Pnrr e capitale naturale, Lipu: «Fiduciosi nel ministro ma attendiamo la nuova versione del piano»

«Fondamentale presenza di programmi per habitat, specie e monitoraggio della biodiversità, in linea con regolamento europeo»

[8 Aprile 2021]

Dopo la presentazione del “Quarto Rapporto sullo stato del capitale naturale in Italia”  e l’apertura del ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani sulla biodiversità nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), la Lipu/BirdLife Italia si è detta fiduciosa nelle dichiarazioni del ministro ma resta in attesa della nuova versione del Piano e ritiene «Fondamentale presenza di programmi per habitat, specie e monitoraggio della biodiversità, in linea con regolamento europeo».

Secondo la Lipu, «Le dichiarazioni del ministro Cingolani al termine della riunione plenaria del Comitato per il Capitale naturale sul recupero di programmi per la biodiversità nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza sembrano recepire molte delle indicazioni giunte dallo stesso Comitato, che aveva sollecitato la presenza della natura nel Piano, così come dalla Lipu, dalle associazioni ambientaliste e soprattutto dal Senato della Repubblica, con la perentoria richiesta di correggere fortemente il Piano in linea con la Strategia europea per la biodiversità».

Danilo Selvaggi, direttore generale della Lipu e membro Comitato del Capitale naturale. Ricorda che «Già nel corso della riunione, il ministro ha informato di numerosi interventi presenti nel Piano, dalla connettività ecologica alla rinaturazione dei fiumi, dalle azioni per la biodiversità marina a quelle sulle aree protette, fino alla riforestazione e al recupero delle aree degradate, sottolineando le differenze con la precedente bozza di Pnrr. Leggeremo con attenzione la nuova versione del Piano già da ora mettendo tuttavia in evidenza la necessità che il piano si arricchisca finalmente di un’opera di restauro di habitat naturali e specie e di monitoraggio per la biodiversità, azioni fondamentali perché la natura italiana possa uscire dalla crisi e svolgere pienamente il ruolo di fornitore servizi ecosistemici. E, inoltre, perché con tali azioni la proposta italiana di Piano possa conformarsi alle condizioni del regolamento europeo, secondo cui la biodiversità deve essere pienamente inclusa nei programmi di transizione ecologica».