Legambiente: «Fare piena chiarezza. Assicurare alla giustizia i responsabili dell’aggressione»

Morto il lupo trovato ferito nel Pollino. Gravi lesioni dovute a un’aggressione

Nonostante l’impegno di Wolfnet, condizioni di rischio per i lupi, soprattutto al sud

[29 Ottobre 2015]

E morto il lupo che era stato ritrovato il 24 ottobre alle porte dell’abitato di San Costantino Albanese, un paese del versante lucano del Pollino. L’animale, un maschio di circa 3-4 anni e del peso approssimativo di 35 kg,  era ferito e incapace di muoversi, ma grazie al pronto intervento di Carmine Suanno, veterinario del Parco Nazionale del Pollino, era stato possibile rilevare come  fosse stato vittima di un’aggressione e come le sue condizioni generali fossero già critiche, anche a seguito di complicazioni dovute a gravi lesioni, conseguenze dirette dell’aggressione subita.

L’esemplare, non presentava alcun carattere fenotipico di ibridazione, quindi con ogni probabilità apparteneva  alle popolazioni ancora pure presenti nell’appennino meridionale.  Suanno aveva immediatamente attivato la rete Wolfnet, nata grazie al progetto Life fin dal 2010, e che rappresenta ancora oggi un esempio di gestione coordinata del lupo nell’ambito geografico dell’Appennino.

Il lupo  stato quindi assistito, medicato e portato ala Clinica veterinaria della ASL Napoli 1 e affidato all’equipe del Centro recupero animali selvatici del Frullone dove, «nonostante tutte le cure prestate, non è riuscito a sopravvivere – spiagano a Wolfnet – a causa del quadro clinico fortemente compromesso dai traumi subiti, che hanno determinato la frattura delle vertebre cervicali c1 e c3 con versamento, conseguente tetraparesi e successiva morte sopraggiunta per arresto cardiocircolatorio. Gli esami istologici, alla luce di ulteriori alterazioni riscontrate a livello degli organi interni, completeranno il verbale della diagnosi post morte. L’episodio in ogni caso, dimostra come permangano ancora forti rischi per la specie a causa di bracconaggio e azioni illegali su cui occorre approfondire e indagare per assicurare alla giustizia chi si è reso responsabile di questa vile azione. Da notare, invece, come il modello di pronto intervento creato dal progetto Life Wolfnet sia efficace e risponda alla necessaria  unitarieta’ di azioni da svolgere, dai parchi ma anche dalle altre istituzioni,  in maniera coordinata per garantire la tutela e la gestione di una specie problematica e ad alto rischio come il lupo».

Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente, sottolinea che «Occorrerà fare piena chiarezza sui motivi e la dinamica dell’aggressione subita dall’animale assicurando alla giustizia i responsabili affinché episodi violenti perpetrati ai danni di un’importante specie dall’alto valore conservazionistico qual è il lupo non abbiano a ripetersi. A tale proposito un ringraziamento va al personale tecnico e a tutti gli attori della rete Wolfnet per l’impegno profuso in questa circostanza. Ancora una volta abbiamo toccato con mano come l’impegno dei singoli, e la buona volontà degli altri, sia condizione imprescindibile per affrontare i fenomeni di bracconaggio, cui deve però essere sempre di più affiancata anche un’azione di prevenzione e di rapporto costante con i portatori di interesse locali (allevatori, agricoltori, veterinari), per condividere scelte e strategie per la conservazione della fauna selvatica e contemporaneamente tutelare le attività produttive».