Parco del Beigua: la Regione Liguria dà un permesso di ricerca di titanio. Contro Parco e ambientalisti

Appello del presidente del Parco e petizione delle associazioni al presidente della Regione Toti

[1 Marzo 2021]

La Regione Liguria ha concesso alla Compagnia Europea per il Titanio (CET) un permesso di ricerca triennale che dovrebbe portare all’apertura di una miniera nel comprensorio del Beigua, il presidente del Parco del Beigua, Daniele Buschiazzo, si è detto subito contrario alle prospezioni e ha spiegato perché l’Ente che dirige si opporrà_ «Il decreto dirigenziale della Regione ci ha lasciato interdetti. E’ un atto tecnico firmato da un dirigente, ma riteniamo di avere altrettante ragioni tecniche e giuridiche per opporci al TAR della Liguria».

Buschiazzo ricorda che «Nella sentenza sempre del TAR emessa in data 19 febbraio 2020 e pubblicata il 21 marzo 2020, in cui Regione, Parco, Comuni hanno difeso un analogo decreto dirigenziale del 2015, si disponeva: “La sottoposizione dell’area sulla quale si dovrebbe svolgere la ricerca mineraria a molteplici vincoli sia paesaggistici che ambientali è di tale pervasività che non residua nessuno spazio per intraprendere un’attività di ricerca che, non essendo compiuta da un istituto scientifico ma da un’azienda estrattiva, avrebbe avuto, come fine ultimo, l’estrazione di minerali, attività certamente vietata dalle norme a tutela del Parco Regionale del Beigua che costituisce per circa il 40% l’area interessata alla concessione. Peraltro il restante 60% interessa un “Sito d’Interesse Comunitario terrestre ligure” nel quale la priorità dichiarata è la conservazione”. Solo questo basterebbe a togliere ogni dubbio. Un conto è se uno si fa una passeggiata per guardare le rocce del Geoparco per interessi geologici/naturalistici; ben diverso è se uno si fa una “passeggiata” per guardare le rocce del Parco per farci una miniera. Tale attività è vietata in un parco dalla legge n. 394/1991 e dalla legge regionale 12/1995. Intorno al Parco poi ci sono sia la ZPS (zona a protezione speciale) sia il Geoparco, aree in cui la stessa attività non è realizzabile».

Il presidente del Parco conclude: »In generale, comunque, ci opponiamo e ci opporremo sempre all’ipotesi dell’apertura di una miniera nel cuore del Parco del Beigua, perché, oltre ad avere problematiche legate alla dispersione dell’asbesto, allo smaltimento dei residui e da un punto di vista idrogeologico, è contrario al modello di sviluppo che vogliamo portare avanti. Uno sviluppo che sia in armonia con l’ambiente».

Legambiente Liguria ha subito detto: «Riteniamo questa una scelta sbagliata anche se limitata ai 229 ettari (su 458 interessati complessivamente) che si trovano ai margini del confine del Parco del Beigua, perché è evidente che tutti gli impatti negativi dell’apertura di attività minerarie ricadrebbero nell’area Parco. Con la scusa della ricerca scientifica si verifica un precedente pericoloso, preludio ad una attività insostenibile per impatto ambientale e lontana dai desideri di sviluppo delle comunità locali che da anni si oppongono a qualsiasi ipotesi di apertura di attività estrattive.  Legambiente è vicina ai cittadini che vivono e operano nel Parco del Beigua valutando anche le modalità e le sedi opportune per opporsi a questo decreto».

E una delle iniziative messe subito in piedi da Legambiente e altre associazioni liguri – Agesci, Arci, CAI, ENPA, Federparchi, FIE, Friday for Future, Italia Nostra, LIPU, Pro Natura, VAS e WWf –  è la petizione “No alla miniera nel comprensorio del Parco Naturale Regionale del Beigua”. Nella petizione, pubblicata su change.org e indirizzata al presidente di centro-destra della Regione Liguria, Giovanni Toti, nella quale si legge: «Con il decreto 1211-2021 la Regione Liguria ha concesso per tre anni alla compagnia mineraria CET la possibilità di effettuare ricerche nel comprensorio del Beigua.
La finalità evidente è quella di aprire una miniera per estrarre il minerale di Rutilo, contenente Titanio.
Riteniamo questa una scelta sbagliata anche se limitata ai 229 ettari (su 458 interessati complessivamente) che si trovano ai margini del confine del Parco del Beigua, perché è evidente che tutti gli impatti negativi della apertura di attività minerarie ricadrebbero nell’area Parco. Con questa nostra petizione chiediamo che venga ritirato il decreto in considerazione del fatto che le comunità locali da anni si oppongono a qualunque ipotesi di apertura di una miniera nel comprensorio del Beigua per: evidenti rischi sanitari: il minerale grezzo potenzialmente estraibile sarebbe solo il 6% della roccia e il rimanente 94% andrebbe in discariche molto estese da crearsi nelle vicinanze, con il rischio di andare a sollecitare la presenza di amianto, presente per il 10/15% nelle rocce del giacimento. evidenti rischi ambientali: devasterebbe un’area protetta inestimabile per biodiversità e valori ecologici e paesaggistici. Il Parco del Beigua è diventato Parco nel 1995, Geoparco europeo e mondiale nel 2005 e nel 2015 è stato riconosciuto Unesco Global Geopark».