Nel 2020 si stima un calo a livello globale dell'8%, il più ampio dal dopoguerra. Ma non durerà senza cambiamenti strutturali

Bankitalia, Covid-19 rende «ancora più importante la riduzione delle emissioni di gas serra»

«Secondo alcune analisi, la diffusione e i costi sociali delle pandemie potrebbero essere accresciuti dall’inquinamento ambientale associato all’utilizzo dei combustibili fossili»

[29 Maggio 2020]

Vi è ampia evidenza scientifica circa gli effetti dei cambiamenti climatici, che hanno importanti ripercussioni economiche. Secondo alcune analisi, la diffusione e i costi sociali delle pandemie potrebbero essere accresciuti dall’inquinamento ambientale associato all’utilizzo dei combustibili fossili; l’attuale emergenza sanitaria renderebbe quindi ancora più importante la riduzione delle emissioni di gas serra.

Fin dalla ratifica del protocollo di Kyoto nel 2002, l’Unione europea si è impegnata ad attuare politiche per contrastare i cambiamenti climatici. Il primo pacchetto integrato di misure, entrato in vigore nel 2009, si prefiggeva per il 2020 una riduzione del 20% delle emissioni di gas serra rispetto ai valori del 1990, con un aumento al 20% della quota di energie rinnovabili e un miglioramento del 20% dell’efficienza energetica.

Secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (European Environment Agency, EEA), l’Italia sarebbe uno tra i pochi paesi dell’Unione ad avere raggiunto tutti e tre questi obiettivi. Il secondo pacchetto, adottato nel 2014, ha fissato obiettivi più ambiziosi per il 2030, portando le percentuali sopra indicate rispettivamente al 40, al 32 e al 32,5 per cento.

Lo scorso dicembre la Commissione europea ha presentato il Green Deal europeo, che ha ulteriormente innalzato l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra per il 2030 ad almeno il 50% e ha annunciato l’impegno ad azzerarle entro il 2050. Coerentemente, lo scorso gennaio la Commissione ha presentato il piano di investimenti del Green Deal europeo (European Green Deal Investment Plan), volto a utilizzare risorse pubbliche e a sbloccare fondi privati attraverso strumenti di garanzia europei per mobilitare almeno 1.000 miliardi di euro in investimenti sostenibili nei prossimi dieci anni; a tali fondi si affiancherebbero quelli della BEI.

Nelle previsioni di aprile dell’Agenzia internazionale dell’energia (International Energy Agency, IEA) nel 2020 le emissioni di gas serra diminuirebbero di quasi l’8% rispetto al valore registrato nel 2019. Si tratta della riduzione più cospicua mai realizzata dalla fine della seconda guerra mondiale, superiore a quella del 2009 (fino ad allora la più consistente e anch’essa riconducibile a una profonda recessione). Tuttavia la diminuzione nelle emissioni sarà permanente solo nella misura in cui i sistemi produttivi, in particolare quello energetico, diventeranno strutturalmente più sostenibili. Potranno contribuire a tale evoluzione un maggiore contributo delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica, la diffusione di nuove pratiche di lavoro (telelavoro e videoconferenze) e la promozione di investimenti pubblici nel settore delle tecnologie digitali, che prevedano l’estensione della copertura geografica delle infrastrutture esistenti per garantire l’accesso alle popolazioni più vulnerabili, e che consentano una ridefinizione del modo in cui l’energia viene prodotta ed utilizzata.

Lo scorso aprile la Banca Mondiale, in collaborazione con l’Unione internazionale delle telecomunicazioni (International Telecommunication Union, ITU), ha presentato un piano di azione immediato per sviluppare le tecnologie digitali; nello stesso mese la Presidente della Commissione europea, in un discorso sull’azione coordinata della UE per combattere la pandemia e le sue conseguenze, ha sottolineato l’importanza di orientare la ripresa verso la costruzione di un’Europa più verde e digitale.

di Banca d’Italia, Relazione annuale 2019