Quanto vale il coralligeno?

I servizi ecosistemici ignorati e perché conviene proteggere il mare

[2 Aprile 2021]

Cosa sappiamo della natura? Non tanto. Secondo le stime del Muséum National d’Histoire Naturelle francese abbiamo identificato tra l’1 e il 10% delle specie presenti sulla Terra. Nonostante l’ampio degrado degli ecosistemi marini a causa del loro sfruttamento, la nostra conoscenza di essi è particolarmente incompleta. Tuttavia, da un punto di vista biologico o economico, abbiamo tutto l’interesse a pescare informazioni. E’ quanto ha dimostrato un team di ricercatori dell’Aix-Marseille Université – Laure Thierry de Ville d’Avray, Dominique Ami, Anne Chenuil, Romain David e Jean-Pierre Féral – studiando il coralligeno, un habitat mediterraneo poco conosciuto.

Partendo dallo studio “How food security can be linked to the ecological and economical status of the coralligenous habitats of the Mediterranean Sea”, il team di ricerca francese si è chiesto: «Perché proteggere la natura? Fino agli anni ’70, la domanda non si poneva nemmeno. La natura era considerata appartenente agli esseri umani. Oggi è considerata dalle convenzioni internazionali come un patrimonio comune dell’umanità che dobbiamo trasmettere alle generazioni future. Queste convenzioni non sono molto vincolanti perché raramente sono accompagnate da sanzioni».

Ma se proteggiamo il mare e la biodiversità è perché ne riconosciamo il valore. Ma qual è il valore della natura?

Descrivendo il lavoro dei ricercatori, proseguito con il più recente studio “Application of the ecosystem service concept at a small-scale: The cases of coralligenous habitats in the North-western Mediterranean Sea” pubblicato su Marine Pollution Bullettin, Dialogues économiques  fa notare che «Un biologo potrebbe rispondere che la natura ha un valore intrinseco, vale a dire un valore proprio, indipendente dalla sua utilità per gli esseri umani, il che significa che deve essere protetta. Un economista direbbe che è utile per gli esseri umani. In economia, il valore è legato alla soddisfazione individuale. Questo valore economico può o non può essere monetario, come i minerali preziosi, come l’ossigeno che respiriamo, prodotto in gran parte dalle alghe. In ogni caso, può essere compreso solo attraverso la soddisfazione di un essere umano. Questa considerazione economica significa che lo stesso ecosistema non avrà lo stesso valore a seconda che sia accessibile (utile) all’uomo o meno.

Tuttavia, al fine di mettere in atto politiche di protezione della natura accettate dai responsabili delle decisioni e dalla popolazione, gli argomenti economici tendono a funzionare meglio. Per questo anche in biologia si studiano molto i servizi ecosistemici, ovvero i benefici che l’uomo trae dalla natura. L’idea che la natura sia utile all’uomo non è nuova. Quattrocento anni prima della nostra era, Platone aveva già osservato che la deforestazione causava l’erosione del suolo. Oggi il ruolo delle api nel mantenimento della biodiversità è ben noto. Ma questi servizi sono spesso definiti per gli ecosistemi vasti e per una popolazione numerosa. I servizi ecosistemici su piccola scala sono più difficili da identificare».

Ed è proprio quello che stanno facendo i ricercatori dell’Aix-Marseille Université  con il loro studio sul coralligeno. Gli habitat coralligeni sono poco conosciuti: per definire questi ecosistemi marini del Mediterraneo è ancora in corso un dibattito tra i biologi. Si presentano sotto forma di una base formata da alghe rosse calcaree e contengono più di 1.500 specie identificate. Particolarmente belli, possono essere formati da corallo rosso, gorgonie, briozoi e spugne. Gli habitat coralligeni sono molto variabili da un luogo all’altro per specie, forme, colori, in particolare tra est e ovest o tra nord e sud del Mediterraneo. Sebbene poco studiati, sono tra gli habitat più ricchi di specie mediterranee con praterie di Posidonia ben studiate e coralli profondi quasi inaccessibili. E proprio l’inaccessibilità è stata una delle principali difficoltà per poter realizzare lo studio degli habitat marini. Per osservare direttamente e scientificamente gli habitat coralligeni bisogna essere subacquei esperti.

Dialogues économiques fa notare che «Lo studio di questi habitat pone quindi due problemi: da un lato, la definizione di servizi ecosistemici è poco adatta a specifici ambienti aventi utilità locale, e dall’altro lo studio diretto è reso difficoltoso dal punto di vista tecnico e finanziario. Poiché gli habitat dei coralligeni cambiano molto a seconda delle regioni del Mediterraneo, i benefici che ne derivano possono essere molto diversi a seconda della posizione».

