2019, il bilancio ambientale del Wwf tra mobilitazione dei giovani e immobilismo della politica

«Per la prima volta gli allarmi degli scienziati sono stati accompagnati da una imponente mobilitazione civile in tutto il mondo»

[30 Dicembre 2019]

Per l’ambiente il 2019 è stato un anno segnato dagli incendi: milioni di ettari sono andati a fuoco in Amazzonia come in Siberia, e mentre scriviamo l’Australia sta ancora bruciando. Ogni anno perdiamo in media circa 15 miliardi di alberi, aumentando in questo modo – tra l’altro – l’effetto dei cambiamenti climatici, la grande minaccia che il genere umano è chiamato oggi ad affrontare. Ma il 2019 è stato anche l’anno in cui una piccola scintilla, accesa dalla 16enne attivista svedese Greta Thunberg, è riuscita a diventare un fuoco ardente nella coscienza di milioni di giovani, scesi a manifestare nelle piazze di tutto il mondo in difesa del clima: «Per la prima volta – sottolineano dal Panda nazionale – gli allarmi degli scienziati sono stati accompagnati da una imponente mobilitazione civile, trainata dai giovani, in tutto il mondo». È la risposta politica, come sottolinea oggi il Wwf nel suo bilancio ambientale 2019, che è rimasta tragicamente tiepida come mostra da ultimo il fallimento della Cop25.

«Oggi più che mai abbiamo capito l’urgenza di azioni incisive in materia climatico-energetica, per la tutela della biodiversità, la manutenzione del territorio, lo sviluppo sostenibile, l’economia circolare – afferma Donatella Bianchi, presidente del Wwf Italia – Abbiamo capito quanto clima e biodiversità siano cruciali per la nostra sopravvivenza. Le mobilitazioni dei giovani del movimento Fridays for Future e le parole di Greta Thunberg sono state nel 2019 un chiaro segnale di cambiamento che dalle piccole comunità locali ha assunto una dimensione globale. Ora serve un accordo globale tra Stati: ‘A new deal for nature and people‘ può aiutarci a definire un nuovo patto con il pianeta e con il nostro futuro».

Un patto più che necessario anche per lo sviluppo sostenibile di un Paese come il nostro. Non a caso il Wwf sottolinea che «il 2019 è stato un altro anno di continui e intensi eventi meteorologici estremi nel mondo e in Italia, culminati nel nostro Paese con i danni ingenti che in autunno hanno attraversato la Penisola. Il governo M5S-Lega ha presentato la prima bozza del Piano Nazionale Energia Clima (PNIEC), come richiesto dalla UE. Il Piano, pur confermando l’uscita dal carbone entro il 2025, prevede un più largo uso del gas e una quota ancora insufficiente di rinnovabili, non fornendo peraltro adeguati strumenti per conseguirla. La CE, nella sua Comunicazione sull’European Green Deal, pone l’accento sulla necessità di ripristinare i sistemi naturali, mettendo in evidenza come garantire i servizi ecosistemici che questi forniscono consenta anche di aumentare la sicurezza delle popolazioni (come da sempre sostenuto dal WWF). La Commissione Europea, dopo l’importante consultazione popolare dell’estate 2019 che ha coinvolto 300mila cittadini europei, ha deciso proprio l’11 dicembre scorso che la Direttiva Acque è adeguata e bisogna solo attuarla, ma su questo l’Italia è ancora in ritardo. Gli investimenti previsti nella legge di Bilancio sono insufficienti, visto che il 91% dei Comuni italiani (dati ISPRA) è a rischio per il dissesto idrogeologico. Tra le notizie positive, la mobilitazione dei giovani – i Fridays For Future – e la possibilità per il nostro Paese di assumere un ruolo propulsivo nel contesto internazionale con la COP dei giovani e la pre-COP26  del 2020».