Orso marsicano, record di nascite nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise

Ben 16 nell’ultimo anno, cui se ne aggiungono 4 fuori dalla core area. Ma resta il problema del frazionamento dell’habitat (e degli incidenti stradali)

[14 Luglio 2020]

È stato appena pubblicato il nuovo rapporto orso marsicano, edito dal Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, giunto alla quinta edizione: il rapporto 2019 riporta in modo accurato i dati sulle varie attività svolte nel corso dell’anno: monitoraggio, catture, orsi confidenti, misure di prevenzione, accertamento danni e indennizzi, ispezioni del nucleo cinofilo antiveleno, monitoraggio sanitario, attività di educazione e comunicazione e progetti in corso.

Ma il 2019 sarà sicuramente ricordato come l’anno del record delle nascite per l’orso marsicano, ben 16 nel solo territorio di competenza del Pnalm, a cui vanno aggiunti altri 4 cuccioli dell’anno individuati in territori molto lontani della core area. Il dato, significativo di suo, è importante perché mantiene il trend registrato nei 3 anni precedenti, con nascite sempre a doppia cifra, a dimostrazione evidente che, fra i tanti, il cibo non è un problema per l’orso marsicano, la cui popolazione ha dimostrato una grande vitalità. Significativa anche la conferma di quanto importante sia la rete di aree protette presente sul territorio per assicurare la possibilità di colonizzare nuove aree, esterne alla core area del Pnalm, ma facilmente raggiungibili. E questo aspetto apre la grande criticità, legata ora come negli anni ’70, al frazionamento dell’habitat e all’esigenza di assicurare continuità tra i tanti territori con grande idoneità, per la vita dell’orso. Proprio questa criticità, e l’esigenza di colonizzare nuove aree, hanno determinato gli ennesimi incidenti stradali e quindi la morte di due femmine in età riproduttiva, fatto questo che certamente peserà nei prossimi anni.

«Il 2019 – dichiara il direttore del Parco, Luciano Sammarone – è stato sicuramente l’anno delle conferme, sia positive, con i tanti cuccioli nati in un anno solo, sia con le criticità, legate alle cause di morte. Ma è stato anche l’anno in cui lo sforzo di tutti gli enti e le associazioni coinvolte nella tutela della specie hanno dato un segnale univoco in termini di raccordo e coordinamento, come risulta dalle attività delle due reti di monitoraggio, che speriamo presto si possano unificare, ma anche dalla tragedia di Natale, con la morte per investimento di una femmina che ha mobilitato tanti soggetti per assicurare la salvaguardia del cucciolo rimasto orfano, e trovando supporti importanti anche nel mondo venatorio e nell’Anas. L’anno passato ha regalato tanti avvenimenti dal sapore agrodolce come dimostrano il tentativo, riuscito grazie alla determinazione ed alla grande competenza delle biologhe del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, di ricongiungere un cucciolo con proprio nucleo familiare, o l’altro, di verso opposto, che ha visto una femmina perdere uno dei suoi tre cuccioli a causa di uno sciagurato comportamento di persone poco accorte e interessate a raccogliere pochi fotogrammi da postare in rete, confermando che troppo spesso a tanti, troppi, non è chiaro il confine, tra noi e la natura, che va rispettato, per meglio tutelare specie ed ecosistemi dagli equilibri molto delicati».