Trump smantella la legge di Nixon sulle specie in pericolo di estinzione

L'Endangered Species Act rottamato nonostante l’opposizione dell’opinione pubblica. Durissima reazione delle associazioni ambientaliste

[13 Agosto 2019]

Nonostante i continui allarmi sull’estinzione globale di massa delle specie, l’Amministrazione Trump ha pubblicato i regolamenti finali che indeboliscono l’Endangered Species Act (ESA), lo strumento legislativo statunitense più efficace per salvare la fauna selvatica dall’estinzione. Quello che gli ambientalisti hanno subito ribattezzato “l’Extinction Plan di Trump” indebolirebbe le protezioni essenziali per le specie già in pericolo e renderebbe molto più difficile estendere le protezioni alle specie minacciate, ritardando l’azione di salvaguardia fino a quando sarebbe potenzialmente impossibile salvare una specie a rischio. L’Endangered Species Act è stato promulgato nel 1973 da un altro discusso presidente repubblicano: Richard Nixon e da allora ad oggi ha protetto più di 1.600 specie di piante e animali, diventando uno dei simboli di una efficace legislazione bi-partisan.

Le nuove regole entreranno in vigore tra 30 giorni e la più grande associazione ambientalista Usa, Sierra Club, spiega che questo «Rende più difficile e proteggere gli orsi polari, le barriere coralline e altre specie che sono influenzate dagli effetti dei cambiamenti climatici; consente di far prevalere i fattori economici al momento di decidere se salvare una specie e rende più semplice per le imprese costruire strade, pipelines, miniere a e altri progetti industriali in habitat e aree che sono essenziali per la sopravvivenza di specie in pericolo».

Nonostante l’enorme opposizione dell’opinione pubblica all’indebolimento delle protezioni della Endangered Species Act – dopo l’annuncio della proposta di nuove regole sono state presentate oltre 800.000 osservazioni pubbliche contrarie alle modifiche e nell’autunno 2018 105 deputati del Congresso e 34 senatori hanno inviato al Dipartimento degli Interni di Trump per protestare contro la rottamazione  e 10 Stati, il Distretto di Columbia più di 30 nazioni tribali si sono dichiarati contrari all’indebolimento dell’Endangered Species Act – il  segretario agli Interni David Bernhardt, un ex lobbista petrolifero, ha annunciato che il cambiamento dei regolamenti permette alla  legge di «Garantire che rimanga efficace nel raggiungimento del suo obiettivo finale: il recupero delle nostre specie più rare. Un atto amministrato che assicura in modo efficace che più risorse possano andare dove faranno meglio: alla conservazione sul campo».

Gary Frazer, vicedirettore dell’US Fish and Wildlife Service, ha detto ai giornalisti che «Nulla a mio avviso qui è un cambiamento radicale per il modo in cui abbiamo analizzato ed elencato le specie negli ultimi dieci anni circa».

Ma le associazioni ambientaliste la vedono molto diversamente e ricordano che «L’Endangered Species Act è stato estremamente efficace; oltre il 99% di animali, piante e insetti protetti dalla legge sono stati salvati dall’estinzione. La protezione dell’Endangered Species Act ha salvato alcuni degli animali più famosi della nazione tra cui l’aquila calva, il lamantino della Florida, il lupo grigio americano e la megattera. Un sondaggio del 2018 ha rilevato che 4 americani su 5 sostengono l’Endangered Species Act e solo uno su  10 afferma di opporsi».

Lena Moffitt, direttrice della campagna Wild America di Sierra Club, è convinta che «Minare questa legge popolare e di successo è un importante passo nella direzione sbagliata, mentre affrontiamo le crescenti sfide del cambiamento climatico e dei suoi effetti sulla fauna selvatica. L’Endangered Species Act funziona; le nostre comunità – sia naturali che umane – ne hanno raccolto i frutti. Questa rete di sicurezza deve essere preservata».

