Lipu: lasciate cantare l’allodola, fermare la caccia alla messaggera dell’alba

Petizione a Renzi: un Decreto che cancelli l'Allodola dall'elenco delle specie cacciabili

[12 Luglio 2016]

Secondo la Lipu BirdLife Italia, le allodole rischiano di scomparire. In Europa sono già diminuite del 50%. Ogni anno in Italia ne vengono uccise quasi 2 milioni, abbattute con cartucce più grandi di loro. Una strage che aggrava la situazione, già drammatica, che l’allodola vive a causa di un’agricoltura intensiva e sempre più inquinata, che la sta privando degli ambienti riproduttivi e delle aree in cui svernare che sta privando la specie degli ambienti riproduttivi e delle aree in cui svernare. «La sta privando di un rifugio, di una casa – dicono gli ambientalisti –  E così, il canto delizioso dell’allodola si sta trasformando in un grido di dolore, in una richiesta di aiuto».

Per far comprendere quel che potremmo perdere con la scomparsa o l’ulteriore rarefazione dell’allodola, la Lipu fa anche una storia culturale di questo piccolo volatile. L’allodola (Alauda arvensis), uccello delle campagne, vivace e riconoscibile per la sua voce cristallina. canta quando spicca il volo verso l’alto, canta alle prime luci dell’alba, ed è proprio questa caratteristica quasi magica ad ad aver affascinato a sempre l’uomo che le ha dedicato leggende, favole e poemi. Da sempre il canto dell’allodola ispira poeti, scrittori, musicisti. Shakespeare la chiamava “La messaggera dell’alba

«Nella mitologia nordica  – spiega la Lipu – l’allodola è custode dei campi e spirito del grano. Questo racconta già molto del suo rapporto strettissimo con la terra e l’agricoltura. Gli antichi erano affascinati dal suo volo rapido e ascensionale e per questo la credevano messaggera degli dei, capace di unire terra e cielo, simbolo dell’immortalità dell’anima. Anche gli antichi testi indiani indicano l’allodola come esempio di saggezza e spiritualità. Allodola in sanscrito si dice bharadvaja che significa “colui che canta” ed è anche il nome di uno dei saggi del Mahabharata, che secondo la leggenda fu nutrito proprio da questo piccolo uccello. Racconta Plutarco che l’isola di Lemno fu messa in ginocchio da un’invasione di locuste, molto pericolose per i raccolti e portatrici di carestie. Furono allora le allodole a salvare gli uomini mangiando le uova degli insetti. Per questo le allodole diventeranno uno dei simboli del bene che sconfigge il male e, in periodo medievale, simbolo sia di Cristo che sale in cielo, sia del bravo monaco che si eleva sugli altri grazie alla pazienza e alla preghiera». Secondo una leggenda raccontata da San Bonaventura di Bagnoregio, alla morte di San Francesco «centinaia di allodole volarono sopra la sua casa, nonostante fosse notte inoltrata, per ricambiarlo dell’affetto ricevuto».

Ma sono soprattutto i grandi poeti e scrittori ad essersi innamorati dell’allodola e del suo canto. Nella Divina Commedia, nel Paradiso, Dante Alighieri descrive bene il comportamento: «Quale allodoletta che’n aere si spazia prima cantando, e poi tace contenta dell’ultima dolcezza che la sazia, tal mi sembiò l’imago della ‘mprenta».  Percy Bysshe Shelley le ha dedicato il poema To a skylark: «Salute a te, o spirito di gioia! / Tu che non fosti mai uccello, e dall’alto / del cielo, o vicino, rovesci / la piena del tuo cuore in generose / melodie di un’arte non premeditata. / Sempre più in alto, in alto ti vedo / guizzare dalla terra , una nube di fuoco, / e percorri con l’ali l’infinito azzurro, / ti levi nell’aria cantando, /e librandoti alta ancora canta». Charles Baudelaire ha scritto: «Felice chi può con un colpo d’ala vigoroso slanciarsi verso campi luminosi e sereni; colui i cui pensieri, come allodole, verso i cieli al mattino spiccano un volo – che plana sulla vita e comprende senza sforzo il linguaggio dei fiori e delle cose mute». Ma è sicuramente William Shakespeare il poeta più nnamorato dell’allodola, tanto da dedicarle uno dei passi più emozionanti di Romeo e Giulietta: «Vuoi già andar via? Il giorno è ancora lontano. È stato l’usignolo, non l’allodola, che ha colpito l’incavo del tuo orecchio timoroso. Canta ogni notte, laggiù, su quell’albero di melograno. Credimi, amore, era l’usignolo». «No, cara Giulietta, era l’allodola, la messaggera dell’alba».

Ma il tempo dei poeti sembra finito e la Lipu sottolinea che «Purtroppo l’allodola è molto “amata” anche dai cacciatori, che ne uccidono a centinaia di migliaia». Secondo l’associazione che difende l’avifauna, «Il divieto di caccia all’allodola non può più aspettare!»  e per questo ha lanciato la petizione “Diamo un aiuto assieme, alla messaggera dell’alba. Salviamo l’allodola” indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri italiano, Matteo Renzi, nella quale si legge: «Signor Presidente, l’Allodola è uno degli ultimi piccoli uccelli cacciati in Italia. Ogni anno, nel nostro Paese, quasi 2 milioni di allodole vengono abbattute legalmente (il 73% degli abbattimenti legali di tutta l’Unione europea) mettendo a serio rischio una specie già in grande sofferenza per problemi di habitat naturale. Per porre freno a questa grave situazione e salvare l’Allodola, Le chiediamo
un Decreto che cancelli l’Allodola dall’elenco delle specie cacciabili di cui all’articolo 18 della legge 157/1992 e promuova una più adeguata tutela di questa preziosa e delicata specie».

La Lipu conclude annunciando: «Chiederemo anche alle regioni di escludere l’allodola dai calendari venatori. Infine chiederemo all’Ispra (l’autorità scientifica nazionale) di dare parere negativo per la cacciabilità della specie e alla Commissione europea di prendere a cuore il problema, intervenendo sull’Italia».