António Guterres: «La guerra dell’umanità contro la natura è suicida»

Il 2020 sarà un anno cruciale per biodiversità, oceani, clima e desertificazione

[15 Gennaio 2020]

Intervenendo alla cerimonia di apertura di “Lisbona capitale verde d’Europa 2020” il segretario generale dell’Onu, l’ex presidente del Portogallo António Guterres, ha detto che «l’umanità conduce una guerra suicida contro la natura che reagisce e risponde con degli uragani, degli incendi e delle gravi siccità in diverse regioni del mondo. Ma l’uomo non distruggerà il pianeta che continuerà a girare intorno al sole per milioni di anni. Il problema è che l’umanità si distrugge da sola, così come la possibilità di poter vivere sul pianeta».

Per Guterres «Il 2020 potrebbe essere l’anno in cui la lotta contro i cambiamenti climatici sarà più efficace» e ha identificato tre opportunità per «spezzare il ciclo della guerra contro la natura: la Conferenza degli Stati membri della Convention on biological diversity ; la Conferenza sugli oceani che si terrà a Lisbona a giugno; la Cop26 che permetterà ai Paesi di impegnarsi con misure concrete per lottare contro i cambiamenti climatici. Tutti questi grandi eventi si svolgeranno in un momento in cui stiamo perdendo tre battaglie: la battaglia per la biodiversità, dove sono in pericolo un milione di specie, la battaglia per il degrado degli oceani, con l’inquinamento crescente, soprattutto plastica, e infine, la battaglia per rendere l’Accordo di Parigi uno strumento efficace per combattere i cambiamenti climatici».

Il segretario generale dell’Onu ha ricordato che «Le emissioni di gas serra aumentano e con l’aumento delle temperature rischiano di moltiplicarsi in tutto il mondo gli incidenti con gravi conseguenze, come le e catastrofi naturali».

Ma, nonostante tutto, Guterres è ancora ottimista, perché la comunità internazionale sa esattamente quel che bisogna fare: «Non posiamo lasciare che le temperature aumentino più di 1,5° C entro la fine del secolo, la carbon neutrality deve essere raggiunta entro il 2050 e questo necessita di una riduzione drastica delle emissioni nei prossimi decenni. Esistono delle tecnologie alternative e non c’è alcuna ragione di continuare a insistere sui combustibili fossili».

Il capo dell’Onu ha concluso il suo intervento sottolineando un altro fattore di speranza: «La crescente mobilitazione dei giovani che esige e una volontà politica per portare a queste trasformazioni».

Intanto il presidente dell’Assemblea generale dell’Onu, Tijjani Muhammad-Bande, entrato in carica nel settembre 2019, ha presentato agli Stati membri le sue priorità per il 2020, anno in cui cade il 75esimo anniversario dell’Onu e prende il via il decennio di azione per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Muhammad-Bande ha detto che «Come ho spesso ripetuto, la nostra priorità per la 74eseima sessione è la messa in opera dei mandati esistenti, pace e sicurezza, eliminazione della povertà, fame zero, educazione di qualità, azione climatica e inclusione». ..

Come Guterres, anche il presidente dell’Assemblea generale dell’Onu ha ricordato l’importanza della Conferenza sugli oceani che si terrà a Lisbona dal 2 al 6 giugno e, riguardo al summit sulla biodiversità, Muhammad-Bande pensa che sia necessario «trarre vantaggio dallo slancio politico generato dall’Accord di Parigi del 2015 e dal Climate Summit del settembre scorso, per accelerare le azioni miranti a salvare il pianeta dal pericolo che può innescare l’inazione. Questo è particolarmente vero, dato il nostro insuccesso nel non essere riusciti a pervenire a un accordo su delle questioni importanti durante la Cop25 a Madrid».

Inoltre Muhammad-Bande ha annunciato che il 9 giugno convocherà un Dialogo di alto livello sulla desertificazione in collaborazione con il segretariato dell’United Nations Convention to Combat Desertification.