Scoperto un nuovo antibiotico nella foresta tropicale messicana

I risultati di uno studio potrebbero portare a produrre "probiotici vegetali", nuovi antibiotici e piante più resistenti

[9 Ottobre 2019]

Lo studio “Structure of ribosome-bound azole-modified peptide phazolicin rationalizes its species-specific mode of bacterial translation inhibition” pubblicato su Nature Communications da un team internazionale di ricercatori guidato da Dimitrii Travin del Center of Life Sciences dell’Istituto di scienza e tecnologia Skolkovo di Mosca e dell’Accademia delle scienze russa, rivela l’esistenza di un antibiotico prodotto da un batterio che vive nel suolo di una foresta tropicale messicana che potrebbe contribuire a produrre un “probiotico vegetale”, piante più robuste e altri antibiotici.

Allo studio hanno partecipato scienziati di: Skolkovo; Accademia delle scienze russa, università statale Lomonosov di Mosca; Rutgers University-New Brunswick, università della California – Berkeley; università dell’Illinois – Chicago; Université Paris-Sud e Université Paris-Saclay e secondo il team di ricercatori, «I probiotici, che forniscono batteri più amichevoli e benefici per la salute per l’uomo, possono anche essere utili per le piante, mantenendole sane e più robuste. Il nuovo antibiotico, noto come phazolicin, impedisce ai batteri nocivi di penetrare nei sistemi radicali delle piante di fagioli»

Il russo Konstantin Severinov, dello Skolkovo, che collabora anche con il Waksman Institute of Microbiology e insegna biologia molecolare e biochimica alla School of Arts and Sciences della Rutgers University-New Brunswick, ha sottolineato: «Speriamo di dimostrare che il batterio può essere usato come “probiotico vegetale” perché la fazolina impedirà la crescita di altri batteri potenzialmente dannosi nel sistema radicale di piante importanti dal punto di vista agricolo. La resistenza agli antibiotici è un grosso problema sia in medicina che in agricoltura e le continue ricerche di nuovi antibiotici sono molto importanti in quanto possono fornire indicazioni per futuri agenti antibatterici».

Alla Rutgers University-New Brunswick spiegano che «Il batterio che produce la fazolina è una specie non identificata di Rhizobium. È stato trovato in una foresta tropicale a Los Tuxtlas, in Messico, nel terreno e nelle radici dei fagioli selvatici chiamati Phaseolus vulgaris , da cui il nome dell’antibiotico: phazolicin. Come altri Rhizobia, il microbo che produce la fazolina forma noduli sulle radici delle piante di fagioli e fornisce azoto alle piante, facendole crescere più robuste di altre. A differenza di altre rizobie, difende anche le piante dai batteri nocivi sensibili alla fazolina».  Una caratteristica che potrebbe essere sfruttata anche per fagioli, piselli, ceci, lenticchie, arachidi, soia e altri legumi.

Usando analisi computerizzata e bioinformatica, gli scienziati hanno prima previsto l’esistenza della fazolina e poi ne hanno confermato l’esistenza in laboratorio, rivelando la struttura atomica dell’antibiotico e dimostrando che è legato e ha effetti sul ribosoma, la fabbrica che produce proteine ​​nelle cellule batteriche. Il team internazionale di scienziati ha così scoperto di poter modificare e controllare la sensibilità o la suscettibilità all’antibiotico introducendo mutazioni nei ribosomi.