Quando sull’Antartide volavano uccelli giganti con il becco dentato

Uccelli giganti, con un’apertura alare di 6 metri, sorvolarono l'Antartide 50 milioni di anni fa

[27 Ottobre 2020]

Lo studio “Earliest fossils of giant-sized bony-toothed birds (Aves: Pelagornithidae) from the Eocene of Seymour Island, Antarctica”, pubblicato su Scientific Reports  da Peter Kloess (Museum of Paleontology dell’università della California – Berkley), Ashley Poust (San Diego Natural History Museum) e Thomas Stidham (Accademia cinese delle scienze), ha identificato in un fossile di 50 milioni di anni fa proveniente dall’Antartide, appartenente a un gruppo estinto di uccelli oceanici chiamati pelagornitidi, la più antica testimonianza di uccelli volanti veramente giganti.

I pelagornitidi simili ad albatri, ma che alcuni scienziati pensano siano imparentati con i pellicani, sono anche conosciuti come uccelli “dai denti ossei” a causa delle punte ossee che assomigliano a denti che spuntano dalle loro mascelle, rendendole simili a seghe.

Poust ricorda che «Quando pensiamo alle comunità di vertebrati marini del passato, le star sono spesso i mammiferi marini. Ma non erano i soli grandi predatori in giro».

Kloess, l’autore principale dello studio pubblicato oggi sulla rivista Scientific Reports e uno studente spiega che «La nostra scoperta di fossili, con la loro apertura alare stimata di quasi 6 metri, dimostra che, dopo l’estinzione dei dinosauri, gli uccelli si sono evoluti fino a dimensioni veramente gigantesche in tempi relativamente brevi e hanno governato gli oceani per milioni di anni».

I fossili che hanno permesso di ricostruire le dimensioni di questo gigantesco signore dei cieli e dei mari sono una porzione della mascella inferiore con parti dei “denti” ossei conservati, che sarebbero stati lunghi fino a circa 3 cm. La sezione della mascella proveniva da un cranio molto grande che sarebbe stato lungo fino a 60 cm. Utilizzando le misurazioni delle dimensioni e della spaziatura dei “denti” del pelagornitide e confrontandoli con altri fossili di pelagornitidi, gli autori dello studio hanno dimostrato che  il frammento del becco proveniva da un individuo grande, se non più grande, dei più grandi scheletri finora conosciuti di “denti ossei”. Inoltre, una parte di un tarso metatarso fossile, un osso del piede, proveniente da una località diversa dell’isola è il più grande esemplare noto per l’intero gruppo estinto di questi uccelli marini e i ricercatori dicono che «Entrambi i fossili suggeriscono che le specie estinte rappresentate dai fossili avevano un’apertura alare compresa tra 5 e 6 metri».

Poust e Kloess hanno lavorato con Stidham, un esperto di uccelli fossili passando parecchio tempo nelle collezioni del (Museum of Paleontology dell’università della California – Berkley dove si trova il fossile, rimanendo tutti affascinati dalle punte simili a denti sulla mascella fossile. Quando si sono resi conto del loro interesse comune, la loro collaborazione è stata una cosa ovvia.

Poust  evidenzia che «Ognuno di noi ha apportato competenze e interessi diversi al progetto. Ma penso anche che sia stato solo un piacere pensare alle strane comunità dell’antica Antartide. Non sono sicuro che ci riusciremo mai, ma aprire quei cassetti e vedere un intero ecosistema antartico, dai pesci estinti ai pinguini fossili, sarebbe una grande cosa».

50 milioni di anni fa, l’Antartide aveva un clima molto più caldo e non era certo il gelido continente che conosciamo oggi. Sebbene ci vivessero alcuni mammiferi terrestri estinti come marsupiali e lontani parenti di bradipi e formichieri, l’Antartide costiera era il regno degli uccelli. Occupavano la terra, il mare e l’aria ed erano ovunque enormi. Milioni di anni fa. la regione polare non era solo la culla delle prime specie di pinguini: era fiorenti anche le popolazioni di antenati estinti di anatre, struzzi, procellarie e altri gruppi di uccelli. Il nuovo studio documenta che gli enormi uccelli predatori dai denti ossei hanno fatto parte  dell’ecosistema antartico per oltre 10 milioni di anni, volando sopra i pinguini che già nuotavano negli oceani meridionali ricchi di prede.

Ma questi giganti dell’aria descritti nel nuovo studio non erano limitati all’Antartide. Gli esemplari della collezione del San Diego Natural History Museum dimostrano che nello stesso periodo, quando al posto di San Diego c’era una foresta lussureggiante, vivevano anche nel sud della California.

Poust  conclude: «Sono stati tra gli uccelli di maggior successo di tutti i tempi. Certo, erano grandi, ma hanno anche sorvolato tutti e sette i continenti e sono durati milioni di anni. Quel che è davvero strano è che non ci siano al tempo nostro. E’ davvero un peccato che non siano potuti durare un po’ più a lungo: mi sarebbe piaciuto vederne uno, per vedere come si inserirebbero in un ecosistema. Anche se immagino che quei denti fossero piuttosto spaventosi, quindi, forse, sarebbe stato meglio vederli solo con un binocolo».