Total non potrà trivellare la barriera corallina del Rio delle Amazzoni, Ibama gli nega la licenza (VIDEO)

Greenpeace: abbiamo vinto. Ma la presidenza Bolsonaro potrebbe cambiare tutto

[10 Dicembre 2018]

La multinazionale francese Total non potrà sfruttare il giacimento petrolifero al lago della costa dello Stato brasiliano dell’Amapá, vicino alla barriera corallina dell’Amazzonia, Infatti, l’Instituto Brasileiro do Meio Ambiente e dos Recursos Naturais Renováveis (Ibama) ha pubblicato un comunicato nel qualesi legge; «La licenza ambientale per l’attività di trivellazione a mare nei blocchi FZA-M-57, 86, 88, 125 e 127 della foce del Rio delle Amazzoni è stata respinta venerdì (07/12) per  una serie di problemi tecnici identificati durante il processo di rilascio delle licenze».

La relazione tecnica redatta dal presidente dell’ufficio preposto dell’Ibama, Suely Araujo, indvidua «Profonde incertezze legate al piano di emergenza dell’impresa, aggravate a dalla possibilità che una qualsiasi fuoriuscita di petrolio colpisca le barriere biogeniche presenti nella regione e la biodiversità marina più in generale».

Altri problemi identificati dal team del Coordenação de Licenciamento Ambiental de Exploração de Petróleo e Gás non sono stati risolti da Total nei documenti tecnici presentati all’IBama che assicura di aver «Garantito a Total E & P do Brasil ogni possibile opportunità di integrare e chiarire i problemi tecnici identificati durante il procedimento».  La situazione dell’area doveva essere davvero delicata, visto che nel 2018 Ibama ha concesso 24 licenze e autorizzazioni per attività sismiche per petrolio e gas, 20 per trivellazioni e 46 per la produzione.

Ma le lacune informative e le incongruenze nella docunentazione della Total erano già state evidenziati da Greenpeace fin dall’inizio della campagna Defenda os Corais da Amazônia nel gennaio 2017 e il coordinatore della campagna, Thiago Almeida di Greenpeace Brasil è molto soddisfatto: «Questa è una grande notizia per i coralli dell’Amazzonia, un ecosistema unico di cui si sa poco. E una grande notizia per le comunità locali e l’attivismo ambientale perché dimostra il potere della mobilitazione popolare. Questa vittoria dimostra che l’attivismo, così come il lavoro tecnico svolto dal Ibama, devono essere valorizzati nel Paese,.

Due anni fa più di 2 milioni di persone hanno firmato una petizione online lanciata da Greenpeace, dagli scienziati, la popolazione dell’Amapá e per evidenziare i rischi dell’esplorazione petrolifera per la barriera corallina amazzonica appena scoperta e che le spedizioni scientifiche hanno scoperto che si estende per 56.000 km2, facendone una delle più grandi barriere coralline del Sud America; l’esistenza di una banco di i rodoliti all’interno di uno dei blocchi di Total e l’estensione della formazione del reef fino alla Guyana francese hanno fatto il resto.

Ma il rischio non è ancora finito: anche la BP ha un blocco nel bacino della Foz do Amazonas e questo processo di autorizzazione ambientale è ancora in corso. Greenpeace teme che Ibama non sia ancora pronta per quando il nuovo presidente neofascista del Brasile, Jair Bolsonaro – noto amico dei petrolieri -, assumerà l’incarico il primo gennaio. 

Almeida. comunque conclude sottolineando che «Questa vittoria manda un messaggio ai giganti del petrolio: non c’è più spazio per un’attività economica che minacci la natura e le persone e che incoraggia anche una fonte di energia che contribuisce al riscaldamento globale».

Videogallery

  • Uma vitória para os Corais da Amazônia!