Wwf: in Europa 12 siti Unesco a rischio, 3 in Italia (VIDEO)

La siccità rischia di far perdere lo status di Patrimonio mondiale al Parco di Coto Doñana

[15 Settembre 2016]

Secondo il nuovo studio “Salvemos Doñana: dal peligro  a la prosperidad”, realizzato per il Wwf da Dalberg Global Development Advisors, «Lo  storico Parco Nazionale di Doñana in Spagna potrebbe  essere iscritto nella lista Unesco dei siti del Patrimonio mondiale dell’umanità  in pericolo: il rischio è reale, se non si interviene immediatamente contro le numerose minacce che incombono su questa importante zona umida».

Lo studio analizza anche altre minacce incombenti come il dragaggio e l’estrazione e stoccaggio del gas e il  Wwf spiega che Doñana, uno dei più importanti parchi nazionali europei situato alle foci del Guadalquivir nel sud della Spagna,  rischia di prosciugarsi completamente come conseguenza di un lungo periodo di cattiva gestione e  sovrasfruttamento delle sue risorse idriche. Questo sito, considerato  Patrimonio Mondiale, rappresenta un sostegno per l’economia regionale e un habitat importante: ogni anno ospita circa sei milioni di uccelli migratori e conserva una delle specie ‘iconiche’ e tra le più minacciate della fauna europea, la lince iberica. Finora le attività economiche nocive, inclusa l’agricoltura intensive e le modificazioni dell’alveo del fiume, hanno ridotto dell’80%  l’acqua che raggiunge l’area umida».

Conosciuta come una delle più grandi aree protette d’Europa, Doñana ospita oltre 4.000 specie, tra cui molti uccelli minacciati, e una delle specie feline più rare del mondo, la lince iberica. Il Parco Doñana è protetto praticamente da quasi tutte le denominazioni di conservazione, tra cui il parco nazionale, sito Ramsar, sito Natura 2000, riserva della Biosfera dall’Unesco e Patrimonio dell’Umanità. Il Wwf è stato coinvolto nella creazione del parco da oltre 50 anni con l’acquisto di oltre 6.700 ettari di Coto Doñana nel 1963 per salvare il sito dalla distruzione e per contribuire a trasformare la regione in prima riserva biologica di Spagna.

L’analisi Dalberg Global Development Advisors Wwf rivela che «Sono circa 1.000 i pozzi illegali e 3.000 gli ettari di allevamenti illegali a cui imputare l’uso insostenibile dell’acqua e che per questo dovrebbero essere chiusi. Nonostante Doñana sia protetto da numerosi accordi internazionali, compresa le Direttive Ue e la Convenzione sui patrimoni mondiali, il governo spagnolo ha fallito nella sua missione di salvaguardia del sito dalle attività economiche nocive che hanno minato il suo eccezionale valore naturale; allo stesso tempo manca un piano di gestione idrica che contempli la tutela del complesso sistema di zone umide e dell’estuario».

E quello del grande parvco spagnolo non è l’unico caso, il Wwf sottolinea che «Al momento ci sono almeno 12 siti naturali Unesco in Europa altamente minacciati da attività economiche nocive (tre dei quali in Italia: le isole Eolie, il Delta del Po e la Laguna di Venezia). Tutti sono anche protetti da Uccelli e Habitat dell’Unione Europea (Direttive Natura Ue) e fanno parte della rete europea Natura 2000 delle aree protette. La minaccia attuale è un segnale di mancanza di una corretta attuazione della legislazione esistente».

Per questo il Panda sta conducendo una campagna per garantire che siano mantenute e attuate efficacemente le leggi esistenti  contro le attività industriali nocive, come l’agricoltura non sostenibile, l’energia e le infrastrutture di trasporto. La Commissione europea dovrebbe pubblicare la sua comunicazione sul futuro della natura in autunno di quest’anno.

Il Wwf ha deciso di fare del Coto Doñana un caso esemplare su scala europea: Il Coto Doñana è a un bivio: o il governo spagnolo si attiene agli impegni internazionali creati per salvaguardare quest’area vitale che produce benefici a tutto il mondo, oppure, continuando a concedere permessi di sfruttamento arriverà al punto di non ritorno. La situazione è già critica  e la prospettiva è che questo sito venga catalogato tra quelli più a rischio nel patrimonio mondiale» ha detto il direttore del Wwf España Juan Carlos del Olmo. E Geneviève Pons, direttrice dell’ufficio politico europeo del Wwf, ha aggiunto: «Doñana è un luogo di eccezionale valore e uno dei più protetti d’Europa: tuttavia la sua sopravvivenza è a rischio. Il rischio è che Doñana possa essere perso per sempre, così come molte altre aree protette e specie in Europa. Le attività che stanno danneggiando l’area violano le leggi europee, norme che tutti i governi dell’Ue hanno l’obbligo di applicare e che devono essere rafforzate dalla Commissione europea. E’ il momento di mostrare responsabilità politica e fare ciò che è necessario per consentire a Doñana e ad altre aree importanti di svilupparsi a vantaggio della biodiversità e delle persone»

Il principale pericolo per il grande Parco nazionale spagnolo è la siccità°:«Dall’inizio del XX secolo il Coto Doñana ha perso oltre l’80% delle sue paludi naturali – spiegano al Wwf España – Negli ultimi anni, l’uso illegale e non sostenibile dell’acqua ha gravemente inciso sul suo valore naturale, con una riduzione della biodiversità e il prosciugamento delle sue lagune. Questo danno ha avuto ripercussioni  anche sulla capacità della regione di fornire posti di lavoro e generare reddito, anche per un settore vitale come quello agricolo. Il 70% delle fragole prodotte in Spagna (il quinto tra i maggiori produttori al mondo) provengono da Doñana. Oltre al suo valore ambientale, infatti, Doñana genera posti di lavoro per 200.000 abitanti della regione nell’industria della pesca, dell’agricoltura, nella ricerca e l’ecoturismo».

Dopo le proteste di numerose Ong, la Commissione europea ha avviato alcune procedure di infrazione contro il governo spagnolo proprio per la cattiva gestione delle acque sotterranee di Doñana e il possibile ulteriore dragaggio del fiume Guadalquivir. «Sono tutte attività che violano le Direttive quadro Ue sulla natura e le acque», dicono al Wwf, che «esorta la Commissione Europea a portare la Spagna davanti al tribunale e a pubblicare al più presto una comunicazione efficace affinché vengano attuate pienamente ed efficacemente le leggi di protezione della natura in tutti gli stati membri».

Gli ambientalisti denunciano che ci sono anche altre minacce che incombono: «Nonostante l’enorme importanza di Doñana e la condizione di fragilità evidenziata nell’analisi, c’è una proposta per dragare ulteriormente il fiume Guadalquivir. Il dragaggio peggiorerebbe i danni al parco e all’estuario e potrebbe innescare già nel giugno 2017 l’iscrizione del sito nella lista Unesco del patrimonio mondiale in pericolo». Per questo iIl Wwf ha chiesto «la cancellazione del progetto di dragaggio e una gestione corretta della risorsa idrica affinché l’area possa continuare ad essere una risorsa socioeconomico sostenibile per la regione»

Del Olmo conclude: «Non è solo la biodiversità ad essere minacciata, ma anche i posti di lavoro dei residenti locali concentrati soprattutto nella produzione delle fragole, un’industria che genera 400 milioni di euro l’anno. Dobbiamo mettere in sicurezza Doñana per garantire la sopravvivenza di migliaia di persone».

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