Montecristo è rat-free, la più grande isola del Mediterraneo senza ratti

Il resoconto di grande successo ambientale del gruppo di progetto “Montecristo 2010”

[27 Luglio 2016]

L’Arcipelago Toscano, dopo Giannutri e l’Isolotto della Scola,  guadagna un’altra Isola senza ratti; è Montecristo, protetta dal 1971, santuario di biodiversità  e luogo di nidificazione di molte specie di avifauna tutelata da direttive internazionali.  Tra queste la berta minore (Puffinus yelkouan), uccello pelagico che arriva sulle scogliere solo durante il periodo riproduttivo e che nidifica sull’Isola descritta da Dumas.

Gli esperti ritengono che Montecristo possa essere la seconda isola italiana dopo Tavolara, nella vicina Sardegna,  ad ospitare colonie tanto  numerose ed adesso, con l’eliminazione del predatore alieno, molti pulcini possono involarsi e colonizzare altri luoghi.  Perché è proprio il ratto,  trasportato dall’uomo in quasi tutte le isole del mondo, ad interferire gravemente con il ciclo riproduttivo della berta; i piccoli pulcini infatti, allevati dai genitori dentro cavità e anfratti tra gli scogli, cadono vittime dei ratti alla ricerca continua di cibo.

Fortunatamente a Montecristo questo  non si ripeterà più,  grazie al lavoro svolto nell’ambito di un progetto LIFE “Montecristo 2010”  cofinanziato dalla Commissione Europea ed iniziato appunto nel 2010. Alle operazioni hanno partecipato il Parco Nazionale Arcipelago Toscano, l’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca ambientale, il Corpo Forestale dello Stato e la Società NEMO di Firenze.

Un percorso complesso seguito nei minimi dettagli dai tecnici  e basato su metodi già utilizzati in altre isole all’estero ma mai condotto su scala così vasta in Italia e nell’intero Mar Mediterraneo, dove fino a oggi la distribuzione aerea di esche, che permette di raggiungere in contemporanea tutti i ratti presenti su territori estesi e impraticabili, era stata utilizzata solo in due isole di circa 300 ettari ciascuna (più o meno un terzo della superficie di Montecristo), Molara (Sardegna) e Dragonera (Baleari).

Le forze messe in campo durante gli interventi, realizzati nell’inverno 2012, sono state numerose e molti  esperti sono stati consultati per assicurare le minori interferenze possibili con le specie non bersaglio; fondamentale anche la collaborazione dell’Area Marina Protetta di Tavolara – Punta Coda Cavallo, che ha messo a disposizione la strumentazione acquisita a suo tempo in Nuova Zelanda per la distribuzione delle esche a Molara.

Nonostante  le polemiche non siano mancate, finalmente oggi è possibile affermare che l’intervento è andato a buon fine e dichiarare Montecristo isola totalmente  libera dai ratti. Dopo ben quattro anni di monitoraggio  del roditore non vi è più traccia e gli effetti positivi sull’intero ecosistema insulare  sono concreti, sia  sulla componente animale che su quella vegetale. Sul terreno sono ora presenti  semi in abbondanza dai quali germinano nuove plantule, uova di gechi e di lucertole non predate che si schiudono e danno vita a piccoli rettili, giovani uccelli che si involano dai propri nidi; sono tutti segnali di un sistema rigenerato, difficili da cogliere per un occhio inesperto ma essenziali per garantire la biodiversità delle piccole isole del Mediterraneo.

Per ridurre il rischio di ritorno dei ratti, comunque modesto in un’isola priva di collegamenti navali e ad accesso controllato, sono stati stabiliti protocolli di sicurezza per le imbarcazioni “a rischio” ed è in funzione un sistema di “intercettazione” nelle vicinanze del molo per eventuali ratti che dovessero sbarcare. Infatti, solo con il perdurare dello status di isola rat-free,  specie in pericolo come la berta minore, potranno ricostituire popolazioni floride, contribuendo così alla loro salvaguardia a livello globale.

Il gruppo di progetto “Montecristo 2010”