Presentata oggi alla Camera, servono 50mila firme per puntare al -55% entro il 2030

Al via la proposta di legge d’iniziativa popolare per tagliare le emissioni di gas serra italiane

Scalia: «Sarà un’occasione di informazione e mobilitazione dei cittadini sul tema dei cambiamenti climatici»

[29 Ottobre 2019]

È stata presentata stamattina alla Camera la proposta di legge d’iniziativa popolare “Almeno il 55%”, promossa da un ampio fronte di ambientalisti con l’intento di far assumere al Governo italiano l’obiettivo del 55% di riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030, ben più ambizioso del circa -33% contenuto nel Piano integrato energia e clima (Pniec) avanzato dal Governo Conte I e oggi in fase di ultimazione; un orizzonte ben più limitante rispetto a quello che va delineandosi in Europa, con la neo-presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che ha proposto un target di riduzione comunitario del 50-55% (quello in vigore punta al -40%).

Uno dei padri nobili dell’ambientalismo scientifico italiano, Massimo Scalia, ha riassunto oggi in sala stampa i punti fondamentali della proposta di legge: costituzione di un fondo apposito per il conseguimento dell’obiettivo, da inserire nella legge di bilancio; azioni internazionali del Governo italiano per una “moratoria” mondiale dei combustibili fossili; provvedimenti del ministero dell’Istruzione e di quello dell’Ambiente per l’educazione all’ambiente e alla sostenibilità; riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi (Sad), che ancora vengono erogati dal Governo a favore dei combustibili fossili per circa 17 miliardi di euro all’anno, in misura adeguata a coprire anno per anno il “fondo per il contrasto ai cambiamenti climatici” fino al 2030.

Adesso il prossimo passo sarà quello della raccolta firme: l’iter di legge prevede che per dare gambe all’iniziativa popolare se ne raccolgano almeno 50mila, autenticate. «La raccolta delle firme – argomenta Scalia – sarà un’occasione di informazione e mobilitazione dei cittadini sul tema dei cambiamenti climatici, delle loro drammatiche conseguenze e di quel che dobbiamo pretendere dai Governi per fronteggiare al massimo questa minaccia. Spero che anche grandi associazioni e le stesse organizzazioni sindacali vogliano darci una mano sostanziosa in questa sfida tanto impegnativa quanto necessaria».