Ricercatori italiani e svedesi intitolano a Greta Thunberg una nuova specie di tardigradi

Studio in una riserva della biosfera Unesco scopre 4 nuove specie degli indistruttibili animaletti

[12 Marzo 2021]

Lo studio “Tardigrades of Kristianstads Vattenrike Biosphere Reserve with description of four new species from Sweden”, pubblicato su Scientific Reports da un team di ricercatori italiani e svedesi dell’università di Modena e Reggio Emilia – Unimore (Roberto Guidetti, Edoardo Massa, Michele Cesari e Lorena Rebecchi) e dell’università svedese di Kristianstad (K. Inggemar Jönsson, rivela la scoperta di  4 specie di tardigradi finora sconosciute alla scienza, a una delle quali (Xerobiotus gretae) è stato dato il nome della giovane attivista climatica  Greta Thunber.

Lo studio, condotto nella riserva della biosfera Unesco di Kristianstads Vattenrike, nel sud della Svezia, riguardava proprio la biodiversità degli indistruttibili tardigradi, oggetto da decenni delle ricerche degli scienziati emiliani, ormai universalmente riconosciuti come i maggiori esperti di questi straordinari animali, s dotati di “superpoteri” e per certi aspetti ancora sconosciuti. L’unico svedese del team, Jönsson, è stato il primo ad esporre i tardigradi al vuoto spaziale durante una missione dell’European Space Agency.

Le altre nuove specie di tardigradi trovate nella Biosfera Unesco svedese sono state dedicate: a Sven-Erik Magnusson, fondatore della Biosfera di Kristianstads Vattenrike (Itaquascon magnussoni); a Emilia Lonis, centenaria nonna di Edoardo Massa (Mesobiotus emiliae), primo firmatario dell’articolo pubblicato su Scientific Reports, una delle ultime operaie viventi che con il proprio lavoro hanno bonificato la “Piana di Terralba” in Sardegna, oggi sito della rete “Natura 2000”; e a Gustav Thulin (Thulinius gustavi), il primo tardigradologo svedese (1889-1945) riconosciuto a livello internazionale, che ha dato importanti contributi alla conoscenza della fauna svedese e alla moderna tassonomia e filogenetica dei tardigradi.

Complessivamente, lo studio della biodiversità dei tardigradi della riserva Biosfera Unesco di Kristianstads Vattenrike, oltre alle 4 nuove specie ha portato ad individuare 29 specie, di cui 15 mai rinvenute in Svezia. Le 33 specie identificate nell’area rappresentano il 28% di tutte le specie di tardigradi trovati in Svezia e il 2,4% di tutte le specie descritte nel mondo (1.354 in totale) suggerendo che la riserva della Biosfera sia un hot-spot di biodiversità anche per i tardigradi.

I tardigradi, definiti “The toughest animals of the Earth” (Gli animali più tosti della Terra), sono non più grandi di un millimetro, visibili solo con un microscopio. Vengono chiamati anche orsetti d’acqua per il loro aspetto pacioso di piccoli orsi a 8 zampe. Vivono in tutto il mondo, dalle profondità marine, nei fiumi e sulla terra ferma nei muschi, licheni, fogliame e terreno, dall’Artide all’Antartide, dalle cime delle montagne ai deserti. Negli ultimi anni sono diventati abbastanza noti grazie alla loro anidrobiosi, la capacità di diseccarsi e di tornare attivi una volta che l’acqua torna a disposizione nell’ambiente in cui vivono. I ricercatori ricordano che i tardigradi «Possono rimanere nello stato secco per anni sospendono il loro metabolismo e diventando capaci di resistere a condizioni ambientali estreme, quali temperature più altre di 150° C, o vicine allo zero assoluto (-273° C), a radiazioni ultraviolette o raggi gamma e protonici in dosi 1.000 volte maggiori di quelle capaci di uccidere un uomo e al vuoto spaziale o a pressioni 74.000 volte maggiori a quella atmosferica. Lo studio delle loro capacità applicate alla “biomimetica” si spera consentirà di sfruttare le straordinarie proprietà dei tardigradi in applicazioni tecnologiche per la conservazione di cellule, organi e vaccini in stato secco per lunghi periodi. La conoscenza della loro diversità, distribuzione ed adattamenti è il presupposto per poter svolgere studi mirati alla scoperta dei loro segreti».

All’ Unimore spiegano che «Abbiamo deciso di dedicare una di queste specie Xerobiotus gretae all’attivista per il clima Greta Thunberg per il coraggio, la tenacia e gli sforzi per aprire gli occhi dei leader mondiali sulla necessità di agire contro il cambiamento climatico. I risultati di Greta Thunberg ci danno la speranza che le sfide per cambiare l’insostenibile percorso delle società umane siano ancora possibili, proprio come i piccoli tardigradi sono in grado di superare sfide ambientali apparentemente impossibili. Così come i tardigradi, Greta Thunberg fin da piccola, a discapito delle intemperie e degli attacchi anche personali, ha continuato imperterrita la sua battaglia per il clima coinvolgendo generazioni di giovani e adulti. La comune nazionalità di Greta e di questo nuovo tardigrado, trovato in muschi che crescono su terreno sabbioso soggetto a essiccamento e gelo, ci ha indotto a dedicare a lei questa specie».

Con questa nuova specie di tardigrado diventano ora 5 i taxa dedicati a Greta Thunberg: un genere di ragni (Thunberga), un coleottero (Nelloptodes gretae), una chiocciola (Craspedotropis gretathunbergae) e un collembolo (Frisea gretae).