«Non capitozzate più gli alberi». 13 associazioni chiedono una legge ad hoc

Lettera ai ministri dell’ambiente e dei beni culturali: «Migliorare le città, offrire lavoro e tutelare l'ambiente»

[19 Giugno 2019]

Una coalizione di 13 tra enti e associazioni ambientaliste (Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio, Federazione Nazionale Pro Natura, Lipu-BirdLife Italia, Respiro Verde Legalberi, Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio, Gruppo di Intervento Giuridico Onlus, Stop al Consumo di Territorio, ISDE Italia, Medici per l’Ambiente, GUFI – Gruppo Unitario Foreste Italiane, AIVP – Associazione italiana Professionisti del Verde, Erythros, Terra Nuova Edizioni,  Comitato per la Bellezza) ha inviato una lettera al ministro dell’ambiente Sergio Costa e a quello dei Beni culturali Alberto Bonisoli, chiedendo loro di emanare una norma sulle tecniche opportune per mantenere gli alberi, vietando allo stesso tempo le pratiche distruttive e controproducenti per la salute e la stabilità delle piante (e quindi pericolose per la sicurezza pubblica) quali le potature drastiche tramite capitozzatura o simili.

Ecco il testo della lettera:

Oggetto. Una norma per gli alberi

Signori Ministri,

studi autorevoli, condotti da organismi come la Fao e da esperti nazionali e internazionali, hanno ormai chiaramente dimostrato che gli alberi sono, tra le altre cose, i perfetti alleati degli abitanti delle aree urbanizzate.

Veri baluardi della qualità dell’aria e strumenti per il contrasto ai cambiamenti climatici, gli alberi hanno funzioni numerose e preziosissime: produrre ossigeno, stoccare anidride carbonica, mitigare la precipitazione delle ormai violente acque meteoriche, mitigare le temperature elevate (e quindi combattere efficacemente l’isola di calore), contribuire alla conservazione della biodiversità urbana.

I dati gravissimi resi noti da organizzazioni come l’OMS, secondo cui l’inquinamento dell’aria causa oltre 2 milioni di morti premature all’anno (82.000 in Italia) rendono ancora più rilevante la funzione antiinquinante svolta dagli alberi.

Anche nel primo rapporto sullo stato del Capitale naturale in Italia, a cura del Comitato interministeriale per il Capitale Naturale, si sottolinea l’esigenza di intervenire a favore del benessere fisico e psichico della popolazione attraverso la promozione di infrastrutture verdi capaci di migliorare la connettività ecologica e potenziare i servizi della natura a vantaggio del well-being e della qualità della vita. In ambito urbano si tratta di valorizzare le strutture verdi e blu, quali alberature stradali, parchi, boschi urbani, considerando che l’ammontare dei servizi ecosistemici erogati da alberi e siepi è direttamente proporzionale al volume della vegetazione, essendo gran parte di tali benefici prodotti dalle foglie, attraverso la fotosintesi clorofilliana.

Per tutto questo, gli alberi dovrebbero essere valorizzati, conservati, curati al meglio.

Tuttavia, nel nostro Paese il trattamento che gli alberi ricevono è ancora estremamente negativo. Le nefaste e controproducenti pratiche di capitozzare gli alberi e distruggere le infrastrutture verdi sono diventate prassi consolidate. Allarmanti e sempre più numerose sono le segnalazioni che giungono quotidianamente alle associazioni di tutela ambientale circa i danni che gli alberi subiscono, con conseguenti perdite di servizi ecosistemici e ricadute sulla salute dei cittadini, tra cui in primis le persone più anziane e i bambini. Per non parlare dell’aumento (solo apparentemente paradossale) dello stato di pericolosità delle piante, le quali, sottoposte a tale pratica, si ammalano e perdono stabilità.

Una dura critica della capitozzatura giunge anche dalle “Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile” del Comitato per lo sviluppo del verde pubblico del Suo spettabile Ministero dell’Ambiente, secondo cui la capitozzatura è una pratica inaccettabile di potatura e ogni danno causato dalla caduta dei rami di alberi gestiti scorrettamente può essere riconosciuto come negligenza presso un tribunale.

In quello che gli addetti ai lavori ritengono il miglior testo sulla gestione degli alberi attualmente disponibile (Klug P., 2007, La cura dell’albero ornamentale in città) la capitozzatura viene definita un intervento distruttivo che riduce severamente la chioma dell’albero e trasforma i rami a monconi.

A sua volta, il padre dell’arboricoltura moderna, Alex Shigo, parla della capitozzatura come di un crimine contro la natura che distrugge la dignità dell’albero, indebolendolo e rendendolo quindi più pericoloso.

Nonostante l’articolo 6 della Legge n. 10 del 14/01/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, che ai commi 1 e 2 prevede che i comuni debbano promuovere l’incremento del verde urbano, ad oggi le città dotate di Regolamento del Verde urbano pubblico e privato sono ancora pochissime. Peraltro, le leggi regionali e i regolamenti del verde comunali esistenti non bastano più ad arginare tale “epidemia della mutilazione”, così come insufficienti (perchè non cogenti) risultano le “Linee Guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile”.

Occorrerebbe una norma nazionale che vieti e sanzioni la capitozzatura, la mutilazione degli alberi e la degradazione delle infrastrutture verdi. Una norma che però, purtroppo, manca.

Ecco: Vi chiediamo, di impegnarvi per ottenere questa norma, che diventi il punto di riferimento imprescindibile nella gestione del verde e bandisca definitivamente, sul territorio nazionale, la pratica della capitozzatura. Vi chiediamo di farvi promotori di questa iniziativa, che rappresenterebbe un atto ambientale e sociale importantissimo e un’azione culturale avanzata.

Vi chiediamo altresì di potervi incontrare, onde approfondire il tema e fornirvi ulteriori e utili informazioni.

In tempi di riscaldamento globale, di crisi della diversità biologica e perdita costante di natura, in tempi di crisi delle città, sempre meno verdi e accoglienti, gli alberi rappresentano il nostro presente e il nostro futuro. Trattarli bene significa trattare bene noi, le società umane, e garantirci un domani migliore.