A Roma presentati i fondi Ue per la biodiversità tutelata da Rete Natura 2000

Wwf: le aree protette risorse importanti per il rilancio economico. Ma L’Italia è indietro

[7 Novembre 2013]

Oggi a Roma si è tenuto un workshop dedicato alla rete Natura 2000, organizzato dal Wwf Italia in collaborazione  con la direzione protezione della natura del ministero dell’ambiente, dal quale è emerso che «In Italia serve un salto di qualità nell’approccio alla gestione di Natura 2000, le aree protette speciali tutelate a livello europeo che costituiscono una risorsa importante per il rilancio anche economico del nostro Paese e dell’Unione Europea, utilizzando le nuove opportunità di finanziamento per la tutela della biodiversità europea».

Al workshop romano è stato sottolineato che «Discutere le modalità per assicurare la necessaria coerenza tra l’accordo di partenariato ed i programmi operativi regionali con gli obiettivi prioritari indicati dall’Unione Europea può essere utile in questo momento per stabilire priorità chiare, misure di gestione, individuare le azioni necessarie e definire le esigenze di finanziamento di Natura 2000. In questo contesto, il progetto della Commissione europea “Rafforzare l’utilizzo dei fondi Ue per Natura 2000”, di cui il workshop organizzato a Roma è parte integrante, mira a garantire una migliore comprensione delle opportunità di finanziamento». I partecipanti hanno potuto avanzare  suggerimenti e proposte per un migliore utilizzo dei fondi comunitari per la gestione di Natura 2000 in questa fase di programmazione aperta a livello nazionale e regionale, in considerazione anche alle esperienze positive e negative realizzate nella passata programmazione dei fondi Ue 2007 – 2013.

Al Wwf spiegano che «Il workshop è stato un  momento di confronto di idee ed occasione di dibattito tra i diversi soggetti istituzionali che dovranno definire nelle prossime settimane la nuova programmazione dei fondi comunitari 2014-2020. Il bilancio della Ue impegnerà nei prossimi anni  960 miliardi di euro (erano  994 miliardi nel 2007 – 2013) e per l’Italia sono previsti complessivamente 78,6 miliardi di Euro (- 5,9% rispetto al periodo 2007 – 2013) che rappresentano le uniche reali risorse per gli investimenti indispensabili per la ripresa economica del nostro Paese (a queste risorse si aggiunge la quota di cofinanziamento nazionale attraverso il fondo di rotazione che per il nuovo periodo di programmazione sarà unico per tutti i fondi e ripartito per il 70% sul bilancio dello Stato e il 30% sui bilanci delle Regioni)».

Al centro c’è l’agricoltura, sia per le relazioni tra pratiche agricole e conservazione della biodiversità che per  peso economico che la Politica agricola comune (Pac) ha sul bilancio europeo. Il Panda fa notare che « In Europa oltre il 50% delle specie selvatiche considerate a rischio di estinzione dipendono dal mantenimento delle pratiche agricole tradizionali. La Pac dell’Europa con 28 Stati membri impegna 363 miliardi di Euro, per l’Italia si tratta complessivamente di 36,6 miliardi di euro (tra primo e secondo pilastro). Se una piccola percentuale di queste risorse fosse destinata alla gestione della rete Natura 2000 si potrebbe assicurare con la necessaria efficacia la conservazione del patrimonio naturale del nostro Paese riconosciuto d’interesse europeoe creare importanti opportunità di nuova occupazione, in particolare per i giovani, e sviluppo di nuove imprese di servizi ambientali e turistici ed aziende agricole multifunzionali per una valorizzazione sostenibile della biodiversità».

Nell’Ue il principale strumento per la conservazione della biodiversità è  Natura 2000, la rete ecologica europea delle aree protette, creata con l’obiettivo di mantenere e ripristinare gli habitat e le specie di grande valore per l’Ue, che è anche il fulcro dell’attuazione della Strategia 2020 per la biodiversità e per  rispettare gli impegni assunti a livello internazionale dall’Ue e dall’Italia di raggiungere gli obiettivi 2020 della Convention on biological diversity.

La direttiva Habitat attribuisce agli Stati Membri della Ue la responsabilità per la gestione della rete Natura 2000 per far sì che gli habitat protetti e le specie di interesse comunitario raggiungano uno stato di conservazione favorevole. L’attuazione delle misure di gestione necessarie per raggiungere questi obiettivi deve avvenire attraverso l’utilizzo dei vari strumenti di finanziamento comunitari e nazionali. Numerose opportunità di finanziamento per Natura 2000 erano già disponibili  nei precedenti periodi di programmazione, elencati nel “Manuale Guida al Finanziamento di Natura 2000”, che è stato ampiamente utilizzato in tutta l’Unione Europea.

Ma il Wwf sottolinea che «In Italia la rete Natura 2000 si sta concretizzando però con lentezza e con troppe contraddizioni. Sulla carta abbiamo una rete Natura 2000 che copre circa il 19% del territorio nazionale e dovrebbe garantire la tutela anche di specie importanti come l’orso bruno, il lupo, il pelobate fosco, il nibbio reale, l’aquila del Bonelli, il capovaccaio, il camoscio appenninico e tante altre ancora. Nella pratica quotidiana si continua ad assistere, con un drammatico senso d’impotenza, alla distruzione degli habitat (in particolare le zone umide ed i fiumi) ed alla continua uccisione della nostra fauna come l’ultima e unica popolazione di orso bruno marsicano. Le Zone di Protezione Speciale e i Siti di Importanza Comunitaria sono infatti per l’Italia aree naturali protette ma non ritenute tali per la Legge quadro di riferimento».

Il presidente del Wwf Italia, Dante Caserta, conclude: «In Italia serve un salto di qualità nell’approccio alla gestione di Natura 2000, aree protette speciali che costituiscono una risorsa importante per il rilancio anche economico del nostro Paese e dell’Unione Europea. L’auspicio è che i temi trattati in questo Workshop trovino spazio adeguato anche nel dibattito che animerà i lavori della Conferenza Nazionale dedicata proprio alla “Natura dell’Italia” del 11 e 12 dicembre, sede ideale per annunciare da parte del Governo anche l’adozione di un Programma Operativo Nazionale nel quale la conservazione della biodiversità dovrà avere la giusta rilevanza all’altezza delle sfide globali, europee e nazionali che dobbiamo affrontare» .

Carne: La produzione mondiale di carne e’ prevista in crescita del 1,4 per cento nel 2013. I prezzi sono rimasti a livelli storicamente alti dall’inizio del 2011. Nonostante la riduzione del costo degli alimenti animali, nulla lascia prevedere un abbassamento dei prezzi generali.

Produzione lattiero-casearia: La produzione mondiale di latte è prevista in aumento del 1,9 per cento, soprattutto in Asia, America Latina e i Caraibi. I prezzi internazionali dei prodotti lattiero caseari sono scesi rispetto al picco raggiunto ad aprile ma rimangono a livelli storicamente alti.

Pesca: L’acquacoltura spinge l’offerta globale di pesce e fa abbassare le quotazioni precedenti. Il consumo di pesce pro capite continua ad aumentare. L’acquacoltura si appresa a superare la pesca di cattura come fonte principale di pesce per il consumo umano.