinare che «La morfologia e la lunghezza dell’esemplare combacino con quelle della focena vaquita.  Analisi del DNA saranno necessarie per avere la conferma dell’identità della specie».

Sea Shepherd ha trasportato il potenziale corpo della vaquita a San Felipe, consegnandolo alle autorità messicane per l’identificazione con le quali collabora  per garantire che vengano intraprese urgenti misure per proteggere la vaquita.

Gli ambientalisti ricordano che «Recentemente girava voce  nella zona più alta del Golfo di California che le reti da posta non fossero una minaccia per la vaquita ed altri cetacei, istigando richieste al governo messicano. Sea Shepherd è presente nella parte alta del Golfo di California dal 2015 nell’ambito di Operation Milagro. All’epoca l’equipaggio documentò l’impigliamento di 36 mammiferi marini nelle reti da posta illegali. Nove di loro erano cetacei e fu possibile salvarne solo uno, un giovane esemplare di megattera, agli inizi del 2016».

Malgrado Sea Shepherd abbia trovato numerosi corpi di vaquita, la cui morte è stata confermata dai biologi essere provocata da impigliamento nelle reti, questa è la prima volta che ne è stata trovata una intrappolata in una rete da posta.

Il direttore delle operazione marine di Sea Shepherd, Locky Maclean. Conclude: «Se ci fossero state ancora delle riserve sul grave pericolo causato dalle reti da posta alle vaquita e ad altri cetacei, malgrado l’ampia quantità di prove fornite in precedenza, questo episodio non lascia assolutamente spazio a ulteriori dubbi».

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