Mauritius, la prima donna Presidente della Repubblica è una biologa progressista e ambientalista

Gurib-Fakim: «Ambiente e cambiamento climatico sono una grande preoccupazione

[11 Giugno 2015]

Ieri Ameenah Gurib-Fakim ha ricevuto le congratulazioni da uno degli uomini più potenti del mondo, il presidente cinese Xi Jinping, una cosa che questa biologa nota anche a livello internazionale, non si sarebbe mai aspettata solo qualche giorno fa. Infatti Ameenah Gurib-Fakim dal 5 giugno è la nuova presidente della Repubblica di Mauritius, la prima donna a ricoprire questa carica nel piccolo Paese insulare africano e forse attualmente l’unico Presidente della Repubblica biologo di tutto il mondo.
Ameenah Gurib-Fakim, che milita nel Muvman Liberater, un Partito di sinistra che ha governato spesso da solo Mauritius e che ora fa parte, con una manciata di deputati, di un governo di coalizione, si è trovata all’improvviso a dover sostituire l’ex presidente dimissionario Kailash Purryag, ma la sua nomina sta suscitando l’entusiasmo della gente e dei media di Mauritius che ci vedono una grande opportunità di rinnovamento. La caratura del personaggio – Ameenah Gurib-Fakim è una scienziata nota per le sue ricerche sulle piante che sono state presentate anche in consessi internazionalui – ha oscurato le oscure motivazioni che hanno portato alle dimissioni Kailash Purryag e il 6 giugno L’Express salutava l’elezione della bella biologa come «Un vero cambiamento, un grande progresso democratico per la causa della donna mauriziana». Il più importante giornale di Mauritius si lamenta che la nuova Presidente «Non avrà abbastanza poteri decisionali, perché avrebbe certamente eclissato più di un ministro». Tutti sono convinti che questo sia un successo di Ameenah Gurib-Fakim, lo spregiudicato leader del Muvman Liberater, che ha “convinto” prima Kailash Purryag a dimettersi e poi il Consiglio dei ministri, riunitosi il primo giugno, a nominare la Presidente biologa.
La Ameenah Gurib-Fakim è conosciuta anche per la sua partecipazione ai TED Talk con la brillante relazione “Humble plants that hide surprising secrets”, ma nessuno tra i suoi colleghi scienziati pensava che potesse diventare il sesto Presidente di uno Stato insulare a 500 miglia dalla costa Africana, al largo del Madagascar, e il Blog TED, che ha intervistato Gurib-Fakim, sottolinea che «Il tutto si presenta come uno shock», ma anche che «Lei si avvicina alla presidenza in modo diverso, sia come donna che come biologa».
Nel 2014 il governo uscente ha tentato di cambiare la Costituzione di Mauritius per dare più poteri al primo ministro uscente, ma l’opposizione si è opposta a qualsiasi modifica costituzionale ed ha annunciato di voler proporre una donna alla presidenza della Repubblica. Gurib-Fakim spiega che «Quando me lo hanno chiesto, ho detto: “Non mi vedo come un politico. Io non ho intenzione di giocare a quel gioco. L’incarico da Presidente qui non è esecutivo, ma ci sono un sacco di responsabilità”». Ma i suoi compagni di partito le hanno detto che lei era la persona giusta e che non c’era da fare nessuna campagna politica, avrebbero fatto tutto il “lavoro” loro. Così la Gurib-Fakim ha accettato, convinta in cuor suo che non ci sarebbero riusciti. Sembrava la lotta di Davide contro Golia, ma l’opposizione ha vinto e Purryag – che avrebbe dovuto restare in carica fino al 2017, è stato “invitato” a dimettersi, cosa che ha fatto il 29 maggio e la Gurib-Fakim è stata subito avvertita dal Muvman Liberater che doveva prepararsi a diventare rapidamente la nuova e prima Presidente donna della Repubblica di Mauritius.
