Le leggi per la qualità dell’aria fanno bene all’avifauna

Il Clean Air Act Usa, riducendo l’inquinamento da ozono, ha salvato 1,5 miliardi di uccelli negli ultimi 40 anni

[4 Dicembre 2020]

Secondo lo studio  “Conservation Co-Benefits from Air Pollution Regulation: Evidence from Birds”, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) da un  team di ricercatori della Cornell University e dell’università dell’Oregon, «Le normative statunitensi sull’inquinamento intese a proteggere gli esseri umani dall’aria sporca stanno anche salvando gli uccelli».

Infatti, gli autori dello studio hanno scoperto che «Il miglioramento della qualità dell’aria nell’ambito di un programma federale per ridurre l’inquinamento da ozono potrebbe aver evitato la perdita di 1,5 miliardi di uccelli negli ultimi 40 anni».  Si tratta di quasi il 20% dell’avifauna negli Stati Uniti.

Il principale autore dello studio, Ivan Rudik, e Ruth e William Morgan della Charles H. Dyson School of Applied Economics and Management della Cornell University, spiegano che «La nostra ricerca dimostra che i vantaggi della regolamentazione ambientale sono stati probabilmente sottostimati. La riduzione dell’inquinamento ha impatti positivi in ​​luoghi inaspettati e fornisce una leva politica aggiuntiva per gli sforzi di conservazione».
L’ozono è un gas che si trova in natura e che è anche prodotto dalle attività antropiche, comprese le centrali elettriche e le auto. Può essere buono o cattivo. Lo strato di ozono nell’alta atmosfera protegge il Terra dai dannosi raggi ultravioletti del Sole. Ma l’ozono troposferico è pericoloso ed è il principale inquinante dello smog.
Per esaminare la relazione tra l’abbondanza di uccelli e l’inquinamento atmosferico, i ricercatori hanno utilizzato modelli che combinavano il birdwatching del programma eBird del Cornell Lab of Ornithology con i dati sull’inquinamento a livello del suolo e le normative esistenti. Hanno monitorato i cambiamenti mensili nell’abbondanza degli uccelli, nella qualità dell’aria e nello stato dell’attuazione della regolamentazione del  Clean Air Act per 3.214 contee degli Stati Uniti nell’arco di 15 anni. Il team si è concentrato sul NOx (ossido di azoto) Budget Trading Program  che è stato attuato dall’Environmental protection agency Usa (Epa)  per proteggere la salute umana limitando le emissioni estive dei precursori dell’ozono dalle grandi fonti industriali.

I risultati dello studio suggeriscono che «L’inquinamento da ozono è più dannoso per i piccoli uccelli migratori (come passeri, parulidi e fringuelli) che costituiscono l’86% di tutte le specie di uccelli terrestri nordamericani. L’inquinamento da ozono danneggia direttamente gli uccelli danneggiando il loro sistema respiratorio e colpisce indirettamente gli uccelli danneggiando le loro fonti di cibo.

Una delle autrici dello studio studio Amanda Rodewald  del Department of natural resources and the environment e direttrice del Center for avian population studies al Cornell Lab of Ornithology, sottolinea che «Non solo l’ozono può causare danni fisici diretti agli uccelli, ma può anche compromettere la salute delle piante e ridurre il numero di insetti che gli uccelli consumano. Non sorprende che gli uccelli che non possono accedere a habitat o risorse alimentari di alta qualità abbiano meno probabilità di sopravvivere o riprodursi con successo. La buona notizia qui è che le politiche ambientali intese a proteggere la salute umana restituiscono importanti benefici anche agli uccelli».

Nel 2019, lo studio “Decline of the North American avifauna”, pubblicato su science da un team di ricercatori statunitensi e canadesi guidato dal Cornell Lab of Ornithology aveva dimostrato che, dal 1970,  le popolazioni di uccelli del Nord America sono diminuite di quasi 3 miliardi di individui. Questo nuovo studio mostra che senza i regolamenti e gli sforzi di riduzione dell’ozono attuati grazie al Clean Air Act, ci sarebbe stata un’ulteriore perdita di 1,5 miliardi di uccelli.
Un’altra autrice dello studio, Catherine Kling della Catherine Kling della Charles H. Dyson School of Applied Economics and Management e direttrice di facoltà all’Atkinson Center for Sustainability alla Cornell University, conclude: «Questa è la prima prova su larga scala che l’ozono è associato al calo dell’abbondanza di uccelli negli Stati Uniti e che le normative tese a salvare vite umane apportano anche significativi vantaggi di conservazione per gli uccelli. Questo lavoro contribuisce alla nostra sempre maggiore comprensione della connessione tra salute ambientale e salute umana».