L’ombrello del panda non salva anche gli altri animali in pericolo che vivono nel suo territorio

Passare dal salvataggio di singole specie alla protezione delle comunità animali e degli ecosistemi

[5 Gennaio 2021]

Da decenni alcune associazione ambientaliste dicono che proteggere animali carini e famosi come il panda, e quindi gli habitat dove vivono, avvantaggia automaticamente anche gli altri animali che vivono nei loro areali, ma il nuovo  studio “The hidden risk of using umbrella species as conservation surrogates: A spatio-temporal approach”, pubblicato su Biological Conservation da un team di ricercatori cinesi e statunitensi, mette in dubbio questo assunto.

Il team di scienziati sino-statunitensi ha guardato più da vicino come si comportano gli altri animali che vivono sotto l’ombrello della protezione del panda e hanno scoperto che diverse specie traggono davvero beneficio dalle  politiche incentrate sulla protezione dei panda.

Uno degli autori dello studio, Jianguo “Jack” Liu  del  Center for systems integration and sustainability del Department of fisheries and wildlife della Michigan State University, spiega che «La popolarità dei panda giganti, come la popolarità di altri amati animali minacciati in tutto il mondo, ha prodotto enormi progressi nella protezione delle foreste e di altri habitat fragili. Ma questo è un importante promemoria del fatto che non si può presumere che ciò che è buono per un panda sia automaticamente buono per altre specie. Specie diverse hanno esigenze e preferenze specifiche».

Per avere una migliore comprensione di cosa e come gli animali utilizzano negli habitat protetti, gli autori dello studio hanno utilizzato i dati raccolti con delle fototrappole nelle catene montuose e hanno scoperto è che mentre i panda se la stanno cavando molto bene, visto che la specie nel 2016 è stata dichiarata “minacciata” e non più “in pericolo” di estinzione, « 3 delle 8 specie su cui ci si è concentrati in questo studio – l’orso nero asiatico, il cervo muschiato della foresta e il serow cinese (un animale simile a una capra) sembrano aver subito una significativa perdita e/o degrado di habitat  all’interno di una gestione dell’habitat incentrata sui panda». I panda sono esigenti riguardo al luogo in cui vivono: hanno bisogno di molto bambù, di un territorio in leggera pendenza e di nessun contatto con gli esseri umani. Tutte caratteristiche che sono state loro ampiamente fornite con habitat gestiti e controllati. Ma questi habita non sono esattamente quello di cui hanno bisogno gli altri animali che convivono e competono coi panda.

Il principale autore dello studio, Fang Wang dell’Institute of biodiversity science della School of life science dell’università Fudan di Shanghai,  conclude: «I primi sforzi per tracciare il modo in cui se la passava una più ampia gamma di animali in difficoltà, sono stati fatti chiudendo un occhio sulle diverse preferenze di habitat e non individuando tendenze per gli habitat potenzialmente diverse degli altri animali. Gli autori suggerivano che le foreste e i territori arbustivi a quote più basse vicino agli habitat che servono meglio i panda potrebbero essere migliori per orsi e cervi. La Cina ha ottenuto un risultato straordinario nella creazione di riserve naturali dei panda giganti, e ora stiamo imparando che la stessa taglia non va bene per tutti. La Cina e altri Paesi che affrontano sfide simili per la conservazione hanno l’opportunità di passare dal salvataggio di singole specie alla protezione delle comunità animali e degli ecosistemi».