Ora dice che «Per fortuna, qui presidente è un incarico costituzionale, sei il guardiano della costituzione. Si sono anche comandante in capo, ma non abbiamo un esercito, ma abbiamo una milizia paramilitare. Poi, all’interno di questo ruolo, c’è abbastanza spazio per fare altre cose. Voglio guidare un think tank su scienza e tecnologia. Dalla mia partecipazione al TEDGlobal, abbiamo aperto BioPark Mauritius , il primo parco tecnologico in questa parte del mondo. Ora abbiamo un paio di buoni cluster e istituzioni in funzione, ma c’è il potenziale per molto di più. Voglio concentrarmi su un’altra area che è l’ambiente. Il cambiamento climatico per noi è una grande preoccupazione, possiamo sentirlo in termini di stagioni e stiamo assistendo a tempeste molto fori e violente. E’ una voce forte che deve essere ascoltata. Lo sviluppo sostenibile ha a che fare con la nostra identità di essere mauriziani e di essere un hotspot della biodiversità. Naturalmente, dobbiamo prestare molta attenzione all’educazione. E il mio partito si concentra su come avere un’economia giusta, perché sappiamo che con l’economia arriva l’occupazione e che si ottiene il welfare sociale. Abbiamo la sanità gratuita e l’istruzione gratuita».
Ma la Gurib-Fakim è determinata a portare alla presidenza della Repubblica la sua storia personale di scienziata: «Io non penso come un biologo, ma come una biologa. Sono passata attraverso il soffitto di vetro e questo è un messaggio importante da trasmettere alle giovani donne e ragazze. Sempre più spesso, i giovani stanno abbandonando le scienze, per cui spero di essere un modello per promuovere l’apprendimento delle scienze, per renderlo interessante e sexy. Voglio dire alla gente: “Sì, è possibile anche se sei una donna”».
La presidente biologa e ambientalista sa che è molto significativo che anche un piccolo Paese come Mauritius – considerato il più democratico dell’Africa – abbia eletto una donna: «E’ una gran cosa per Mauritius e per il continente. In Africa, non ci sono molte donne al timone di Paesi. Lo stesso vale a livello globale. Stiamo davvero facendo la storia. A Mauritius, viviamo in una società molto patriarcale. Sono stata fortunata quando ero una ragazzina, perché mio padre non aveva obiezioni sul fatto che la figlia ricevesse un’istruzione. Quando ero giovane, l’istruzione non era libera, quindi questo non era il caso di molte ragazze. Le ragazze dopo il 1976 hanno avuto sempre di più accesso alle scuole, ma le donne professioniste soffrono ancora di quella che io chiamo la sindrome leaky-pipe». A Mauritius molte ragazze frequentano la scuola, ma pochissime raggiungono posti dirigenziali e la nuova Presidente vuole cambiare le cose: «La mia nomina è molto simbolica, E questo è uno dei motivi per cui credo che sia proprio così sorprendente».
Mauritius è uno dei Paesi più multietnici del modo e la Gurib-Fakim è convinta che «L’identità mauriziana viene costantemente costruita e ricostruita, perché veniamo da così tante parti del mondo. Noi siamo un popolo di origine indiana, africana, cinese ed europea. La gente pensa lungo linee etniche e tende a ricordare solo che sono di Mauritius nel Giorno dell’Indipendenza, il 12 marzo, quando le persone si radunano attorno alla bandiera e all’inno nazionale. Il giorno dopo, lo hanno dimenticato. Quindi questo è qualcosa che deve essere costruito in modo sistematico. Mauritius ha alcune molto buone pratiche. Siamo un paese senza risorse naturali, ma abbiamo un buon reddito pro-capite, uno di più alti in Africa. Abbiamo un mix di persone e abbiamo sviluppato un ricco tessuto sociale che è rimasto generalmente forte. Dovremmo essere esportatori al mondo di tutte queste buone pratiche. Credo che questo non sia stato fatto correttamente nel corso degli ultimi anni. Certo, abbiamo una biodiversità unica, che può essere trasformata in opportunità economica con lo sviluppo sostenibile».
La nuova Presidente sa che il suo ruolo istituzionale cambierà la sua vita e quella della sua famiglia: «E’ scoraggiante. Si tratta di una responsabilità enorme. Qualcosa che richiede molta preparazione psicologica, che sto cercando di avere. Sono una scienziata, quindi sono abituata a dire le cose come le vedo. Come presidente, devo essere molto più diplomatica. Devo stare attenta e fare tutto con i guanti».
Che dire… fortunato Mauritius con una Presidente così!