Approvato il decreto Clima, Costa: «Il primo atto normativo del governo che inaugura il Green New Deal»

Friday For Future e Greenpeace: non chiamatelo Decreto Clima, inciderà poco sulla lotta all’emergenza climatica

[11 Ottobre 2019]

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del premier Giuseppe Conte e del ministro dell’ambiente Sergio Costa, ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti per il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE per la qualità dell’aria e sottolinea che «le nuove norme mirano a incentivare comportamenti e azioni virtuose programmando una serie di interventi multilivello, idonei a coinvolgere tutti gli attori responsabili».

In una nota il governo evidenzia quelle che ritiene le misure più significative: «Un “buono mobilità” destinato ai cittadini che risiedono in comuni che superano i limiti di emissioni inquinanti indicati dalla normativa europea sulla qualità dell’aria. Il buono consiste in un contributo di 500 o 1.500 euro per chi rottama rispettivamente un motociclo o un’auto fino alla classe euro 3 entro il 31 dicembre 2021 e potrà essere usato per acquistare abbonamenti di trasporto pubblico locale o biciclette anche a pedalata assistita; un fondo per finanziare progetti di creazione, prolungamento, ammodernamento di corsie preferenziali di trasporto pubblico locale; uno stanziamento per i comuni con particolari livelli di inquinamento che realizzano o implementano il trasporto scolastico dei bambini della scuola dell’infanzia statale e comunale attraverso mezzi di trasporto ibridi elettrici o non inferiori a euro 6, immatricolati per la prima volta dopo il 31 agosto 2019; Risorse per finanziare un programma sperimentale di riforestazione; Un fondo per finanziare gli esercenti che, al fine di ridurre la produzione di rifiuti, attrezzano spazi dedicati alla vendita di prodotti sfusi o alla spina, alimentari e detergenti. Il decreto, inoltre, proroga al 31 dicembre 2019 il termine per l’avvio della restituzione dei tributi e dei contributi previdenziali e assistenziali non versati per effetto della cosiddetta “busta paga pesante”, nei territori del centro Italia colpiti dal sisma del 2016».

Costa, che ha fortemente voluto il decreto clima esulta e sottolinea che «è il primo atto normativo del nuovo governo – afferma il ministro – che inaugura il Green New Deal: il primo pilastro di un edificio le cui fondamenta sono la legge di bilancio e il Collegato ambientale, insieme alla legge Salvamare, in discussione alla Camera, e a “Cantiere ambiente”, all’esame del Senato. Tutto questo dimostra che il Governo sta realizzando una solida impalcatura ambientale, che guarda all’Europa e al miglioramento della qualità della nostra vita quotidiana, con misure come il potenziamento della graduale riduzione delle infrazioni per le discariche abusive e per la depurazione delle acque, il bonus mobilità, la riforestazione urbana. Tengo a precisare che la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi, inizialmente prevista nel decreto clima, è contemplata nella legge di bilancio. La nostra idea è fare un taglio costante negli anni, da qui al 2040, ma senza penalizzare nessuno. Con le necessarie limature e concertazioni cercheremo di dar luce al miglior provvedimento possibile, con l’obiettivo principale di tutelare l’ambiente, salvaguardando al tempo stesso il nostro sistema produttivo».

Costa spiega che «tra le principali novità introdotte dal decreto clima, il buono mobilità per le città e le aree sottoposte a infrazione europea per la qualità dell’aria per il quale vengono stanziati 255 milioni di euro (fino a 1500 euro per la rottamazione dell’auto fino alla classe euro 3 e fino a 500 euro per i motocicli a due tempi). Sono istituiti un fondo di 40 milioni di euro per i Comuni per la realizzazione o l’ammodernamento delle corsie preferenziali e un fondo di 20 milioni di euro per realizzare o implementare il trasporto scolastico per gli alunni delle scuole elementari e medie con mezzi ibridi, elettrici o non inferiori a euro 6. Inoltre, 30 milioni di euro saranno destinati alla piantumazione e al reimpianto degli alberi e alla creazione di foreste urbane e periurbane nelle città metropolitane. E ancora: saranno aumentati i poteri e le risorse dei commissari che si occupano delle bonifiche delle discariche abusive e della depurazione delle acque, per risolvere il problema storico delle infrazioni ambientali; venti milioni saranno destinati ai commercianti (fino a 5 mila euro per ciascuno) per la realizzazione di un “green corner” per la vendita di prodotti sfusi. Infine, l’Ispra, l’Istituto superiore per la ricerca ambientale di cui si avvale il ministero dell’Ambiente, realizzerà un database pubblico, grazie a una dotazione di un milione e mezzo di euro, per la trasparenza dei dati ambientali. I concessionari di servizi pubblici dovranno rendere disponibili in rete i risultati delle rilevazioni effettuate».

Ma il giudizio dei giovani di Friday For Future Italia, con i quali Costa aveva detto di voler aprire un rapporto preferenziale, non sono per niente soddisfatti e in una nota sulla loro pagina Facebook evidenziano: «Dopo diverse settimane di trattative, il Consiglio dei Ministri ha approvato il #DecretoClima proposto dal min. Sergio Costa. Alcune bozze circolate nei giorni scorsi avevano fatto ben sperare: si parlava di taglio ai sussidi a combustibili fossili, di un Comitato Interministeriale sui Cambiamenti Climatici, di un Cipe “verde”. Ebbene, per ora non ce n’è nessuna traccia: il primo è stato rinviato alla prossima Manovra di bilancio; gli altri due sono spariti. Non è sicuramente questa la radicalità che serve oggi per affrontare la risi climatica».

FFF Italia ricorda al governo e a Conte che «purtroppo la crisi climatica non può aspettare: solo 11 anni ci separano dal punto di non ritorno, secondo l’Ipcc La politica deve trattare questa crisi per quello che è, ovvero un’emergenza senza precedenti nella storia dell’umanità. E deve farlo adesso».

Friday For Future Italia sottoscrive in pieno le parole del direttore esecutivo di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio: «Quello varato oggi dal Consiglio dei Ministri sostanzialmente non è un decreto sul clima, dato che inciderà davvero molto poco sulla lotta all’emergenza climatica in corso, per cui occorrerebbero provvedimenti ben più radicali. A partire da una seria svolta pro-rinnovabili e da una drastica rimodulazione dei sussidi ai combustibili fossili, la cui entità sarà chiara solo quando saranno noti i termini della legge di bilancio. Facciamo inoltre notare al governo che l’Italia non è all’avanguardia in fatto di contrasto ai cambiamenti climatici, come affermato nelle ultime ore da importanti esponenti di maggioranza come Luigi Di Maio. Le emissioni del settore energetico nazionale sono infatti in ripresa, a causa della frenata data alle rinnovabili dai diversi esecutivi in carica in questi anni, dal governo Monti in poi».

Secondo Greenpeace, «se il ministro Costa volesse davvero porre in essere azioni d’avanguardia dovrebbe seguire, ad esempio, quanto fatto nelle ultime ore dalla Svezia, che ha bloccato l’autorizzazione di un nuovo terminale Göteborg per il gas naturale liquefatto (Gnl) – finanziato dalla Ue – sulla base di considerazioni climatiche».

Onufrio conclude: «La politica energetica italiana invece vede ancora il gas naturale al centro del sistema. Una rotta confermata dalla attuale bozza di Piano nazionale integrato energia e clima, il cosiddetto Pniec, e che non potrebbe consentire l’azzeramento delle emissioni del Paese nel 2050».