Studio condotto all’università di Pisa pubblicato sulla rivista internazionale Phytotaxa e premiato dalla Società Botanica Italiana

Realizzato il censimento della flora legnosa nativa ed esotica di tutta la Toscana

Le specie più vulnerabili e rare della nostra regione. Specie invasive pericolose soprattutto nell’Arcipelago e nelle aree costiere e planiziali

[17 Ottobre 2019]

«Le specie legnose in Toscana sono 423, di cui 263 native e 160 esotiche», è quanto emerge dal primo censimento critico degli alberi e arbusti della Toscana realizzato da Francesco Roma-Marzio dell’Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa. La ricerca, pubblicata in un numero speciale dedicato della rivista Phytotaxa, e premiata dalla Società Botanica Italiana e è stata realizzata sotto la guida dei professori Gianni Bedini e Lorenzo Peruzzi del Dipartimento di Biologia dell’Ateneo pisano.

Roma-Marzio spiega che «In linea generale, a livello regionale, il numero di specie legnose native toscane è piuttosto alto infatti più della metà delle specie presenti sul territorio nazionale sono presenti anche nella nostra regione».

L’elenco degli alberi e arbusti toscani, in costante aggiornamento e con un dettaglio provinciale, è consultabile on line https://goo.gl/QUkDjT e consultandolo si scopre che «La provincia di Grosseto è quella con il maggior numero di specie native accertate, 181 in tutto, mentre per quanto riguarda le esotiche la provincia di Livorno, con ben 104 specie, risulta quella maggiormente a rischio mentre Siena con 25 specie è la provincia con il numero di più basso».

Ma il lavoro di Roma-Marzio ha messo in evidenza anche quali sono le piante più a rischio estinzione e al’iniversità di Pisa sottolineano che «Fra queste le due uniche specie legnose endemiche della regione, che crescono cioè esclusivamente in Toscana e precisamente sulle Alpi Apuane: si tratta del ranno delle Apuane (Atadinus glaucophyllus) e del salice delle Apuane (Salix crataegifolia), in pericolo soprattutto per lo sfruttamento eccessivo delle cave di marmo».

Roma-Marzi aggiunge: «Oltre al ranno e al salice delle Apuane fra le specie più vulnerabili c’è anche il cisto laurino (Cistus laurifolius). Si tratta di un cisto diffuso lungo le coste del Mediterraneo dal Portogallo al Mar Nero, ma che in Italia cresce esclusivamente in Toscana nei pressi dell’abitato di Santa Brigida in provincia di Firenze. In questo caso la vulnerabilità è causata principalmente dai rimboschimenti con conifere che vanno a modificare l’habitat preferenziale della specie e, in secondo luogo, dalla presenza di specie esotiche invasive».

Peruzzi ricorda che «Alla conservazione del cisto laurino abbiamo anche dedicato due studi specifici, pubblicati sulle riviste Nature Conservation e Flora, anche grazie al contributo di un Progetto di Ricerca di Ateneo”.

Uno dei problemi evidenziati dalla ricerca è la minaccia delle specie esotiche nei confronti della biodiversità regionale e in questo caso il pericolo riguarda principalmente le aree costiere e planiziali e le isole dell’Arcipelago Toscano: «In queste aree l’invasione di specie aliene come l’ailanto (Ailanthus altissima), la robinia (Robinia pseudoacacia) o l’agave americana (Agave americana) provoca un’omogeneizzazione del paesaggio vegetale – conferma Roma-Marzio – e lo stesso è accaduto in alcuni tratti di costa sabbiosa all’interno del Parco Regionale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli completamente invasi dalla jucca del Canadà (Yucca gloriosa), che ha tolto spazio alle specie che vivono in questo particolare ambiente”.

Peruzzi conclude: «Durante lo studio della flora legnosa della Toscana è stato inoltre possibile chiarire alcune criticità sistematiche relative al ginepro ossifillo (Juniperus oxycedrus) mettendo in evidenza che in Toscana sono presenti tre specie di questo gruppo, molto difficilmente distinguibili tra loro. Anche i risultati di questo ulteriore approfondimento sono stati pubblicati, sulla rivista Phytochemistry».