Reintrodurre le lontre marine comporta più vantaggi che costi

Con il ritorno delle lontre marine in Canada, sistemi costieri quasi il 40% più produttivi

[16 Giugno 2020]

Dopo che le lontre marine (Enhydra lutris) erano state cacciate fino a quasi all’estinzione per il commercio di pellicce, negli anni ’70 vennero reintrodotte sulla costa nord-americana del Pacifico. Il loro rapido recupero e il loro vorace appetito per molluschi, ricci di mare, vongole e granchi le ha  fatto presto entrare in conflitto con le comunità costiere e i pescatori, che fanno affidamento sulle stesse preziose risorse marine per il cibo e il reddito.

Ma il nuovo  studio “Cascading social-ecological costs and benefits triggered by a recovering keystone predator”, pubblicato su Science a un team di ricercatori canadesi e statunitensi, evidenzia che «I benefici a lungo termine delle fiorenti popolazioni di lontre – come foreste di alghe più sane, catture di pesce più elevate, stoccaggio del carbonio e turismo – potrebbero valere fino a 53 milioni di dollari all’anno. Se ben gestiti, questi benefici economici potrebbero compensare perdite commerciali per la pesca dei molluschi di 7 milioni di dollari all’anno».

Si tratta della prima analisi economica regionale dei costi e dei benefici della reintroduzione della lontra marina lungo la costa occidentale dell’isola di Vancouver e fornisce un nuovo framework di modellazione per valutare i significativi cambiamenti ecologici a lungo termine portati da un predatore al top della catena alimentare come la lontra marina.

Il principale autore dello studio, Edward Gregr, dell’Institute for resources, environment and sustainability (Ires) all’università della British Columbia, spiega che «Il nostro lavoro offre uno sguardo su un futuro in cui le popolazioni di lontre si saranno riprese fino ad arrivare a  circa 5.000 animali e avranno rioccupato completamente il loro areale storico. Abbiamo scoperto che gli ecosistemi costieri dove sono presenti le lontre sono quasi il 40% più produttivi. A lungo termine, ciò equivale a catture di pesce più elevate del valore di 9 milioni di dollari, stoccaggio di carbonio per un valore di 2 milioni di dollari e opportunità turistiche per un valore di 42 milioni di dollari all’anno».

Questo perché le fameliche lontre portano a enormi trasformazioni nei loro ecosistemi locali: tenendo sotto controllo le popolazioni di ricci, consentono alle foreste di alghe di recuperare. Le foreste di alghe sane, a loro volta, stoccano il carbonio e sostengono un’abbondante vita marina che va dai salmoni, alle foche e alle balene.

Per realizzare questo studio, i ricercatori hanno integrato studi ecologici sul campo con i dati economici disponibili e il recente studio “Characterizing tourism benefits associated with top‐predator conservation in coastal British Columbia” pubblicato su Aquatic Conservation e hanno tenuto conto delle incertezze nei valori futuri e delle potenziali interazioni tra le specie nell’ecosistema costiero.

Un altro autore dello studio Kai Chan, dell’Ires e dell’Institute for the oceans and fisheries dell’università della British Columbia, sottolinea che «E’ chiaro che, se vogliamo raggiungere un futuro sostenibile, l’umanità deve invertire il declino della biodiversità. Questo studio dimostra che il ripristino di specie chiave per gli ecosistemi può anche avere grandi benefici per le persone e potrebbe fungere da utile quadro per valutare un migliore recupero dei predatori altrove».

Ma i ricercatori avvertono che «I costi e i benefici delle riorganizzazioni di ecosistemi così vaste spesso non sono equamente distribuiti». Nella British Columbia, le future decisioni gestionali devono prendere in considerazione le implicazioni per le comunità indigene locali e i pescatori, che stanno subendo in modo più acuto le perdite derivanti dalla mancata pesca dei molluschi. Ad esempio, mentre è probabile che i pescatori commerciali si adattino a un minor numero di granchi in acque poco profonde pescando in acque più profonde, è possibile che non possano essere in grado di farlo gli indigeni o i piccoli pescatori costieri.

Gregr fa notare che «Anche altri costi e benefici – come la sicurezza alimentare, la cultura e la tradizione – sono considerevoli, ma sono più difficili da valutare in dollari. Procedendo, vogliamo ridimensionare il modello e incorporare tali impatti a livello locale».

I ricercatori sperano che quantificando in maniera più estesa l’impatto delle trasformazioni ecologiche contribuiranno a mitigare i conflitti, promuovendo l’accettazione del cambiamento degli ecosistemi da parte delle popolazioni costiere umane e aiutandole a identificare le opportunità per le comunità locali.

Gregr  conclude: «Le lontre marine hanno coesistito e sono state gestite dai popoli indigeni di questa regione per millenni. La loro ripresa è un’opportunità d’oro per il governo del Canada di conciliare la gestione della pesca costiera con le comunità locali e gli stakeholders regionali per garantire comunità costiere forti e sane e popolazioni di lontre fiorenti».