Lo strano caso della leonessa che ha adottato il cucciolo del nemico leopardo (FOTOGALLERY)

Finora erano stati documentati solo altri due casi di adozione di interspecie e mai tra animali che competono fortemente per le risorse in natura

[4 Marzo 2020]

Lo studio “Spots and manes: the curious case of foster care between two competing felids” pubblicato su Ecosphere Naturalist da un team di ricercatori indiani e statunitensi è in realtà il racconto di una storia “impossibile”: nel dicembre 2018, i ricercatori del Gir National Park, in India, si sono imbattuti in una leonessa asiatica (Panthera leo persica) che sembrava aver un piccolo di leopardo (Panthera pardus fusca) come se fosse uno dei suoi cuccioli. In seguito i ricercatori avevano visto la leonessa allattare il cucciolo maschio di circa due mesi e il piccolo di leopardo si era nutrito delle prede uccise dalla strana madre adottiva e aveva giocato con i suoi due figli biologici, che avevano circa la stessa età del leopardo ma erano più grossi.

Questo raro caso di cure affidatarie interspecie che coinvolgeva due specie mortalmente nemiche aveva sorpreso e sconcertato i ricercatori che, su Ecosphere Naturalist definiscono il caso «bizzarro». Infatti, ricordano che, da un punto di vista evolutivo, prendersi cura della prole di un altro animale non ha molto senso: «Allevare i cuccioli – nutrirli, cacciare cibo per loro, assicurarsi che siano al sicuro – richiede molto tempo ed energia, e di solito viene fatto nell’interesse della propagazione dei propri geni. Non è inaudito che gli animali si prendano cura della progenie non biologica della stessa specie, ma tali atti aiutano direttamente a migliorare il successo riproduttivo della vita del caregiver». Per esempio, è noto che le femmine di ghepardo adottano cuccioli orfani che, una volta raggiunta l’età adulta, formano grandi coalizioni con la loro progenie.

Ma, fino all’adozione del piccolo leopardo da parte della leonessa di Gir, c’erano stati solo altri due casi documentati di adozione di interspecie: lo studio “Cross‐genus adoption of a marmoset (Callithrix jacchus) by wild capuchin monkeys (Cebus libidinosus): case report”, pubblicato nel 2006 sull’American Journal of Primatology da un team di ricercatori brasiliani, statunitensi e dall’italiana Elisabetta Visalbergi dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Cnr, descriveva l’adozione in natura di un uistitì dai pennacchi bianchi da parte di una famiglia di cebi striati; nel 2019 lo studio “Cross‐genus adoptions in delphinids: One example with taxonomic discussion”, pubblicato su Ethology da un team di ricercatori francesi e statunitensi illustrava il caso di una femmina di delfino tursiope (Tursiops truncatus) che si era presa cura per tre anni di un cucciolo/giovane di  peponocefalo  (Peponocephala electra). Ma il team di ricercatori indiani e statunitensi fa notare che nei due casi precedenti «Nessuno dei genitori adottivi e degliadottati … apparteneva a specie reciprocamente concorrenti», mentre leoni e leopardi competono per le stesse risorse in natura e di solito si detestano.

In un’intervista al New York Times, uno degli autori del nuovo studio, Stotra Chakrabarti,un esperto di comportamento animale dell’università del Minnesota, spiega che «Sono in perpetuo contrasto». I leoni uccidono sia i leopardi adulti che i loro cuccioli, mentre i leopardi quando possono attaccano ed eliminano i cuccioli di leone incustoditi.

Eppure, nonostante questo atavico odio tra le due specie di grandi felini, nel Gir National Park la leonessa asiatica  e i suoi cuccioli andavano d’amore e d’accordo con il leopardo trovatello. I ricercatori pensavano che questa strana famiglia mista sarebbe durata poco: nel 2017, una leonessa africana (Panthera leo) era stata vista allattare un cucciolo di leopardo nella Ngorongoro Conservation Area in Tanzania, ma la cosa era durata solo un giorno e, come specificano gli autori dello studio, «non è stata considerata un’adozione formale».

In India le cose sono andate diversamente: durante 45 giorni in cui i ricercatori hanno tenuto sotto controllo la cucciolata mista, tuttavia, hanno visto il cucciolo di leopardo uscire con la sua famiglia adottiva in 29 giorni diversi. Una relazione che purtroppo è terminata con la morte del piccolo leopardo: nel febbraio 2019 il corpo del cucciolo è stato trovato vicino a un sito di abbeveramento, senza segni di lesioni che suggerivano che fosse stato attaccato. Infatti, una successiva necroscopia ha dimostrato che il cucciolo soffriva di un’ernia femorale congenita, quindi era nato con un vaso sanguigno sporgente all’inguine che si è rotto, causando probabilmente la sua morte.

Resta il fatto che non sono chiare le circostanze che hanno portato a questa insolita adozione di un leopardo da parte di una leonessa.  Il giorno dopo che i ricercatori avevano visto la stupefacente scena del cucciolo di leoperdo con i leoni, nella stessa zona vagava una femmina di leopardo che potrebbe essere stata la madre biologica del cucciolo, anche se i ricercatori non hanno potuto dire con certezza se stesse allattando. Forse la femmina di leopardo aveva abbandonato il suo cucciolo che successivamente è stato adottato dalla leonessa. Ma perché?

Secondo i ricercatori, «E’ possibile che la risposta della leonessa sia stata provocata dalla sua inesperienza. Aveva cinque o sei anni, era una madre relativamente giovane. La sua prima cucciolata di due cuccioli era morta molto presto e così la sua cucciolata più recente aveva segnato la sua prima esperienza di genitorialità. Inoltre, dato che era una madre in allattamento con cuccioli propri, i suoi istinti materni e ormonali avrebbero potuto oltrepassare il suo istinto riconoscimento oppure le mancava un cucciolo e lo ha individuato in uno insolitamente macchiato».

Anche il comportamento diverso dei leoni asiatici rispetto a quelli africani potrebbe aver svolto un ruolo in questa inaspettata adozione: contrariamente ai leoni africani, i leoni asiatici maschi non vivono con le femmine, a meno che per accoppiarsi o per condividere una grossa preda. Dopo il parto, anche le leonesse asiatiche tendono a stare da sole per alcuni mesi, il che forse ha permesso alla leonessa e al cucciolo di leopardo di restare in un felice isolamento e i maschi adulti non hanno potuto ucciderlo.

I ricercatori si chiedono cosa sarebbe successo al cucciolo di leopardo quando la sua famiglia adottiva avesse ripreso a interagire con i leoni adulti. «E’ una domanda interessante a cui non è possibile rispondere a causa della morte prematura del cucciolo – conclude Chakrabarti sul New York Times  – Sarebbe stato fantastico vedere, quando il cucciolo di leopardo fosse cresciuto, come sarebbero andate a finire le cose. Ma non è successo».