Come gli alberi potrebbero salvare il clima

Bisognerebbe rimboschire una superficie grande come gli Stati Uniti. Non è vero che i cambiamenti climatici faranno aumentare la copertura forestale

[8 Luglio 2019]

Secondo lo studio The global tree restoration potential” pubblicato su Science da un team di ricercatori svizzeri dell’ETH Zürich e francesi del Centre de Coopération Internationale en la Recherche Agronomique pour le Développement, il metodo più efficace per combattere i cambiamenti climatici sarebbe rimboschire i circa 0,9 miliardi di ettari di territorio che in tutto il mondo sarebbero adatti a questo scopo, «Il che potrebbe in definitiva catturare due terzi delle emissioni di carbonio prodotte dall’uomo».

Il Crowther Lab dell’ETH Zürich studia soluzioni naturali ai cambiamenti climatici e in questo ultimo studio ha dimostrato per la prima volta dove nel mondo potrebbe piantare e far crescere nuovi alberi e quanto carbonio stoccherebbero. Il principale autore dello studio, Jean-François Bastin del Crowther Lab, spiega che «per quel che abbiamo fatto, è stato di particolare importanza un aspetto: dal potenziale di ripristino totale abbiamo escluso le città o le aree agricole in quanto queste aree sono necessarie per la vita dell’uomo».

I ricercatori hanno calcolato che, in base alle attuali condizioni climatiche, le terre emerse potrebbero ospitare 4,4 miliardi di ettari di copertura continua degli alberi, cioè 1,6 miliardi in più rispetto ai 2,8 miliardi di ettari attualmente esistenti. Di questi 1,6 miliardi di ettari, 0,9 miliardi soddisfano il criterio di non essere usati dagli esseri umani e gli scienziati fanno notare che «Questo significa che attualmente esiste un’area delle dimensioni degli Stati Uniti disponibile per il ripristino degli alberi. Una volta mature, queste nuove foreste potrebbero immagazzinare 205 miliardi di tonnellate di carbonio: circa due terzi dei 300 miliardi di tonnellate di carbonio che sono state rilasciate  nell’atmosfera dalla rivoluzione industriale a causa dell’attività umana».

Thomas Crowther, co-autore dello studio e fondatore del Crowther Lab all’ETH Zürich evidenzia: «Sapevamo tutti che il ripristino delle foreste potrebbe avere un ruolo nell’affrontare il cambiamento climatico, ma non sapevamo quanto fosse grande il suo ‘impatto. Il nostro studio mostra chiaramente che il ripristino delle foreste è la migliore soluzione oggi disponibile per i cambiamenti climatici, ma dobbiamo agire rapidamente, poiché le nuove foreste impiegheranno decenni per maturare e raggiungere il loro pieno potenziale come fonte di stoccaggio naturale del carbonio».

Lo studio indica anche quali sono le aree del mondo sono più adatte al rimboschimento. Il potenziale più grande è quello di soli 6 Paesi: Russia (151 milioni di ettari); Usa (103 milioni ha); Canada (78,4 milioni ha); Australia (58 milioni ha); Brasile (49,7 milioni ha); e Cina (40,2 milioni ha), tutti o quasi tutti Paesi (esclusa la Cina che rimboschisce a ritmi incredibili) dove le polemiche sull’abbattimento delle foreste per far spazio a infrastrutture o i grandi incendi boschivi non mancano certo. Per non parlare del Brasile dove l’avvento al potere del neofascista Jair Bolsonaro ha portato a un’impennata della deforestazione.

Per finire all’ETH Zürich smentiscono una convinzione diffuse e avvertono che «molti modelli climatici attuali sbagliano  nel prevedere che i cambiamenti climatici aumenteranno la copertura globale degli alberi. Abbiamo scoperto he è probabile che ci sia un aumento nell’area delle foreste boreali settentrionali in  regioni come la Siberia, ma lì la copertura arborea  ammonta in media solo al 30-40%. Questi guadagni verrebbero superati dalle perdite subite nelle fitte foreste tropicali, che in genere hanno una copertura arborea del 90 – 100%».