Parco della Costa teatina, Wwf e Legambiente contro i sindaci

Errare humanum est, perseverare autem diabolicum. fanno di tutto per rimandare l’istituzione

[20 Maggio 2015]

Il delegato regionale del Wwf Italia, Luciano Di Tizio, e il presidente di Legambiente Abruzzo, Giuseppe Di Marco,  riassumono con la frase latina Errare humanum est, perseverare autem diabolicum  l’esito del recente incontro tra il presidente della Regione Luciano D’Alfonso e i sindaci dei Comuni della Costa dei Trabocchi interessati dalla perimetrazione del Parco della Costa Teatina: Ortona, San Vito, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Torino Di Sangro, Casalbordino, Villalfonsina, Pollutri, Vasto e San Salvo.

Per Di Marco e Di Tizio «Stupisce la perseveranza nell’errore di alcuni amministratori locali, contrari per principio all’istituendo Parco della Costa Teatina. Dopo avere tentato in ogni modo di osteggiare il progetto, cercano adesso strade per rallentarlo, persino proponendo un’area marina protetta, pur di rimandare l’istituzione a data da destinarsi o cambiarla integralmente. Questi sindaci non si rendono conto, o non vogliono rendersi conto, che la nomina di un commissario per la perimetrazione – in Italia non era mai successo – rappresenta una sconfitta per la politica locale che evidentemente non ha saputo esprimere negli anni amministratori adeguati. Trascinare la questione senza trovare una soluzione per quasi tre lustri rappresenta un poco invidiabile record del quale gli abruzzesi avrebbero certo volentieri fatto a meno. Atteggiamento questo che spesso è esploso in una vera e propria schizofrenia che ha visto amministratori locali ergersi da un lato a paladini dell’ambientalismo e dall’altro incapaci di cogliere, ma anche solo di vedere, l’importante opportunità di rilancio per l’economia offerta dal Parco per un territorio da troppi anni in crisi. Sindaci incoerenti nel gridare nello stesso tempo “no petrolio” e “no parco”, pronti a sfilare senza una visione chiara di futuro. Del resto se si è contro il petrolio si dovrebbero mettere in campo le azioni atte a contrastare questo tragico scenario e soprattutto mettere in campo politiche di alternativa economica, quale ad esempio proprio il parco stesso, sintesi tra l’altro di un’agricoltura e turismo di qualità e di un futuro green».

Il commissario del Parco, Pino De Dominicis ha cercato di rassicurare i 10 sindaci: «Per quanto riguarda la gestione futura del Parco, la riforma della 394 in materia di aree protette ha ridotto da 12 a 8 il numero dei componenti dei comitati direttivi dei parchi,  4 dei quali sono espressione del territorio. E questi 4 componenti non possono che essere amministratori comunali. D’Altra parte le ultime nomine del ministro dell’Ambiente che hanno riguardato il Parco del Gran Sasso sono state nomine di quattro amministratori comunali».

Ma De Dominicis non molla sulla cosa che davvero preoccupa gli amministratori locali: «Per quanto riguarda il mio compito non vedo novità. Resto fedele al lavoro fatto. Ho tutto pronto: perimetrazione e norme sono state discusse e ridiscusse, non li rimetto certo in campo ora. Aspetto solo la chiamata dalla Presidenza del Consiglio».

Wwf e Legambiente mettono in dubbio che i Sindaci siano all’altezza delle sfide che il futuro riserva alla Costa Teatina: «È anche vero che costruire un scenario sano di sviluppo per un territorio è un processo complesso mentre in fondo parliamo di amministratori che nei giorni recenti sono finiti sulla cronaca per questioni ancora più “semplici” come la corretta depurazione delle acque e il crollo del trabocco Turchino. Forse siamo stati noi a pretendere troppo, a pensare di giocare una champions senza il giusto livello. Ma è compito nostro tentare di alzare l’asticella. Meglio comunque un parco piccolo che lo stallo che ha caratterizzato la storia degli ultimi quindici anni. Uno stallo, non dimentichiamolo, che  ha fatto perdere finanziamenti preziosi a questo territorio, stanziati e poi tornati indietro proprio per i ritardi nella perimetrazione. Siamo altrettanto convinti che col tempo il parco sarà ampliato per richiesta di quegli stessi che oggi lo contrastano, perché sarà evidente la sua funzione propulsiva. Questa la nostra posizione, ribadita in tante occasioni».

Di Marco e Di Tizio non risparmiano un’ultima frecciata che mette ancora più in in evidenza le contraddizioni della politica locale: «Ci auguriamo che questi sindaci che comunque parteciperanno con molta probabilità al prossimo appuntamento di Lanciano del 23 maggio, sfilando affianco della gente, anche di chi li ha votati, inizino ad acquisire una maggiora consapevolezza di ciò che l’Abruzzo vuole e chiede ed escano fuori definitivamente dalla fase di stallo in cui si sono imprigionati. Anche perché il parco sarà dotato di una forte rappresentatività locale nel suo Consiglio: questo organismo sarà formato – lo stabilisce la legge – da otto persone: quattro indicate dai sindaci del territorio, una dal Ministero dell’Agricoltura, una dal Ministero dell’Ambiente, una dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e una dalle associazioni ambientaliste. Il 50% dei componenti è rappresentato proprio dagli amministratori delle municipalità locali. Né si può dire che si tratti di un costoso carrozzone visto che i membri del consiglio non percepiranno compensi né gettoni di presenza. A meno che non sia proprio questo il problema…».