Nidificazione della Tartaruga marina a Marina di Campo, Regione e istituzioni interessate garantiscano la presenza di esperti qualificati e autorizzati

Legambiente: grazie per i complimenti, ma il solo volontariato non basta più

[6 Luglio 2017]

Dopo il secondo arrivo “perlustrativo” il 5 luglio della tartaruga Caretta caretta  sulla spiaggia di Marina  di Campo – dove “Federica”  ha già fatto una prima deposizione di uova nella notte del 20 giugno – Continuano sulla spiaggia di Marina di Campo, continuano i pattugliamenti dei volontari coordinati da Legambiente Arcipelago toscano che hanno accolto con grande piacere le due giovani e preparatissime esperte di tartAmare.

Infatti, dal continente tartAmare che gestisce il Centro per la conservazione delle tartarughe marine a Grosseto ha inviato il 5 luglio alcuni suoi operatori per un sopralluogo al nido ed alla spiaggia, sito della deposizione e per offrire il proprio sostegno alle associazioni locali che si stanno occupando della sua tutela.

Chiara Mancino l’operatrice di tartAmare che in questi giorni si trova a Marina di Campo, sottolinea: «Queste persone mostrano una grande dedizione e una ferma determinazione nel proteggere il nido che è stato deposto sul loro territorio, sono preziose; hanno però bisogno di essere coadiuvati perché la situazione è difficile vista la posizione del nido e il periodo in cui è prevista la schiusa dello stesso.».

Luana Papetti referente scientifico del centro di Grosseto, aggiunge: «Il team di tartAmare con esperienza nel recupero e conservazione di questa specie, preparato a gestire gli eventi di nidificazione grazie ai corsi tenuti da esperti di fama nazionale ai quali ha partecipato durante l’inverno ed autorizzato dal Ministero dell’Ambiente, è pronto ad offrire tutto il tuo supporto.  Deve però – continua la Dottoressa Papetti –  essere attivato da OTB Osservatorio Toscano della Biodiversità, che ha il compito di coordinare tutte le operazioni in queste situazioni.

In attesa che Regione Toscana intervenga in maniera risolutiva non possiamo fare altro che essere vicini agli operatori che stanno facendo il massimo all’Isola d’Elba».

Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana, che partecipa alle operazioni di sorveglianza e che ha scattato le clamorose foto della tartaruga sulla strada asfaltata litoranea di marina di Campo, è perfettamente d’accordo con tartAmare: «Oggi l’Arpat in una nota sottolinea l’eccezionalità dell’evento di nidificazione della tartaruga del 20 giugno e del successivo tentativo del 5 luglio, l’Otb  ci ha fatto sapere che considera prezioso il lavoro fin qui svolto dai volontari coordinati da Legambiente con il  Comune di Campo e Protezione Civile; il Parco Nazionale ha installato una telecamera che sorveglia giorno e notte il nido che è difeso e curato dai bagnini e dai gestori del bagno da Sergio; intorno alla tartaruga Federica c’è un grande interesse popolare e mediatico… Ma l’arrivo delle due esperte di tartAmare ci ha fatto capire – dopo la seconda comparsa della tartaruga marina – che il difficile inizia ora, soprattutto se ci sarà una seconda deposizione. Il periodo critico, quello della schiusa delle uova e dell’uscita delle tartarughine del nido avverrà ad agosto, proprio mentre sulla spiaggia di Marina di Campo ci sarà la massima concentrazione di turisti. Siamo naturalmente compiaciuti per i complimenti fatti ai nostri preziosi volontari, ma è evidente che d’ora in poi il solo volontariato non basta e che ci sarà bisogno di esperti scientificamente preparati per preparare e gestire la fase della nascita e dell’entrata in mare dei piccoli di tartaruga e la stessa informazione dei bagnanti».

Per questo Legambiente Arcipelago Toscano chiede un immediato intervento della Regione Toscana, attraverso l’osservatorio Toscano della Biodiversità, coordinandosi con il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e il Comune di Campo nell’Elba perché questo eccezionale evento venga seguito e gestito nel migliore dei modi. E’ quindi necessario e urgente  che la Regione e le altre istituzioni coinvolte si avvalgano da subito dell’esperienza di operatori esperti e formati come quelli di tartAmare, ai quali Legambiente e gli altri volontari continueranno a fornire più che volentieri tutto il sostegno possibile.