Nel Pnrr progetti ad hoc per difendere il mare

Novità nel Piano annunciate dal ministro della Transizione ecologica in occasione della Giornata nazionale del mare

[12 Aprile 2021]

Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, intervenendo nel corso della diretta Facebook organizzata dal Mite in occasione della Giornata nazionale del mare, ha annunciato che «Nel Recovery Plan stiamo prevedendo misure importanti per la tutela del mare. In particolare, la missione due, quella relativa alla transizione ecologica, prevede un grande progetto per il monitoraggio del nostro mare, da svolgere con diversi metodi. Monitorare è fondamentale, per poi prendere le giuste misure a tutela del mare. Nella missione quattro, relativa alla ricerca e la formazione, invece, ci saranno importanti risorse per creare una rete di centri che sul mare svolgano attività di ricerca, controllo, sviluppo e che ci aiutino a capire meglio le dinamiche che stanno mettendo a repentaglio le risorse marine del pianeta».

Cingolani ha ricordato che «Il mare è una riserva importantissima. Dobbiamo considerarlo come il termosifone del Pianeta, è la grande riserva di calore che genera i flussi termici, che poi a loro volta determinano il clima, le precipitazioni e gli altri fenomeni della metrologia. L’aumento dell’impatto dell’effetto serra sta portando a una variazione della temperatura media piuttosto elevata e soprattutto non omogeneamente diffusa sul pianeta. Questo crea scioglimento dei ghiacci, cambiamento della temperatura del mare, variazione dell’acidità del mare e del suo livello. Tutto ciò genera conseguenze spesso catastrofiche, sia dal punto di vista del clima, sia dal punto di vista della difesa delle nostre coste. Il mare è anche la più grande riserva di biodiversità del pianeta – ha aggiunto il ministro – Per questo motivo va protetto. Se i suoi parametri fondamentali cambiano, la biodiversità ne risente. Il mare è anche una riserva alimentare per noi. Questa riserva alimentare è parte della biodiversità: va tutelata, non va depredata e soprattutto va difesa dall’inquinamento».

Il ministro ha confermato di fatto l’adesione dell’Italia alle strategie europee e onu che prevedono la protezione del 30% del mare entro il 2030:  «Molti dei Paesi del G20 si sono posti il tema di come proteggere il mare. Si discute di come migliorare il ciclo del rifiuto, per non portare rifiuti nel mare, della decarbonizzazione, necessaria per limitare al massimo l’incremento della temperatura nei prossimi decenni, e quindi l’innalzamento del livello del mare, l’acidificazione e tutte le altre conseguenze negative. Ci si confronta su come avere navigazioni sempre più pulite e una gestione oculata e sostenibile di questa grande risorsa. Giornate come questa servono a sensibilizzare tutti. Il mare è un bene comune, lo dobbiamo proteggere con tutte le nostre forze. Con queste giornate si crea quella consapevolezza, anche nelle nuove generazioni, che ci permetterà auspicabilmente di proteggere il mare in futuro e di trattarlo meglio di come lo abbiamo trattato finora».

Secondo Alessia Rotta (PD), presidente della commissione ambiente della Camera, « Dire che il mare è una risorsa fondamentale e determinante per decidere quale futuro vogliamo dare al nostro Paese può sembrare una ovvietà. Tuttavia questa consapevolezza non è ancora patrimonio comune di tutte le istituzioni e dell’opinione pubblica nel suo complesso. Oggi dobbiamo impegnarci perché chiunque comprenda l’importanza decisiva che del mare, non solo per l’Italia, ma per tutta l’Europa.  Il mare è sicuramente una risorsa da utilizzare al meglio, ma dobbiamo anche tenere presente che a causa del surriscaldamento del pianeta e dell’inquinamento atmosferico sta producendo cambiamenti profondi nella fisionomia delle nostre coste. Il problema dell’erosione ad esempio sta riguardando chilometri e chilometri delle coste del Tirreno e dell’Adriatico. Pensare di risolvere questo problema solo attraverso misure difensive, come le barriere o il ripascimento, dimostra che ancora non si è capito che serve un’azione globale per cambiare i modelli di sviluppo e renderli sostenibili».

Per la Rotta, «E’ importante quindi alimentare la consapevolezza attorno alla risorsa del mare: un patrimonio da preservare e curare. Pensiamo solo al problema degli scarichi in mare che ci costano tantissimo, non solo dal punto di vista ambientale ma economico, con divieti di balneazione che colpiscono numerose località turistiche. Oppure lavoriamo all’utilizzo di tragitti per persone e merci che, attraverso il mare, potrebbero farci risparmiare molte risorse se adeguatamente utilizzati attraverso nuovi investimenti. Ad esempio è ormai una consapevolezza dei principali operatori del mercato che i motori a combustione dei grandi mezzi, particolarmente inquinanti, saranno progressivamente sostituiti dai motori a idrogeno. Questo riguarda ovviamente il trasporto su strada ma ancor di più il trasporto di merci e persone via mare».

La presidente della commissione ambiente della Camera conclude: «C’è la possibilità di intervenire per disegnare un futuro diverso ed ecosostenibile per il nostro mare e possiamo farlo anche grazie alle risorse presenti nel PNRR. Si tratterà quindi di decidere in quale direzione utilizzare questi fondi europei. Io penso che vi sia una sola strada: quella di uno sviluppo sostenibile sia dal punto di vista ambientale che sociale».