Quarto Rapporto sullo stato del capitale naturale in Italia, Cingolani: allineato con Recovery plan e direttive Ue

Patuanelli: visione incentrata su sostenibilità, riduzione del dissesto idrogeologico, eolico e conservazione delle foreste

[8 Aprile 2021]

E’ stato presentato in videoconferenza, alla presenza di ministri della Transizione ecologica (Mite) Roberto Cingolani, delle politiche agricole e forestali Stefano Patuanelli, delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini e del Turismo Massimo Garavaglia, il “Quarto Rapporto sullo stato del capitale naturale in Italia” che, dopo l’approvazione, sarà trasmesso al presidente del Consiglio e al ministro dell’Economia. Alla riunione plenaria del Comitato per il capitale naturale sono intervenuti tra gli altri, oltre al direttore generale del Mite per il patrimonio naturalistico Antonio Maturani, il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Enrico Giovannini, il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, il ministro, il viceministro all’Economia Laura Castelli, il sottosegretario al ministero del Lavoro Rossella Accoto, il sottosegretario al Sud Dalila Nesci e il presidente dell’Ispra Stefano Laporta.

Al Mite spiegano che «Il Rapporto è stato predisposto tra novembre 2020 e marzo 2021. La necessità di preservare e ripristinare il capitale naturale per garantire una ripresa duratura è riconosciuta dall’Agenda Onu per lo sviluppo sostenibile e dal Green Deal europeo. Nell’impostare questa quarta edizione, gli esperti hanno concordato sull’importanza strategica di tenere in considerazione ciò nell’ambito della transizione economica prevista dal programma integrato del Next Generation EU, da sviluppare attraverso un Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che dedichi il 37% delle risorse alla biodiversità, ad azioni per il clima e all’adattamento ai cambiamenti climatici, anche in virtù dei nuovi impegni comunitari derivanti dalla Strategia europea per la biodiversità al 2030 e alla Strategia “Farm to Fork” per una migliore sostenibilità ecologica di tutta la filiera agroalimentare».

Secondo la “vision” del comitato «La nostra deve essere la prima generazione capace di lasciare i sistemi naturali e la biodiversità dell’Italia in uno stato migliore di quello che abbiamo ereditato. Per questo si suggerisce che il Pnrr, costituendo una straordinaria occasione per il necessario cambio di rotta, includa una grande opera pubblica” di ripristino degli ambienti terrestri e marini attraverso la creazione di infrastrutture verdi e soluzioni basate sulla natura, rispondendo altresì all’impegno delineato dal decennio delle Nazioni Unite sull’“Ecosystem Restoration” 2021-2030 e consentendo di affrontare l’adattamento ai cambiamenti climatici».

Nel suo intervento il ministro Cingolani si è soffermato sulle azioni prioritarie del Pnrr e ha sottolineato quanto sia «fondamentale puntare sulla riforestazione, sul miglioramento delle aree fluviali, sui programmi per i parchi e il mare, sulla riconnessione degli ecosistemi, sul turismo verde, sul monitoraggio del capitale naturale, includendo la decarbonizzazione, la circular economy, lo stop al consumo di suolo, il recupero delle aree degradate, le infrastrutture idriche, la mobilità urbana, senza dimenticare la pianificazione delle risorse. Ho osservato con soddisfazione che l’impostazione del “Quarto Rapporto sullo stato del capitale naturale” è allineata con il Recovery Plan, pur essendo nata precedentemente. E’ una buona notizia: vuol dire che stiamo quindi lavorando, tutti insieme, nella giusta direzione».

In un post sulla sua pagina Facebook, il ministro Patuanelli riassume: «Ci siamo confrontati sul IV Rapporto Annuale sul Capitale Naturale. Capitale al quale le foreste e i boschi italiani possono fornire un contributo fondamentale in termini di valorizzazione delle biodiversità, turismo verde, produzione di legno. Basti pensare che l’80% del fabbisogno di legno per l’industria manifatturiera italiana è coperto dall’importazione di materia prima. Dobbiamo quindi avviare una gestione forestale sostenibile dei boschi italiani, incrementando i prelievi laddove le realtà boschive lo consentano: in questo modo riduciamo l’importazione di legno e miglioriamo la gestione di boschi. C’è una forte convergenza tra i Ministeri coinvolti in merito alle azioni che coinvolgono il capitale naturale del Paese, con una visione incentrata sulla sostenibilità, la riduzione dei rischi di dissesto idrogeologico, la produzione eolica, la conservazione delle foreste. Temi che trovano ampio spazio anche nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che comprenderà anche fondi specifici per la creazione di filiere forestali».