Wwf: tempo scaduto per la biodiversità europea

Sabien Leemans: «La scienza è chiara: non c'è più tempo per rimandare!»

[20 Ottobre 2020]

«Nonostante i notevoli sforzi intrapresi, in tutto il territorio dell’Unione Europea la biodiversità continua ad essere protagonista di un rapido declino». E’ questo il riassunto che fa il Wwf del rapporto “State of nature in the EU – Results from reporting under the nature directives 2013-2018”, pubblicato ieri dall’European Environment Agency (Eea).

Secondo il Wwf, il report Eea «conferma ufficialmente che l’Europa non è affatto vicina a raggiungere gli obiettivi chiave della strategia per la biodiversità per il 2020, dato che la fine dell’anno si sta avvicinando. Secondo il report, agricoltura e silvicoltura insostenibili, espansione urbana e inquinamento sono i fenomeni che stanno causando il drastico declino della biodiversità in Europa. In particolare, il rapporto dell’Eea ha misurato i progressi verso gli obiettivi 1 (“100% più habitat e 50% più valutazioni di specie con uno stato di conservazione favorevole o migliorato”) e 3 (“Massimizzare le aree agricole coperte da misure relative alla biodiversità nell’ambito della PAC; migliorare la silvicoltura”) della strategia sulla biodiversità non sono stati raggiunti».

Il Panda evidenzia che «Il rapporto dell’Eea include risultati allarmanti sulla perdita di specie e conferma che la tendenza al declino sta accelerando rispetto all’ultima valutazione di cinque anni fa. Un devastante 81% degli habitat si trova in uno stato di conservazione inadeguato (“poor”) o sfavorevole (“bad”) a livello europeo, con più di 1 habitat su 3 che continua a deteriorarsi. Per le specie, oltre il 60% si trova in uno stato inadeguato o sfavorevole – solo il 6% mostra tendenze al miglioramento, mentre 1/3 continua a deteriorarsi. Le specie ittiche sono quelle che stanno peggio di tutte: il 38% si trova in “cattivo” stato di conservazione, mentre il 50% dei pesci e degli anfibi sono in declino».

Secondo gli ambientalisti, «Con la sua valutazione, l’Agenzia lancia un appello urgente agli Stati membri affinché intensifichino la loro azione per attuare le leggi sulla natura e i regolamenti ambientali esistenti nell’UE, compresa la disponibilità di sufficienti risorse finanziarie e umane per garantire un’efficace protezione della natura. A livello di Unione Europea, l’Eea chiede che vengano intrapresi enormi sforzi per affrontare i fattori che sono alla base della perdita della natura, trasformando la Politica agricola comune (PAC) e la Politica comune della pesca (PCP) dell’Ue in strumenti efficaci per la protezione della biodiversità».

Sabien Leemans, senior policy officer per la biodiversità all’ufficio politico europeo del Wwf, commenta: «Questo rapporto evidenzia quanto sia diventata urgente un’azione per salvare ciò che resta della natura europea. Dopo il mancato rispetto della scadenza del 2020, la Commissione ha recentemente presentato la sua strategia per la biodiversità 2030, con obiettivi ambiziosi per la conservazione e il ripristino della natura. Questa strategia potrebbe essere una vera e propria svolta, ma solo se gli Stati membri la sosterranno e si concentreranno sulla piena e rapida attuazione delle misure necessarie. La scienza è chiara: non c’è più tempo per rimandare!»

Per Jabier Ruiz, senior policy officer per l’agricoltura dell’ufficio politico europeo del Wwf, «Il report non è certo una sorpresa: conosciamo gli effetti devastanti dell’agricoltura industriale e della silvicoltura insostenibile ormai da molto tempo. Nella sua strategia “Farm to Fork”, la Commissione ha definito obiettivi importanti per guidare la necessaria trasformazione, e questi obiettivi sono come fari: ci dicono dove dobbiamo andare. Ma gli obiettivi Farm to Fork da soli non sono sufficienti: sono necessari cambiamenti drastici anche nella politica agricola dell’UE. Gli eurodeputati, che voteranno il futuro della PAC questa settimana, devono fermare i sussidi dannosi e utilizzare quei soldi per premiare gli agricoltori che adottano pratiche davvero rispettose del clima e della natura».
Alexandre Cornet, ocean policy officer dell’ufficio politico Europeo del Wwf, aggiunge: «Per troppo tempo la pesca eccessiva, le catture accidentali e i metodi di raccolta distruttivi sono stati indicati come cause principali del deterioramento del nostro ambiente marino. Oltre a una migliore applicazione delle regole di sostenibilità previste dalla Politica Comune della Pesca, la chiave per il ripristino della biodiversità marina rimane la tutela delle aree protette, che offrono rifugio alle specie e agli habitat minacciati. È necessario che l’UE e i suoi Stati membri garantiscano una protezione efficace per almeno il 30% dei nostri mari, un obiettivo la cui importanza per il ripristino della natura è riconosciuta dalla Strategia per la Biodiversità».

Isabella Pratesi, direttrice conservazione del Wwf Italia, conclude: «La prossima settimana, a livello di UE, saranno prese una serie di decisioni critiche. I ministri dell’Ue e il Parlamento europeo, che decideranno sul futuro della PAC e sulla Strategia sulla biodiversità dell’Ue per il 2030, devono dimostrare di essere all’altezza della sfida globale che ci attende, dalla quale dipende la nostra stessa sopravvivenza sul pianeta. Il Wwf sta quindi esortando gli Stati membri e gli eurodeputati ad ascoltare le prove scientifiche schiaccianti, riorientando la PAC per sostenere un’agricoltura rispettosa della natura, e i ministri ad approvare pienamente la Strategia Ue per la Biodiversità e i suoi impegni».