Leigh Henry, direttore, Wildlife Policy del Wwf ha dichiarato: «L’Endangered Species Act nasce da un impegno bipartisan per garantire un futuro alla natura e questi cambiamenti minano fondamentalmente la promessa di lunga data dell’America di proteggere l’incredibile varietà di vita del nostro pianeta. I cambiamenti trascurano decenni di prove che dimostrano l’efficacia dell’Endangered Species Act nella conservazione della fauna selvatica minacciata e minimizzano la profonda minaccia dell’estinzione guidata dal clima. A maggio, un rapporto fondamentale dell’Onu ha scoperto che le perdite di biodiversità possono danneggiare in modo significativo la stabilità economica globale e che circa un milione di specie animali e vegetali sono ora minacciate di estinzione. L’US Endangered Species Act è stato un modello per gli sforzi di conservazione a livello globale e per indebolire questa efficace legge diminuisce la forza e la capacità degli Stati Uniti di aiutare a salvare le specie dall’estinzione».

Rebecca Riley, direttrice legale del Nature Program, del Natural Resources Defense Council, ha rammentato che «Siamo nel mezzo di una crisi di estinzione senza precedenti, eppure l’amministrazione Trump sta rottamando la nostra più efficace legge sulla protezione della fauna selvatica. Questa amministrazione sembra intenzionata a danneggiare gli ecosistemi fragili dando la priorità agli interessi dell’industria rispetto alla scienza. Intendiamo combattere questi ritorni indietro normativi, in ​​modo da poter preservare il mondo naturale per le generazioni future».

Noah Greenwald, direttore specie in via di estinzione del Center for Biological Diversity, ha dichiarato in una nota: «Questi cambiamenti distruggono come un bulldozer che passa attraverso le protezioni salvavita dell’Endangered Species Act per la fauna selvatica più vulnerabile d’America. Per animali come i ghiottoni e le farfalle monarca, questo potrebbe essere l’inizio della fine»,

PerCathy Liss, presidente dell’Animal Welfare Institute. «La decisione del US Fish and Wildlife Service di revocare queste norme di vecchia data elimina molti strumenti essenziali della conservazione che hanno protetto per decenni le specie in pericolo e i loro habitat. Con questa drastica revisione dei componenti chiave dell’ESA, l’attuale amministrazione sta favorendo l’industria a spese della fauna selvatica vulnerabile. Le crescenti minacce dallo sviluppo e di un clima che cambia richiedono, ora più che mai, una forte e piena applicazione dell’ESA».

Lara Levison, direttrice  Federal Policy di Oceana, sottolinea che «l’Endangered Species Act protegge la fauna oceanica come la balena franca nordatlantica in pericolo di estinzione, che deve affrontare una moltitudine di minacce. La cosa geniale dell’Endangered Species Act è il riconoscimento che non dobbiamo solo proteggere le specie vulnerabili, ma anche permettere loro di riprendersi in modo che non abbiano più bisogno della protezione dell’Act. Le nuove normative dell’Amministrazione Trump consentono alle agenzie federali di annacquare gli elementi chiave della legge, mettendo a rischio di estinzione la balena franca nordatlantica e altri animali selvatici in pericolo di estinzione».

Secondo Leda Huta, direttrice esecutiva dell’Endangered Species Coalition, «E’ particolarmente eclatante che l’amministrazione Trump si stia muovendo a tutto vapore per mandre avanti regolamenti impopolari che sono state emessi da un segretario dell’Interno che è sotto molteplici inchieste. Perdere la nostra biodiversità non è qualcosa che ogni americano può permettersi. Non viviamo in una bolla creata dall’uomo: in realtà, la nostra salute e sicurezza, la salute e la sicurezza dei nostri figli e nipoti, il nostro accesso all’aria e all’acqua pulite, dipendono dalla biodiversità».

Anche per Angela Grimes, direttrice di Born Free USA, «La decisione dell’US Fish & Wildlife Service di smantellare ulteriormente l’Endangered Species Act a favore di ben determinati gruppi di interesse ridurrà le protezioni essenziali e aumenterà la pressione sulle specie e su interi ecosistemi, causando morte e distruzione incommensurabili alla fauna selvatica e al loro habitat. L’ESA ha dimostrato di essere la legge più importante per preservare la fauna selvatica e l’opinione pubblica americana deve lottare per sostenere quelle protezioni essenziali».

