Parchi italiani, l’appello a Mattarella atto di denuncia ma anche proposta di cambiamento

[25 Maggio 2015]

Tra le tante iniziative e appelli per la Giornata europea dei parchi spicca sicuramente l’appello rivolto al presidente della Repubblica per salvare la natura firmato da Giorgio Nebbia, un pioniere dell’ambientalismo, e da moltissime altre autorevoli personalità.

L’appello documenta come gli importanti risultati conseguiti anche dal nostro Paese nella istituzione e gestione dei parchi e delle altre aree protette grazie alla legge 394 e alle  molte leggi regionali rischino una crisi irreparabile di cui si avvertono già segnali allarmanti. Da qui appunto l’appello a Mattarella, alle istituzioni e a tutte le autorità e soggetti che oggi possono e debbono evitare che il nostro Paese perda di nuovo quella  presenza in Europa faticosamente conquistata.

Non registriamo soltanto un preoccupante taglio di risorse ma anche una crescente incapacità di avvalerci dei finanziamenti comunitari mentre per le nostre inadempienze nel recepire le disposizioni europee   paghiamo spesso multe salate. Senza dimenticare che i maggiori parchi nazionali sono privi di piani, come denuncia da tempo la Corte dei Conti.

Le Regioni e gli enti locali, le cui competenze sono sempre più ridimensionate e penalizzate, pagano dazio anche nella gestione del loro ruolo nelle politiche di tutela della natura e del paesaggio. Il governo brilla per la sua assenza mentre il Parlamento è alle prese con provvedimenti che stravolgerebbero definitivamente la legge quadro che ha permesso di uscire da anni di stallo.

L’appello al Presidente della Repubblica non è solo l’ennesimo atto di denuncia di una situazione insostenibile ma anche la richiesta e la proposta di un cambiamento, che anche come Gruppo di San Rossore abbiamo avanzato da tempo insieme a tante associazioni e rappresentanze. Tra queste oggi devono farsi valere soprattutto quelle dei parchi e delle aree protette, di cui oggi registriamo troppi silenzi e timori. Anche loro devono darsi una mossa, come hanno saputo fare negli anni passati.