Scoperta una nuova specie di tartaruga mata mata. Sono due specie, non una

Gli scienziati: «Lo stato di conservazione di questo bizzarro rettile corazzato deve essere rivalutato»

[27 Aprile 2020]

Basandosi su indagini genetiche, lo studio “Genomic analyses reveal two species of the matamata (Testudines: Chelidae: Chelus spp.) and clarify their phylogeography”, pubblicato su  Molecular Phylogenetics and Evolution da un team di ricercatori colombiani, brasiliani, tedeschi e britannici, guidato da Mario Vargas-Ramírez dell’ Universidad Nacional de Colombia e del Senckenberg Naturhistorische Sammlungen Dresden, descrive una nuova specie di tartaruga di mata mata.

Uno degli autori dello studio Uwe Fritz dello Senckenberg, ricorda che «Fino ad ora, era stato ipotizzato che il genere Chelus contenesse solo una singola specie. La nuova descrizione richiede anche una rivalutazione dello status di conservazione di queste specie, che sono spesso vendute nel commercio illegale di animali».

Queste testuggini di acqua dolce, lunghe fino a 53 cm e che vivono nascosti nel fango, hanno un aspetto bizzarro che li rende simili a rocce ricoperte di alghe. Ma quando una preda si avvicina le mata mata mostrano una velocità impensabile e la risucchiano aprendo improvvisamente la loro grande bocca e la ingoiando il malcapitato animale.

Fritz, che cura le collezioni di storia naturale Sdello enckenberg, spiega che «Sebbene queste tartarughe siano ampiamente conosciute per il loro aspetto bizzarro e il loro insolito comportamento alimentare, sorprendentemente poco si sa sulla loro variabilità genetica. Fino a ora, avevamo supposto che ci fosse solo una specie di questo rettile corazzato, il cui areale si estende ampiamente in tutto il Sud America».

Ma ancora una volta la realtà si è rivelata diversa anche per questa specie già in pericolo a causa dell’impatto antropico. Fritz evidenzia che «Diversi studi hanno messo in evidenza che le singole tartarughe mata mata hanno un aspetto diverso nel fiume Orinoco rispetto  quelle del bacino amazzonico. Sulla base di questa osservazione, abbiamo deciso di dare un’occhiata più da vicino alla composizione genetica di questi animali».

Utilizzando 75 campioni di DNA, i ricercatori sono stati in grado di dimostrare che, «Contrariamente alle ipotesi precedenti, esistono due specie geneticamente e morfologicamente ben differenziate di tartarughe mata mata». La specie appena descritta Chelus orinocensis vive nei bacini dell’Orinoco e Río del Negro, mentre la specie nota come Chelus fimbriata ha il suo areale esclusivamente nel  bacino amazzonico.

Secondo lo studio, «Le due specie si sono divise durante il tardo Miocene, circa 13 milioni di anni fa. Durante questo periodo, l’ex bacino Amazzoni-Orinoco iniziò a separarsi nei due bacini fluviali conosciuti oggi. Numerose specie animali acquatiche furono così separate spazialmente e iniziarono a divergere geneticamente».

Ma la suddivisione delle mata mata in due “nuove” specie richiede anche una rivalutazione del loro status di conservazione. Vargas-Ramírez  conclude_ «Ad oggi, questa specie non era considerata in pericolo, in base alla sua distribuzione diffusa. Tuttavia, i nostri risultati dimostrano che, a causa della divisione in due specie, la dimensione della popolazione di ciascuna specie è inferiore a quanto precedentemente ipotizzato. Inoltre, ogni anno, migliaia di questi animali dall’aspetto bizzarro finiscono nel commercio illegale di animali e vengono confiscati dalle autorità. Dobbiamo proteggere questi affascinanti animali prima che sia troppo tardi».