Altro che settembre più freddo da 50 anni, in Toscana anomalia climatica da +1,56°

Lamma: «Risulterà il nono più caldo dal 1955». Con buona pace dei negazionisti e di chi non capisce la differenza tra meteo e clima

[1 Ottobre 2020]

Il freddo intenso che ha attraversato il Paese – Toscana compresa – negli ultimi giorni è bastato perché qualcuno tornasse a gridare contro la “bufala” della crisi climatica in corso. Ma evidentemente quel qualcuno ha poca dimestichezza sia con le differenze tra meteo e clima sia con quelle tra dati e percezioni.

Partiamo dalle ultime, guardando ai dati toscani messi in fila dal Lamma, ovvero il Laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale per lo sviluppo sostenibile, un consorzio pubblico nato tra la Regione Toscana e il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr).

Nonostante 4 o 5 giorni di freddo fuori stagione, il Lamma dichiara infatti che «settembre 2020 in Toscana risulterà il nono più caldo dal 1955. Al 28 settembre, infatti, l’anomalia mensile è +1.56 °C rispetto alla media 1981-2010», ovvero l’ultimo trentennio di riferimento per misurare l’andamento dei cambiamenti climatici.

Per i più disattenti, giova a questo punto ricordare la differenza tra meteo e clima: la parola ”meteo” indica la previsione e l’osservazione dei fenomeni atmosferici nel brevissimo termine, su un’area geografica ristretta. La climatologia è invece  la sorella maggiore della meteorologia, a grande scala spaziale e temporale, e nasce dai dati meteorologici raccolti e valutati su un periodo di almeno trent’anni.

Una settimana o un mese di freddo “anomalo”, dunque, non inficiano i dati raccolti sulla crisi climatica in corso. Che, nella fattispecie italiana, sono più preoccupanti della media globale. Anche la Toscana, naturalmente, purtroppo non sfugge a questa realtà: la tendenza in corso mostra che qui il clima si è surriscaldato in media di +1,1°C in appena 50 anni.