Le specie di anguille elettriche sono tre e non una sola (VIDEO)

Documentata la più potente scossa elettrica prodotta biologicamente. Studio che rafforza la necessità di preservare biodiversità ell’Amazzonia

[13 Settembre 2019]

I fiumi sudamericani ospitano almeno tre diverse specie di anguille elettriche, tra le quali una nuova specie identificata che è in grado di produrre la più elevata scarica elettrica conosciuta nel mondo animale. A rivelarlo è lo studio “Unexpected species diversity in electric eels with a description of the strongest living bioelectricity generator”, pubblicato su Nature Communications da un folto team internazionale di ricercatori, frutto di una ricerca svolta negli ultimi anni su 107 specie pesci che vivono nei fiumi di Brasile, Guyana francese, Guyana e Suriname finanziata da Global Genome Initiative della Smitsonian,  São Paulo Research Foundation, Instituto Chico Mendes de Conservação da Biodiversidade e National Geographic.

Al National Museum of Natural History della Smithsonian Institution che ha guidato lo studio, spiegano che «Gli scienziati sanno da più di 250 anni che le anguille elettriche, che inviano elettricità pulsando nell’acqua per stordire le loro prede, vivono nel bacino amazzonico. Sono ampiamente distribuite in paludi, ruscelli, insenature e fiumi nel nord del Sud America e si pensava da tempo che appartenessero a una singola specie».  Ma, grazie alle moderne analisi genetiche ed ecologiche, i ricercatori dello Smithsonian hanno scoperto che «Le anguille elettriche nel bacino amazzonico appartengono a tre diverse specie che si sono evolute da un antenato condiviso milioni di anni fa».

Il principale autore dello studio, C. David de Santana della Division of fishes del Department of vertebrate zoology del National Museum of Natural History, sottolinea che «L’identificazione di due nuove specie di anguille elettriche evidenzia quanto resta ancora da scoprire nella foresta pluviale amazzonica – uno dei hotspot della biodiversità della Terra – e l’importanza di proteggere e preservare questo ambiente minacciato. Questi pesci crescono fino a diventare lunghi dai 2 metri ai 2,5 metri. Sono davvero visibili. Se, dopo 250 anni di esplorazione scientifica, si riesce a scoprire un nuovo pesce lungo 2 metri e mezzo, si può immaginare cosa resta da scoprire in quella regione?»

In Sudamerica vivono circa 250 specie di pesci che producono elettricità, anche se  le anguille elettriche (che in realtà sono pesci che hanno solo un aspetto simile a quello delle nostre anguille) sono le uniche che utilizzano la loro elettricità sia per cacciare che per autodifesa. Come altri pesci elettrici, si orientano e comunicano anche con l’elettricità che producono. Le anguille elettriche hanno ispirato la progettazione della prima batteria nel 1799 e, dato che i ricercatori hanno imparato molte cose su come generano abbastanza elettricità da stordire un grosso animale, scienziati e ingegneri hanno acquisito nuove idee su come migliorare la tecnologia e possibilmente anche curare delle malattie.

Per studiare la biodiversità delle anguille e di altri pesci elettrici in Sud America, gli scienziati della Smithsonian hanno collaborato con ricercatori brasiliani e di  altre istituzioni scientifiche di tutto il mondo e de Santana, all’interno di questo lavoro, ha esaminato attentamente gli esemplari di anguilla elettrica che lui e i suoi colleghi avevano raccolto in Amazzonia negli ultimi 6 anni e che, a prima vista, sembravano praticamente uguali. Non trovando nei pesci caratteristiche esterne che li distinguessero chiaramente in diversi gruppi, de Santana ha provato con il  DNA ed è così che ha trovato differenze genetiche che indicavano che i suoi 107 esemplari  di anguille elettriche in realtà appartengono a tre diverse specie. Riesaminando gli animali con in mano i risultati genetici, il ricercatore della Smithsonian ha scoperto sottili differenze fisiche corrispondenti ai tre gruppi genetici ed ha quindi determinato che ogni specie ha una sua forma unica del cranio, oltre a definire le caratteristiche altre caratteristiche che riguardano la pinna pettorale e una disposizione distintiva dei pori sul corpo.

Inoltre, ogni specie ha anche una propria distribuzione geografica: Electrophorus electricus, finora ritenuta l’unica specie esistente di anguilla elettrica,  sembra in realtà confinata negli altopiani del Guiana Shield, un’antica formazione geologica le cui acque limpide precipitano in rapide e cascate. Electrophorus voltai, una delle due specie appena scoperte, vive soprattutto più, Brazilian Shield, una regione montuosa simile al Guiana Shield. La terza specie, Electrophorus varii, che prende il nome dal defunto ittiologo dello Smithsonian Richard Vari, vive invece in acque torbide e pianeggianti.

Sulla base di confronti genetici, de Santana e i suoi colleghi hanno determinato che «Circa 7,1 milioni di anni fa hanno iniziato ad evolversi in Sud America due gruppi di anguille elettriche. Uno, l’antenato comune di E. voltai ed E. electricus, viveva nelle limpide acque degli antichi altopiani, mentre E. varii viveva nelle pianure, le cui acque torbide erano piene di minerali e, di conseguenza, conducevano l’elettricità in modo più efficiente: una distinzione apparentemente importante per le anguille elettriche, la cui scarica non viaggia molto in ambienti in cui la conducibilità è bassa».

Secondo lo studio, «E. voltai ed E. electricus  si sono divisi circa 3,6 milioni di anni fa, all’epoca in cui il Rio delle Amazzoni cambiò rotta, attraversando il continente e le regioni degli altopiani».

Il team di de Santana ha scoperto anche che «E. voltai può scaricare fino a 860 Volt di elettricità, significativamente più dei 650 Volt generati da E. electricus, questo rende la specie il più potente generatore bioelettrico noto e può essere un adattamento alla bassa conduttività delle acque degli altopiani».

De Santana conclude: «La biodiversità precedentemente trascurata che il mio team ha scoperto è entusiasmante poiché crea nuove opportunità per indagare, sequenziando e confrontando i loro genomi, su come gli animali generano elettricità ad alta tensione. Poiché le tre specie di anguille elettriche si sono discostate l’una dall’altra molto tempo fa, potrebbero aver sviluppato sistemi unici per l’elettrogenesi e, nel caso di E. voltai, questo sistema è del tutto inesplorato. Potrebbe in realtà avere diversi enzimi, diversi composti che potrebbero essere utilizzati in medicina o ispirare nuove tecnologie».

 

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  • It’s True: Electric Eels Can Leap From the Water to Attack | National Geographic