Lo squalo bianco di Lampedusa e il mako di Catania: una buona notizia per il mare (VIDEO)

Wwf: «Squali, da predatori a vittime: da salvare»

[26 Maggio 2020]

Il 23 maggio un esemplare di squalo bianco (Carcharodon carcharias) è stato avvistato, e filmato da un pescatore, nelle acque di Lampedusa. I biologi del i biologi di Wwf Sub  ricordano che «Sebbene questa specie sia di solito associata alle coste oceaniche, vederla nel Mediterraneo è in realtà normale, ma è sempre più raro. Nel nostro bacino, infatti, lo squalo bianco è classificato come CR (Critically Endengared) dalla Iucn. La sub-popolazione di squalo bianco del Mediterraneo è geneticamente isolata (e quindi distinta dalla popolazione dell’Atlantico) e in passato – così come ancora adesso – è andata incontro a un disastroso declino: circa l’80% negli ultimi 69 anni. Le cause del declino? Catture accidentali negli attrezzi da pesca e persecuzioni per la sua negativa reputazione, nata dal rapporto conflittuale di questa specie con l’uomo. Gli squali bianchi sono infatti accusati non solo di attacchi all’uomo, ma anche di danneggiare gli attrezzi da pesca e cibarsi del pesce abboccato agli ami.  In aggiunta a questo triste declino, attualmente mancano adeguate misure di protezione per questa specie, il cui futuro è quindi a rischio.  Questa specie, a livello globale, non se la passa certo meglio. Classificata come VU (Vulnerable) dalla Iucn, è pescata per il commercio delle pinne di squalo – che uccide fino a 73 milioni di squali all’anno».

Sempre il 23 maggio un peschereccio ha catturato accidentalmente uno squalo Mako (Isurus oxyrinchus)  di circa 4 metri con un rete a circuizione per i piccoli pelagici. Lo squalo è stato sbarcato nel porto di Ognina, Catania. MA al Wwf Sub sottolineano però che «Nel Mediterraneo la cattura, la detenzione a bordo e lo sbarco di questa specie è illegale. Nel Mediterraneo, lo squalo mako è classificato CR (Critically Endangered) dalla IUCN, e il trend della popolazione è attualmente in declino. Nel nostro bacino, lo squalo mako – come altre specie di squalo – ha subito un drastico declino nel corso del tempo, e in diverse parti del suo range. Una delle principali ragioni è la cattura accidentale, soprattutto nella pesca del tonno e del pesce spada. La maggior parte di queste catture accidentali, inoltre, riguarda esemplari giovani che, in alcuni casi, potrebbero non essersi ancora riprodotti. Nel Mediterraneo occidentale, infatti, sembrerebbe esserci una nursery di questa specie – e la cattura di esemplari giovani potrebbe proprio confermare questa ipotesi.  Nel corso del tempo, si sono anche registrate sospette estinzioni locali di questa specie come, per esempio, nel Mar Adriatico, dove questa specie non è stata più avvistata dagli anni ’70. Ciononostante, al momento mancano efficaci misure di gestione dello squalo mako e delle sue catture accidentali. La pressione della pesca potrebbe quindi non diminuire, o perfino aumentare».

Secondo il Wwf, «L’avvistamento o la cattura di squali nelle acque siciliane ha riproposto il tema della conservazione di questi predatori, cruciali per il loro ruolo ecologico perché posti al vertice della piramide alimentare. Animali che purtroppo scontano anche gli effetti di una cattiva e immeritata fama».

Nel Mediterraneo vivono 47 specie di squali e più della metà di queste sono gravemente minacciate da pesca eccessiva, gestione inefficace della pesca, mancata applicazione delle regole, insufficienti controlli nei mercati e dalla mancanza di informazioni sul loro conto.
Per colmare questa lacuna il Wwf sta collaborando ad un progetto per il monitoraggio degli squali. Durante l’estate 2019 alcune verdesche (Prionace glauca) sono state catturate accidentalmente durante la pesca al pesce spada. I ricercatori hanno marcato 4 individui con un dispositivo satellitare chiamato tag, per testare le loro probabilità di sopravvivenza, e li hanno rilasciati in mare con supporto dei pescatori. Ora il Wwf rivela che «Dei quattro squali “taggati”, tre sono sopravvissuti, compiendo nelle prime settimane migrazioni dai 200 agli oltre 500 km. Ad agosto 2020 è prevista una nuova campagna di tagging in cui verranno marcati altri 10 individu»i.
Il Wwf inoltre «si batte da sempre per una pesca sostenibile e selettiva, denunciando il bycatch e l’orribile pratica del finning, il taglio delle pinne degli squali ancora vivi, poi ributtati agonizzanti in mare. Senza dimenticare le frodi alimentari, che spesso ci offrono la carne di squalo vendendocela come pesce spada».

Videogallery

  • Squalo bianco a Lampedusa

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    Pubblicato da Gianmarco Balzano su Sabato 23 maggio 2020

  • Uno squalo Mako di quasi quattro metri pescato al largo di Catania