Drew Caputo, vicepresidente di Earthjustice, non usa mezzi termini: «I fallimenti di Trump e Bernhardt minano lo scopo stesso della Endangered Species Act che è prevenire l’estinzione, recuperare animali e piante in pericolo e proteggere gli ecosistemi da cui dipendono. Queste rottamazioni sono un dono per i loro amici industriali che violano drasticamente la legge federale, motivo per cui andremo in tribunale»,

Erik Molvar, direttore esecutivo del Western Watersheds Project, evidenzia che «In un momento in cui la natura sta affrontando sfide senza precedenti dovute al cambiamento climatico e alla crescente espansione dell’impronta umana sugli habitat autoctoni, l’indebolimento dell’Endangered Species Act è l’ultima cosa che dovremmo fare. L’ESA è una legge che ha funzionato brillantemente per molti decenni perché toglie di mezzo la politica e richiede che tutte le decisioni che influenzano il destino di piante e animali rari e in pericolo siano basate esclusivamente sulla scienza. La proposta di armeggiare con una legge che ha salvato specie che vanno dall’aquila calva al furetto dai piedi neri al falco pellegrino è una mossa cinica, progettata per permettere l’estinzione della ricca diversità della vita terrestre».

Chris Bachman, direttore del Wildlife Program di The Lands Council, aggiunge: «Dato che l’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES), ha pubblicato n rapporto che dettaglia il deterioramento dello stato di salute degli ecosistemi e la prevista perdita di massa della biodiversità, l’Amministrazione Trump sta cercando di indebolire le protezioni federali ESA che restano essenziali per facilitare protezione delle specie e degli habitat La crescita della popolazione umana e la conversione degli habitat naturali ha portato a cambiamenti ambientali senza precedenti nella storia. In un momento di rapida estinzione, dobbiamo fare tutto il possibile per mantenere popolazioni sane di piante e animali, Le nostre stesse vite possono dipendere dal fatto che paghiamo i nostri debiti verso la Terra e cerchiamo l’equilibrio tra una popolazione umana in crescita e le risorse in diminuzione del nostro pianeta».

La pensa così anche Bart Melton, direttore auna selvatica della National Parks Conservation Association: «I pesci, la fauna selvatica e le piante minacciati e in pericolo nei nostri parchi nazionali stanno già affrontano i cambiamenti dell’habitat e gli impatti di una crisi climatica che accelera ogni anno. Invece di lavorare con il Congresso e gli Stati per proteggere meglio e ripristinare la fauna selvatica mentre sono in corso i cambiamenti climatici, l’amministrazione Trump sta reinterpretando l’Endangered Species Act per indebolirne le protezioni. La National Parks Conservation Association si oppone fermamente a queste regole finali».

Taylor Jones, dei WildEarth Guardians, è convinto che «L’indebolimento dell’ Endangered Species Act è ancora un altro esempio del disinteresse negligente dell’amministrazione Trump per le terre pubbliche e la fauna selvatica della nostra nazione, e un palese omaggio alle industrie estrattive. Considerando il recente rapporto delle Nazioni Unite che indica che quasi 1 milione di specie sono minacciate di estinzione, tutto ciò è particolarmente eclatante. Dobbiamo rafforzare e finanziare pienamente la legge, non demolirla. Non staremo a guardare e combatteremo per proteggere il nostro patrimonio naturale».

Beth Allgood, direttrice per gli Usa dell’International Fund for Animal Welfare, conclude: «All’inizio di quest’anno è stata pubblicata la più esaustiva valutazione della biodiversità mai completata e mostra che oltre un milione di specie sono a rischio di estinzione. Queste specie sono indissolubilmente legate al nostro benessere, a mezzi di sussistenza, economie, sicurezza alimentare e sopravvivenza globale. rottamare le protezioni chiave dell’Endangered Species Act è esattamente l’azione sbagliata da intraprendere per gli Stati Uniti in questo momento critico. Dobbiamo proteggere e conservare le specie vulnerabili in modo che possiamo prosperare tutti insieme».