Gli autori dello studio si sono quindi concentrati sull’identificazione dei servizi ecosistemici degli habitat coralligeni in due aree protette nel sud della Francia: il Parc naturel de Port-Cros, che esiste da 50 anni, e il Parc national des Calanques, istituito nel 2012 e sottoposto a  una significativa pressione antropica dovuta alla sua vicinanza a Marsiglia.

Per determinare quali servizi ecosistemici fornisca il coralligeno, gli autori dello studio hanno intervistato 43 scienziati ambientali, gestori di aree marine protette, persone che utilizzano quotidianamente il coralligeno come pescatori tradizionali, pescatori di corallo e professionisti della subacquea ricreativa. Sono stati trovati circa 15 servizi che possono essere classificati in 4 categorie. Servizi di approvvigionamento quando c’è un prelievo nell’habitat. Ad esempio, la pesca o la raccolta del corallo rosso, un materiale molto apprezzato dai gioiellieri e relativamente costoso. I servizi culturali, riferiti alla conoscenza o al tempo libero che possono essere dati dagli ambienti naturali. Possono essere scoperte a beneficio di un vasto pubblico o semplicemente immersioni ricreative, una delle attività di punta nelle due aree protette francesi esaminate. I servizi di regolamentazione, cioè quelli che consentono di avere un ambiente favorevole alla vita, come la fissazione del carbonio mediante le alghe calcaree o la purificazione dell’acqua mediante le spugne. Questi servizi sono molto difficili da valutare. Infine, storicamente esiste una quarta categoria di servizi che vengono accantonati in una visione puramente economica perché non vanno diretto a beneficio dell’uomo: i servizi di supporto, le funzioni degli ecosistemi che garantiscono il ciclo della vita delle specie associate come l’habitat o la nursery.

Successivamente, sono stati organizzati due workshop con alcuni degli esperti per arrivare a un consenso sull’argomento e che hanno permesso di definire un elenco di servizi ecosistemici e di vedere le incertezze che potrebbero persistere. Un lavoro di inventario che è stato accompagnato da una classificazione dei servizi in ordine di importanza. I ricercatori spiegano che «L’importanza di un servizio ecosistemico può avere diverse definizioni, come raggiungere quante più persone possibile, essere la base di altri servizi o essere il più minacciato». Gli esperti hanno definito l’approvvigionamento alimentare, i siti di immersione, il potenziale per la scoperta scientifica e l’ispirazione artistica o scientifica come i contributi più importanti degli habitat coralligeni. I ricercatori fanno notare che «Tali studi sono difficili da realizzare perché ci basiamo su testimonianze in assenza di dati diretti e il compito è tanto più arduo perché le persone interrogate non hanno la stessa visione o definizione dell’oggetto dello studio, il coralligeno».

Per esempio, i pescatori sono utenti diretti del coralligeno ma la loro familiarità con il coralligeno è spesso limitata a ciò che ne estraggono senza vedere direttamente l’habitat e senza necessariamente distinguerlo da altri tipi di habitat di pesca. Ma lo studio ha comunque permesso di fare un inventario delle conoscenze sui servizi resi dal coralligeno in un dato momento.

Gli scienziati francesi sono convinti che «Per mettere in atto sistemi di protezione della natura, è ovviamente necessario sapere cosa proteggere. L’interesse di proteggere l’uno o l’altro ecosistema rispetto a un altro è difficile da stabilire. Per gli ecosistemi marini, abbiamo ancora una grave mancanza di dati scientifici. Le difficoltà materiali nell’accesso agli habitat coralligeni rendono impossibile valutare con precisione tutti i servizi ecosistemici regolatori, come la fissazione del carbonio, che potrebbe tuttavia essere di cruciale importanza. Ulteriori studi su questo ambiente potrebbero porre rimedio a questo.  Tuttavia, lo studio consente di identificare servizi ecosistemici localmente importanti da un punto di vista economico come la pesca, la raccolta del corallo rosso o anche la loro bellezza che ne fanno un luogo privilegiato per le immersioni subacquee. I servizi ecosistemici, spesso pensati su larga scala, potrebbero avere rilevanza locale».

Lo studio conclude: «Il coralligeno non è oggi protetto in quanto tale, ma rientra nella più ampia protezione offerta dai parchi naturali di Port-Cros e Calanques e, sebbene poco accessibile, la popolazione locale beneficia della sua presenza. Conoscere meglio gli ambienti naturali può consentire, da un lato, di realizzare il loro valore per l’uomo e, dall’altro, di mettere in atto politiche a tutela della natura».