Sea Shepherd: bene che il Giappone esca dall’Iwc. Fine della caccia alle balene nell’Oceano Antartico

Senza il Giappone e gli Stati fantoccio, si potrà realizzare il Santuario delle balene in Antartide

[31 Dicembre 2018]

Sea Shepherd, l’organizzazione radicale di azione ambientalista fondata da ex attivisti di Greenpeace, non è d’accordo con quanti pensano che l’uscita del Giappone dall’International whaling commission (Iwc)  e dà una lettura di questa decisione completamente diversa da quella delle altre associazioni ambientaliste: «A partire dal 2002, Sea Shepherd si è opposta operazioni di caccia giapponesi nel Santuario delle Balene con spedizioni in acque antartiche prima volta nel 2002 seguita da campagne continue dal 2005 fino al 2017. Durante questo periodo oltre 6.000 balene furono salvate dagli arpioni di cacciatori di balene commerciali giapponesi che si fingevano balenieri di ricerca per gli interventi di Sea Shepherd. Nel 2017, il governo giapponese ha iniziato a investire milioni di dollari in sforzi di sicurezza per impedire a Sea Shepherd di coinvolgere le proprie flotte. Queste misure di sicurezza includevano la sorveglianza in tempo reale di livello militare. Anche se ciò ha impedito a Sea Shepherd di tornare nell’Oceano Antartico nel 2018, ha anche collocato il Giappone in una posizione in cui spende enormi risorse in continua sicurezza. In altre parole, il costo della prevenzione dell’intervento di Sea Shepherd è diventato molto costoso».

Secondo il capitano Paul Watson di Sea Shepherd, «Questo, e il verdetto della Corte Internazionale di Giustizia che ha definito la ricerca giapponese come fraudolenta, unito  alla condanna mondiale delle loro attività nell’Oceano meridionale, ha portato a questa decisione di dichiararla apertamente attività commerciale di caccia alla balena».

Sea Shepherd fa notare che ora, con l’uscita dall’Iwc. il progetto del Giappone di proporsi come ricercatori sarà ora abbandonato e che «Ciò significa che non ci può essere assolutamente alcuna giustificazione per la caccia alle balene in un santuario di balene riconosciuto a livello internazionale. Questo sarà l’ultimo anno di attività di caccia alla balena giapponese nell’Oceano Antartico. L’obiettivo di Sea Shepherd di porre fine al massacro delle balene nel Santuario delle Balene nell’Oceano Antartico è stato realizzato. Questa è una vittoria per la campagna per rendere l’Oceano Meridionale una zona libera dalle baleniere. Se il Giappone decide di ritirarsi dall’International whaling commission, questo consentirà all’Iwc di approvare la mozione per istituire il Santuario delle Balene del Sud Atlantico, ponendo così fine alla caccia alle balene nell’emisfero australe».

Ma per Sea Shepherd le battaglie contro le baleniere non sono finite: «Il Giappone ora si unirà alla Norvegia e all’Islanda come nazioni della caccia illegale alle balene nel Nord Pacifico e nel Nord Atlantico. Le guerre delle balene nell’Oceano Antartico saranno presto finite. L’attenzione ora deve essere posta sull’emisfero settentrionale».

Per questo «Sea Shepherd accoglie favorevolmente questo annuncio del Giappone e lo considera uno sviluppo positivo» e  Watson aggiunge: «Siamo lieti di vedere la fine della caccia alle balene nel Santuario delle Balene dell’Oceano Antartico. Siamo lieti che presto avremo un Santuario delle Balene del Sud Atlantico e non vediamo l’ora di continuare ad opporci alle tre restanti nazioni dei balenieri pirata: Norvegia, Giappone e Islanda. La caccia alle balene come industria “legale” è finita. Non resta che spazzare via i pirati».

