Bracconaggio in Italia, cacciatori impallinano uno dei falchi più rari d’Europa

L'animale è ora curato dal WWF. La speranza è liberarlo in Toscana

[23 Ottobre 2014]

Un’altra vittima ‘illustre’ del bracconaggio segnalata dal WWF: questa volta si tratta di un giovane esemplare di falco pescatore (Pandion haliaetus)  colpito pochi giorni fa all’ala destra da pallini da caccia e ritrovato nei pressi di San Pietro di Arcevia, in provincia di Ancona. L’animale appartiene ad una delle specie più rare d’Europa di cui esistono solo due coppie nidificanti in Toscana. Il falco è stato prontamente curato in una clinica veterinaria di Fabriano ed ora si trova nell’Oasi WWF Bosco di Frasassi di Genga, in una speciale struttura per uccelli rapaci dove viene curato e alimentato.

La riabilitazione di questo animale durerà almeno 5 mesi ma il WWF spera, una volta guarito,  di poterlo liberare in Toscana, un territorio che, grazie ad un progetto del Parco della Maremma, ha sperimentato con successo la reintroduzione di questa specie un tempo estinta. E proprio in Toscana, presso l’Oasi WWF di Burano (Gr), da due mesi ben cinque falchi pescatori, senza anelli di identificazione, stanno dando spettacolo con voli e acrobazie. L’area è particolarmente interessante per questi animali data la pescosità della laguna protetta.

«E’ una vergogna che un uccello importante e affascinante come il falco pescatore venga falcidiato nei nostri cieli dai bracconieri: una vergogna di fronte alla società civile e all’Europa intera che considera giustamente questa specie un patrimonio di importanza prioritaria. Purtroppo il fenomeno del bracconaggio è una piaga che in Italia cancella quotidianamente specie protette – ha dichiarato Isabella Pratesi, direttore Conservazione Internazionale del WWF Italia – Vittime illustri sono spesso proprio i rapaci che in coincidenza dell’apertura dell’attività venatoria vengono rinvenuti feriti o uccisi da colpi di armi da caccia.   Questo fenomeno pregiudica seriamente la conservazione di specie già a rischio o in declino per colpa di habitat trasformati o degradati. Le Guardie volontarie del WWF sono costantemente impegnate nel controllo sul territorio per arginare il bracconaggio, soprattutto nelle tante ‘aree calde’, tra cui Stretto di Messina, Valli bresciane, Delta del Po, piccole isole, come abbiamo denunciato nella nostra campagna Crimini di natura. Per aiutare i nostri ranger volontari stiamo chiedendo in questi mesi l’aiuto di tutti: il loro impegno è particolarmente gravoso poiché si stratta di persone ‘non armate’ che controllano altre munite di fucili».

di WWF