Clima, la Germania accelera: ridurrà le emissioni del 65% al 2030

Per la neutralità climatica punta al 2045, ovvero 5 anni prima dell’Ue. L’obiettivo del Pniec italiano è sempre più fuori tempo: -37% di emissioni al 2030

[6 Maggio 2021]

La Klimaschutzgesetz, ovvero la legge sulla protezione del clima approvata in Germania nel 2019, potrebbe cambiare pelle già la prossima settimana: i ministri dell’Ambiente e delle Finanze – Svenja Schulze e Olaf Scholz – hanno annunciato ieri obiettivi molto più ambiziosi già a partire dal 2030 contando che siano approvati dal Governo Merkel «la prossima settimana».

I nuovi obiettivi climatici, che dovrebbero essere discussi dal Gabinetto federale «il 12 maggio», puntano a una tabella di marcia stringente: «65% in meno di emissioni di gas serra nel 2030 (invece del -55% fissato in precedenza) rispetto al 1990», un obiettivo intermedio per il 2040 pari a «una riduzione dell’88%» e infine «la neutralità climatica entro il 2045».

Ovvero, il più importante Paese manifatturiero nell’Ue conta, nei prossimi 24 anni, di ridurre le proprie emissioni di CO2 tanto da permettere agli ecosistemi locali di assorbirle completamente. Un obiettivo che l’Europa nel suo complesso – e l’Italia con essa – si prefigge di raggiungere cinque anni dopo, nel 2050.

«Sono convinta che con questa bozza ci siamo posti obiettivi molto ambiziosi, ma anche raggiungibili – commenta la ministra Schulze – La proposta segue la scienza e tiene conto degli interessi delle generazioni future poiché, a differenza del passato, i più grandi passi nella protezione del clima non saranno più rimandati al futuro».

Si tratta di una risposta diretta alla sentenza arrivata la scorsa settimana dalla Corte costituzionale tedesca, che ha bocciato la vecchia Klimaschutzgesetz come parzialmente incostituzionale, in quanto la libertà e i diritti fondamentali sarebbero già violati oggi da una protezione del clima inadeguata, scaricandone il peso sui giovani e sulle generazioni future.

Se il Governo tedesco approverà, come appare scontato, la nuova proposta di legge sul clima, sarà un segnale di grande peso anche per il resto dell’Europa. Compreso, si spera, per il secondo Paese manifatturiero del continente, ovvero l’Italia.

Il nostro Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec) è invece vecchio sin dalla nascita, puntando a una riduzione delle emissioni di gas serra nazionali al 2030 di appena il 37% sul 1990. Tanto che il Pnrr del Governo Draghi si propone di rivedere il target spingendolo però solo fino al -51%, ovvero un 4% in meno rispetto a quanto stabilito dall’Ue a livello continentale e un 14% in meno rispetto al nuovo obiettivo tedesco.

Nel frattempo, le emissioni italiane di gas serra continuano a calare troppo lentamente, tanto che a fine 2019 (l’ultimo anno a non essere influenzato dal temporaneo crollo legato a Covid-19) le emissioni nazionali di CO2 erano pressoché paragonabili a quelle registrate nel 2014.

L. A.