La Regione Sardegna commissaria l’Agenzia che difende le sue stesse coste

Sono 600 le firme già raccolte per salvarla

[30 Giugno 2014]

Sono quasi 600 i della petizione  “No al Commissariamento dell’Agenzia Conservatoria delle coste della Sardegna” indirizzata al nuovo presidente della Sardegna Francesco Pigliaru. Tra loro si riconoscono musicisti, scrittori, accademici e ambientalisti, fra i quali il Presidente della Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati, Ermete Realacci, il Fondatore e Presidente Onorario WWF Italia, Fulco Pratesi, Francesco Ferrante e Sergio Andreis del Kyoto Club, Roberto Tortoli, Presidente Mareamico, Rosalba Giugni, Presidente Marevivo, Annalisa Corrado e Roberto Della Seta di Green Italia, Stefano Deliperi, Presidente Gruppo di Intervento Giuridico, Amici della Terra, Graziano Bullegas, Presidente Italia Nostra SardegnaGiovanni Cordini, Presidente Giuristi dell’Ambiente, Gianni Massa, Consiglio Nazionale Ordine degli Ingegneri gli scrittori Dacia Maraini, Marcello Fois e Massimo Carlotto, il Coordinatore Nazionale di Libera, Enrico Fontana, il docente dell’Università di Cagliari, Giuseppe Melis, i musicisti sardi Paolo Fresu e Elena Ledda, e ben 12 Comuni sardi come Arbus, Buggerru, Calasetta, Castelsardo, Castiadas, Cuglieri, Domus de Maria, La Maddalena, Masainas, Porto Torres, Sant’Antioco e Stintino.

Tutti chiedono che venga revocata la decisione di commissariare l’Agenzia Conservatoria delle coste della Sardegna presa il 12 giugno dalla Giunta Regionale Sarda e di trasferire le sue funzioni ad un assessore regionale.

Nella petizione si legge che «Tale decisione, operata nell’ambito della più generale “spending review”, appare ingiustificata considerato che la Conservatoria delle coste è un ente sano, non in perdita e capace di risparmiare investire al meglio il denaro pubblico, come si evince dagli stessi rapporti ufficiali sul suo funzionamento resi pubblici sul suo sito istituzionale. L’efficienza economica e gestionale dell’Agenzia, esempio unico in Italia, e la sua capacità di attrarre finanziamenti per la Sardegna, dimostrano concretamente la validità di investire nelle politiche ambientali per creare uno sviluppo realmente sostenibile. In questi anni la Conservatoria delle coste ha rappresentato uno strumento concreto di supporto agli enti locali per l’applicazione delle politiche regionali di tutela e di gestione integrata delle zone costiere della Sardegna. Uno strumento innovativo al quale s’ispirano tutte le altre regioni italiane costiere».

Secondo i promotori ed i firmatari della petizione, «E’ sufficiente analizzare il processo virtuoso avviato dalla Conservatoria delle coste per lo sviluppo sostenibile dell’isola dell’Asinara, in applicazione della Deliberazione della Giunta Regionale del Dicembre 2008, per comprendere l’utilità di uno strumento come l’agenzia capace di coordinare competenze diversificate come le azioni di tutela e valorizzazione con la disponibilità diretta dei beni del patrimonio regionale affermando lo stesso ruolo istituzionale della Regione Sardegna in un’isola per oltre un secolo di proprietà dello Stato».

Ci si chiede che fine farà il patrimonio costiero affidato alla gestione dell’Agenzia, oltre 6.000 ettari, soprattutto sui litorali di Alghero, Muravera, Buggerru, Castiadas, che ritornerannonella disponibilità delle strutture regionali “ordinarie”, «Portando di fatto le lancette dell’orologio indietro di 10 anni, quando le coste della Sardegna venivano gestite in maniera settoriale – dicono i promotori della petisione salva-Agenzia – . Con la soppressione dell’Agenzia migliaia di ettari di coste, ad alto valore paesaggistico e ambientale, potranno, inoltre, esser messi in vendita ai migliori offerenti, pronti a speculare sulle coste sarde, magari con il pretesto di attrarre investimenti esteri».

Quello che si vuole evidenziare a  Pigliaru ed alla sua giunta di centrosinistra è che «Dopo decenni e a volte secoli di abbandono di molti beni storici del territorio regionale, la Conservatoria delle coste, grazie alle sue competenze integrate e uniche in tutta Italia, ha riportato l’attenzione sul patrimonio delle torri costiere, dei fari e delle stazioni semaforiche, iniziando il difficile restauro di molti manufatti e riportando questi beni culturali a un uso pubblico. In assenza di risorse pubbliche per la loro tutela, la Conservatoria, gestendo direttamente il patrimonio regionale, ha dimostrato che esiste un modello alternativo ed efficace di gestione di questi beni rappresentando uno strumento concreto di supporto agli enti locali per l’applicazione delle politiche regionali di tutela e di gestione integrata delle zone costiere della Sardegna. Tale modello è stato interamente ispirato dalle linee guida contenute nel documento “Fascia costiera come bene strategico comune della Sardegna” redatto dal primo Comitato Scientifico dell’Agenzia l’11 febbraio del 2009».

Inoltre molte associazioni ambientaliste ed istituzioni chiedono che il modello della Conservatoria delle coste della Regione Sardegna venga applicato a livello nazionale e l’Agenzia ha ricevuto persino i complimenti e del  Piano d’Azione del Mediterraneo dell’Unep.

«Con questo nostro appello chiediamo al Presidente della Regione Sarda on.le Francesco Pigliaru un ragionevole ripensamento sulla decisione ad oggi adottata, affinché sia revocata la decisione di commissariare l’Agenzia – scrivono ambientalisti, artisti, uomini e donne di cultura e politici – , auspicando che l’esperienza maturata e il lavoro della Conservatoria delle coste, possano proseguire naturalmente continuando a rappresentare una buona pratica di tutela e gestione integrata delle zone costiere per la Sardegna e per il resto dell’Italia».

Si può aderire all’appello, firmando online sulla piattaforma Change.org o scrivendo una mail all’indirizzo appellocostesarde@gmail.com.