Il “Punto Blu” di Fonza e le ruspe sui gigli di mare nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano

Legambiente a Comune e Parco: così a rischio specie protette dalla Direttiva Habitat

[5 Luglio 2016]

Dopo aver ricevuto diverse segnalazioni e proteste da cittadini e turisti, Legaambiente Arcipelago Toscano  ha scritto al Presidente del Parco Nazionale Arcipelago Toscano Giampiero Sammuri e al Sindaco Comune di Campo nell’Elba Lorenzo Lambardi per chiedere spiegazioni riguardo alla realizzazione di un “Punto Blu” sulla spiaggia di Fonza,

Gli ambientalisti sottolineano che quella spiaggia nel 2015 era stata mantenuta pulita grazie ad un accordo tra Acqua Rocchetta e l’associazione ioMare che era stato sostenuto da Legambiente Comune e Parco. Ma qualche gorno fa «Sono intervenute delle ruspe che hanno spianato la spiaggia,  spostato la posidonia ed altri residui vegetali e massi e sassi,  accumulandoli poi a monte per far posto al casottino del bagnino del “Punto Blu”  e interessando anche la piccola parte dunale che ospita gigli di mare (Pancratium maritimum) e papaveri delle sabbie (Glaucium flavum)  ed altre preziose piante pioniere, specie protette dagli allegati della direttiva europea Habitat, dalle normative italiane e dallo stesso Piano del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Sono infatti le stesse specie per la cui protezione il Parco Nazionale ha acquistato le dune di Lacona e ne ha chiesto la protezione attraverso l’istituzione  di un Sito di interesse comunitario. Anche la zona concessa per il punto blu sembra interessare in parte lo stesso habitat».

Scondo la presidente del Cigno Verde isolano, Maria Frangioni, «E’ evidente che l’utilizzo di mezzi meccanici sulle spiagge di un Parco Nazionale e in presenza di habitat protetti da Direttive europee e dallo stesso Piano del Parco andrebbe impedita e comunque normata ed è importantissimo che ruspe ed escavatori non interferiscano in alcun modo su habitat residui che ospitano specie protette. Chiediamo quindi che il Parco Nazionale si attivi per segnalare e proteggere le aree dove persistono queste specie per evitare che in futuro si ripetano episodi simili».

Ma Legambiente sottolinea anche un altro aspetto: «Ci sembra alquanto strano che per “mettere in sicurezza” una spiaggia sulla quale a memoria d’uomo non si ricordano annegamenti o incidenti, si sia banalizzata e artificializzata un’area di grande valore naturalistico in un Parco Nazionale, realizzando un “Punto Blu” che in realtà somiglia molto di più a una concessione vera e propria, con tanto di paletti e recinzione in cordame e lettini e ombrelloni fissi. A questo si aggiunge che dalla cartografia del Comune di Campo nell’Elba allegata si evincerebbe che il punto blu n. 9 di Fonza avrebbe dovuto essere realizzato in tutt’altra zona della spiaggia di Fonza».

Per questo Legambiente chiede a Sammuri e Lombardi: «Se quanto realizzato ha ottenuto il necessario nulla-osta del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Se le modalità di realizzazione – movimentazione con ruspe, accumulo di detriti, realizzazione di un  Punto Blu “fisso” – sia conforme all’eventuale nulla-osta rilasciato dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano Se quanto realizzato sia conforme ai Punti Blu previsti dal Comune di Campo nell’Elba e alla normativa regionale che li riguarda».