Anche la verde Ilaria Delfina Ferri, ex componente del Comitato tecnico scientifico del Santuario dei Cetacei “Pelagos” è convinta che l’uscita del Giappone dall’Iwc sia una grande vittoria e sulla sua pagina Facebook spiega: «Potrebbe essere la svolta per la reale tutela di tutte le balene che, per altro, il Giappone non ha mai smesso di cacciare, come del resto l’Islanda e la Norvegia. Il Giappone, anche per seri problemi economici: cacciare nell’emisfero australe, anche dopo l’affondamento della Nisshin Maru, la loro più importante nave fattoria è un investimento eccessivo e non ben visto da una parte del Governo, anche per questo si tira indietro dalla Commissione internazionale baleniera e sceglie di cacciare nelle sue acque territoriali senza sconfinare nell’oceano australe. Sarà positivo perché senza il Giappone in Commissione internazionale baleniera (nata in seno all’Onu nel 1946 per regolare le quote di caccia commerciale ) spariranno tutti i Paesi da questo comprati, dalla Mongolia alle isole caraibiche che fino ad ora hanno contrastato le attività di tutela e votato contro provvedimenti importantissimi quali la realizzazione di Santuari internazionali nei quali è assolutamente vietato catturare le balene ancor più di quanto già ; non preveda la moratoria Iwc del 1986 e, soprattutto, sarà possibile esercitare controlli da parte della guardia costiera. Da tempo la commissione internazionale baleniera, grazie a questi giochetti del Giappone, ha perso ogni suo significato e, così com’è, non serve più dal 1986».

La Ferri evidenzia che «E’ una questione di numeri e di politica dei Paesi like minded, ovvero di tutti i Paesi contro la caccia alle balene. Le associazioni, per continuare a raccogliere fondi, sono abituate a non dare quasi mai le informazioni corrette, talvolta proprio perché proprio non conoscono gli argomenti e le dinamiche tecniche e dei fatti; o, peggio, hanno creato tensioni inutili ed improduttive promuovendo il boicottaggio. Niente di più stupido alimentare odio internazionale. Queste battaglie non si vinceranno mai con il boicottaggio – meglio costruire ponti piuttosto che muri – ma con il coinvolgimento delle persone locali e con il rispetto di normative e accordi internazionali come la Cites che il Giappone è comunque chiamato a rispettare. Le mattanze dei piccoli cetacei a Taiji – come mostrato nel film The Cove – sono ignote alla quasi totale popolazione nipponica. I giovani sono il nostro futuro, non mangiano balene e le manifestazioni locali contro le uccisioni dei cetacei sono sempre di più».

La Ferri  è convinta che «I Paesi balenieri oltre il Giappone perderanno il loro supporto e, a breve, il teatrino finirà e grazie soprattutto ad Australia e Nuova Zelanda le balene nell’ emisfero australe saranno presto tutelate grazie ad un nuovo ed unico santuario immenso ed anche la così detta caccia alle balene di sussistenza (dei popoli Makah e della Groenlandia) non sarà più sostenuta ed accettata, quindi anche le Faroe, rappresentate dalla Danimarca in Iwc, avranno vita difficile».

Louie Psihoyos, direttore esecutivo di Oceanic Preservation Society, regista premio Oscar di The Cove e di Racing extinction, in un’intervista a Nippon Television  ha detto: «Personalmente sono rincuorato per il ritiro dall’Iwc proposto dal Giappone. Significa che la delegazione giapponese non deve più mentire sul fatto che stessero uccidendo balene in un santuario marino sotto le mentite spoglie della scienza: quella mascherata era un affronto per tutti non solo, per la scienza ma per tutto il mondo. Il ritiro dei balenieri dall’Iwc significa anche che i fondi per le vittime del disastro di Fukushima non saranno più dirottati per finanziare il loro bracconaggio di balene nel Santuario dell’Oceano Antartico. La notizia significa anche che le nazioni fantoccio come la Mongolia, che non hanno coste, e le povere nazioni caraibiche non saranno più pagate per votare per gli interessi egoistici delle baleniere. Questa decisione è anche una vittoria per la comunità ambientale e scientifica perché significa che i balenieri hanno perso la voce sulla scena internazionale e l’Iwc ora sarà ora libera di dichiarare l’Oceano Australe un vero santuario marino protetto per tutte le nazioni. Quindi sono molto felice ma sarò più felice quando la caccia alle balene verrà abolita e il popolo giapponese potrà ricongiungersi alla comunità internazionale e aiutarci a ripristinare gli oceani. Finalmente i balenieri giapponesi possono abbandonare la farsa che stavano cacciando le balene per la scienza: sono stati cacciati dall’Oceano Antartico e non saranno più incentivati ​​a far votare le nazioni fantoccio per i loro stessi ristretti interessi personali. avremo la possibilità di diventare un vero santuario libero da questa balla dei bracconieri canaglia contro il diritto internazionale. E’ una buona liberazione, ora l’Iwc può tornare alla conservazione invece che alla caccia».