Quanti anni hanno gli squali balena? Lo spiegano i test nucleari della guerra fredda

La radioattività dei test atomici utilizzata per determinare la longevità dei più grandi pesci sulla Terra

[7 Aprile 2020]

Lo studio “Annual Bands in Vertebrae Validated by Bomb Radiocarbon Assays Provide Estimates of Age and Growth of Whale Sharks”, pubblicato su Frontiers in Marine Science da un team internazionale di ricercatori è riuscito a trovare qualcosa di utile anche dall’eredità velenosa del test delle bombe nucleari avvenuti durante la guerra fredda negli anni ’50 e ’60: è riuscito a stimare con precisione l’età degli squali balena (Rhincodon typus), il più grande pesce del mondo,: gli esemplari più grossi possono pesare fino a 40 tonnellate e raggiungere i 20 metri di lunghezza.  Sono pacifici giganti che percorrono lunghe distanze filtrando plancton, ma in alcuni Paesi come la Thailandia e le Filippine la specie è classificata come in pericolo di estinzione a causa della pesca eccessiva.

Gran parte delle specie rimane un mistero, soprattutto su quanto e come invecchiano, Nel nuovo studio gli scienziati fanno notare che è la prima volta che viene verificata l’età di questa maestosa specie e che uno degli squali balena studiati quando è morto aveva circa 50 anni, facendone il più vecchio esemplare conosciuto della sua specie, mentre un altro squalo aveva circa 35 anni.

Per riuscire a stabilire l’età degli squali balena partendo dalle esplosioni nucleari, è stata utilizzata la datazione al radiocarbonio, che misura la persistenza della radioattività, e i ricercatori sono convinti che questo «potrebbe aiutare a garantire la sopravvivenza di questa specie in pericolo».

Il principale autore dello studio, Joyce Ong, del  Department of marine and coastal Sciences della  School of environmental and biological sciences della Rutgers University–New Brunswick, spiega che «Stime accurate della longevità, crescita e mortalità informeranno meglio gli sforzi di gestione e conservazione degli squali balena. L’elevata longevità, i tassi di crescita lenti, la maturità tardiva e la connettività globale di questa specie indicano un’elevata suscettibilità alla morte causata da impatti umani, come gli scontri con le navi. Quindi, questa conoscenza può aiutare i gestori della conservazione ad adattare le loro strategie per essere più efficaci».

E’ stato difficile stimare l’età degli squali balena alla morti perché, come tutti gli squali e razze, non hanno otoliti, le strutture ossee che gli scienziati usano per valutare l’età di altri pesci. Come gli anelli degli alberi, le vertebre dello squalo balena hanno strati distinti che aumentano con l’età, ma alcuni scienziati dicono che ogni anno si forma un nuovo anello, altri che se ne forma uno ogni sei mesi.

Per risolvere questo mistero, il team costituito, oltre he da Ong, da ricercatori dell’Háskóli Íslands (università dell’Islansa), Australian institute of marine science; King Fahd University of petroleum and minerals in Saudi Arabia e Fao ha deciso di esaminare l’eredità radioattiva della corsa agli armamenti nucleari della guerra fredda. Negli anni ’50 e ’60, Usa, Unione Sovietica, Gran Bretagna, Francia e Cina testarono le armi nucleari, facendole esplodere sia in mare che nell’atmosfera. Quella irresponsabile corsa agli armamenti nucleari, che portò il mondo sull’orlo dell’annientamento e che creò il cosiddetto equilibrio del terrore, raddoppiò anche temporaneamente il livello di carbonio-14, un elemento radioattivo naturale, presente nell’atmosfera. Gli archeologi e gli storici utilizzano frequentemente il carbonio-14 per datare ossa e manufatti antichi. Le esplosioni nucleari hanno rilasciato carbonio-14 e il fallout della Guerra Fredda ha saturato l’aria e gli oceani. Il carbonio-14 si ha gradualmente risalito le catene alimentari, determinando un elevato livello di carbonio-14 che permane. Insomma, Più vecchia è un animale, meno Carbonio-14 ci si aspetta di trovare. Uno degli autori dello studio, Mark Meekan, dell’Australian institute of marine science, ha spiegato alla BBC: «Quindi ogni animale che era vivo ha poi incorporato quel picco di Carbon-14 nelle sue parti dure. Questo significa che abbiamo un indicatore del tempo all’interno delle vertebre, il che significa che possiamo capire la periodicità con cui decadono quegli isotopi».”

Il team di scienziati ha testato i livelli di carbonio-14 negli anelli di crescita delle vertebre di due squali balena morti e conservati a Taiwan e in Pakistan, datandoli con precisione.

Meekan dice che <In assoluto, riguardi alla longevità di questi animali, potrebbero diventare molto, molto vecchi, forse fino a 100 – 150 anni. Questo ha enormi implicazioni per la specie. Suggerisce che queste creature sono probabilmente fortemente vulnerabili alle catture eccessive».

Gli scienziati dicono che i loro risultati «spiegano perché il numero di squali balena è crollato in luoghi come la Thailandia e Taiwan dove viene praticata la pesca» e Meekan conferma: «Non sono costruiti per essere sfruttati dagli esseri umani». Potendo stimare con precisione l’età degli squali balena, gli scienziati saranno in grado di fornire indicazioni più accurate su come si sta comportando una determinata popolazione e se è possibile consentire la pesca. Intanto la Lista Rossa Iucn ha recentemente aggiornato lo status degli squali balena da minacciato a minacciato di estinzione e i prossimi sviluppi della ricerca prevedono di studiare le vertebre degli squali arenati e squali balena più grandi e vecchi. Questo consentirà agli scienziati di affinare i modelli di crescita, ottenendo stime più accurate della crescita e della mortalità naturale che porteranno a strategie di conservazione più efficaci.

In molti Paesi tropicali, l’ecoturismo legato agli squali balena è oggi una grande risorsa e I ricercatori sono convinti che incoraggiando la cooperazione tra i diversi Paesi costieri e insulari lungo le vaste rotte che seguono gli squali balena è la chiave della loro sopravvivenza.

Meekan conclude: «Gli squali balena sono un fantastico ambasciatore per la vita marina e hanno fatto uscire così tante persone dalla povertà. Questa è una buona notizia e dimostra che alla fine si può trovare qualcosa di buono persino in una nuvola [atomica] a forma di fungo».