Prato Fabbrica Giungle, il progetto di forestazione urbana Urban Jungle si presenta alla città

Parteciperanno l’architetto Stefano Boeri e il neurobiologo Stefano Mancuso. Organizzano Comune di Prato, Legambiente e Associazione Vivaisti Italiani

[21 Febbraio 2020]

Il 28 febbraio il progetto Prato Urban Jungle parte ufficialmente con l’evento “Prato Fabbrica Giungle”, organizzato dal Comune di Prato in collaborazione con Legambiente Toscana e con il supporto dell’Associazione Vivaisti Italiani. Il presidente di Legambiente Toscana, Fausto Ferruzza, ha detto: «Siamo onorati e soddisfatti di essere partner del progetto Prato Urban Jungle con capofila il municipio pratese. Mettere a dimora alberi ad alta densità in contesti urbani complessi sarà la sfida del futuro per combattere la crisi climatica e neutralizzare le emissioni di CO2»

Si tratta di un progetto, finanziato dalla Commissione europea con 3,8 milioni di euro nell’ambito del bando Urban Innovative Action 2019 e che «Mira a ri-naturalizzare alcuni quartieri di Prato in modo sostenibile e socialmente inclusivo attraverso lo sviluppo di giungle urbane». Durante l’evento di lancio, aperto a tutta la cittadinanza, sarà presentato il progetto nel suo complesso e le prime attività che verranno svolte, Le soluzioni progettuali saranno sviluppate in  tre aree specifiche della città: La prima mostrerà la creazione di una giungla urbana in un’area privata: l’edificio ESTRA e i suoi dintorni situati in una complessa area urbana che si affaccia sulla più trafficata via pubblica della città con il passaggio giornaliero di 50.000 veicoli. La seconda area si trova in una zona ad alta densità di popolazione caratterizzata dalla presenza di alloggi sociali e, talvolta, di situazioni di marginalità sociale. In particolare, la sperimentazione riguarderà un edificio molto complesso costituito da 152 appartamenti abitati da circa 500 persone.
La terza area sarà incentrata nel Macrolotto 0, storico quartiere della città caratterizzato da spazi. La sottoutilizzati, nei dintorni del Macrolotto Creative District e degli edifici dove è in corso un progetto di riqualificazione urbana finanziato dal FESR per le aree urbane, culturali e innovazione sociale. L’edificio individuato è quello in via Giordano che sarà destinato al nuovo mercato metropolitano della città.

Questo evento sarà anche l’occasione per ascoltare le relazioni sui temi della forestazione urbana dell’architetto Stefano Boeri e del famoso neurobiologo Stefano Mancuso.

Al Comune di Prato spiegano che «Queste aree urbane ad alta densità abitativa ed edilizia saranno riprogettate in chiave green attraverso la capacità naturale delle piante di abbattere le sostanze inquinanti, ripristinare il suolo e donare nuovi spazi alla comunità, trasformando le aree marginali in veri e propri hub verdi all’interno della città».

Più nello specifico, l’Amministrazione comunale intende raggiungere  due obiettivi principali: 1) la rigenerazione di aree urbane in disuso, sottoutilizzate o in declino attraverso il riutilizzo di edifici e spazi verso un uso nuovo, più creativo e sostenibile; questo riguarda in particolare elementi architettonici urbani che appartengono alla memoria collettiva e all’identità della città – ad es. vecchi capannoni industriali, dintorni di case sociali, edifici storici, ecc. la cui valorizzazione richiede un efficace ripristino dello spazio e del suolo, un alleggerimento della densità urbana e l’ideazione di nuove funzionalità che possano ripristinarne l’uso e la fruizione condivisi. 2) la creazione di hub verdi tra la comunità in grado di costruire nuove isole verdi ad alta densità, strutture e aree di fruizione ambientale, sportiva, culturale e sociale.

La soluzione proposta integra  innovazioni radicali che non sono mai state utilizzate o testate prima a livello di città e il Comune evidenzia che «La principale innovazione risiede nel concetto di Urban Jungle che va oltre il tradizionale concetto di forestazione urbana. Invece di ricostruire le aree dense della città, la vegetazione può colonizzare gli obiettivi “posizionando” il verde sul maggior numero possibile di superfici / spazi, il più vicino possibile al luogo in cui vengono rilevate le criticità (isola di calore, inquinamento o necessità di creare spazi socialmente utili e utilizzabili). L’approccio innovativo Urban Jungle può essere applicato all’interno di una nuova pianificazione urbana per la creazione di infrastrutture verdi e costituisce un banco di prova efficace per la replica in altri siti o città, fornendo informazioni coerenti per la progettazione di futuri edifici pubblici o privati e di aree urbane. Il progetto integra il concetto di Urban Jungle con pratiche innovative di coprogettazione per fornire la soluzione ecologica attraverso una maggiore consapevolezza e impegno, aumentando così la resilienza della città e la sostenibilità del paesaggio urbano».

Prato vanta già oltre 29.000 alberi di proprietà pubblica che migliorano i viali, le strade e i parchi della città. Si stima che collettivamente gli alberi di Prato generino benefici economici per oltre 400.000 euro all’anno, eliminando 3.715 kg di inquinanti atmosferici ogni anno, e producendo risparmi energetici per il 2010 Mwh, intercettano 7.891 m3 di acqua meteorica e 69.600 Kg di anidride carbonica all’anno – e a differenza di altre infrastrutture, gli alberi aumentano di valore nel tempo. Il progetto porterà benefici ambientali, ecologici, economici e sociali, migliorerà la salute, la qualità di vita, il benessere e la sicurezza dei cittadini.

La nota del Comune di Prato si conclude anticipando che «Verranno sviluppate Urban Jungles come soluzione innovativa per affrontare i problemi di uso sostenibile del territorio all’interno della città: saranno aree ad alta densità di verde, immerse nella struttura urbana, che moltiplicano la capacità naturale delle piante di abbattere gli inquinanti, ripristinando allo stesso tempo il suolo e lo spazio inutilizzati per la fruizione della comunità, trasformando le aree marginali e in decadimento in hub attivi verdi».