Con 2-3° C in più rispetto al periodo preindustriale, il livello del mare salirà di 16 metri

Una grotta di Maiorca fornisce prove geologiche sul futuro innalzamento globale del livello del mare

[3 Settembre 2019]

Lo studio “Constraints on global mean sea level during Pliocene warmth” pubblicato su Nature da un team internazionale di ricercatori guidato da Oana Dumitru dell’University of South Florida e da Jacqueline Austermann della Columbia University, realizzato in una grotta costiera delle Isole Baleari, in Spagna, ha dimostrato che più di 3 milioni di anni fa, quando la Terra era più calda di 2 o 3 gradi Celsius rispetto alla gtemperatura che avrebbe raggiunto nell’era preindustriale, il livello del mare era 16 metri più in alto rispetto ai giorni nostri.

Risultati molto importanti e con implicazioni significative rispetto alle previsioni del ritmo dell’attuale innalzamento del livello del mare mentre il riscaldamento globale si avvia a raggiungere quei livelli.

L’analisi dei depositi della grotta di Artà, a Maiorca, nel Mar Mediterraneo occidentale ha portato a ricostruire gli antichi livelli del mare che saranno molto utili per studi futuri sulla stabilità della calotta glaciale, per calibrare i modelli di scioglimento delle calotte e per prevedere il futuro innalzamento del livello del mare.

La Dumitru  spiega che «Il livello del mare aumenta a causa dello scioglimento delle calotte glaciali, come quelle che ricoprono la Groenlandia e l’Antartide. Tuttavia, quanto e quanto velocemente il livello del mare aumenterà durante il riscaldamento è una domanda alla cui risposta gli scienziati stanno lavorando. La ricostruzione della calotta glaciale e dei cambiamenti del livello del mare durante i periodi passati in cui il clima era naturalmente più caldo di oggi, fornisce un test di laboratorio su scala terrestre per studiare la risposta a questa domanda».

Un altro autore dello studio, Victor Polyak, del Department of Earth and planetary sciences dell’università del New Mexico, sottolinea che «Vincolare i modelli per l’innalzamento del livello del mare all’aumento del riscaldamento dipende in modo decisivo dalle misurazioni effettive del livello del mare in passato. Questo studio fornisce misurazioni molto robuste delle altezze del livello del mare durante il Pliocene».

Il geologo rumeno Bogdan Onac del Karst Research Group dell’University of South Florida e dell’Universitatea Babeș-Bolyai Cluj-Napoca, aggiunge: «Siamo in grado di utilizzare le conoscenze acquisite dai periodi caldi precedenti per mettere a punto i modelli delle calotte glaciali che vengono quindi utilizzati per prevedere la risposta futura della calotta glaciale all’attuale riscaldamento globale».

Il progetto si è concentrato sugli Phreatic Overgrowths on Speleothems, depositi si formano nelle grotte costiere nell’interfaccia tra l’acqua salmastra e l’aria ogni volta che le antiche grotte vengono allagate dall’innalzamento del livello del mare. Joan Fornós dell’Universitat de les Illes Balears, spiega a sua volta che «Nella grotta Artà, che si trova a 100 metri dalla costa, la falda acquifera è – ed era in passato – coincidente con il livello del mare». Analizzando 70 campioni prelevati da 6 delle formazioni geologiche trovate ad altezze da 22,5 a 32 metri sopra l’attuale livello del mare, gli scienziati hanno determinato che risalivano a un periodo tra 4,4 e 3,3 milioni di anni fa, quindi i depositi si sono formati durante l’epoca pliocenica.

Secondo Jacky Austermann della Columbia University, «I cambiamenti del livello del mare nella grotta di Arta possono essere stati causati dalla fusione e dalla crescita delle banchise glaciali o per sollevamento o abbassamento della stessa isola». Per capirlo il team di ricercatori ha utilizzato modelli numerici e statistici per analizzare con attenzione quanto l’isola potrebbe essersi innalzata o aver subito d fenomeni di subsidenza dopo il Pliocene e ha sottratto queste cifre dall’innalzamento del mare che ha dato vita agli Phreatic Overgrowths on Speleothems. La Onac evidenzia che «Un intervallo chiave di particolare interesse durante il Pliocene è il Periodo Caldo del medio Piacenziano – da circa 3.264 a 3.025 milioni di anni fa – quando le temperature erano da 2 a 3º Celsius superiori ai livelli preindustriali. Questo intervallo segna anche l’ultima volta che la CO2 atmosferica della Terra  era alta come oggi, fornendo importanti indizi su ciò che ci riserva il futuro di fronte all’attuale riscaldamento antropogenico».

Lo studio ha scoperto che, durante questo periodo, il livello medio globale del mare fino a 16,2 metri (con un livello di incertezza tra 5,6 e 19,2 metri) sopra quello attuale. L’università del New Mexico fanno notare che «Questo significa che anche se la CO2 atmosferica si  stabilizzasse attorno ai livelli attuali, il livello medio globale del mare aumenterebbe probabilmente almeno così in alto, se non a un livello superiore. In effetti, è probabile che salga più in alto a causa dell’aumento del volume degli oceani causato dall’aumento della temperatura». Dumitru conferma: «Prendendo in considerazione gli attuali modelli di scioglimento, questa estensione dell’innalzamento del livello del mare sarebbe molto probabilmente causata da un crollo sia della Groenlandia che delle calotte glaciali dell’Antartico occidentale».

Gli autori dello studio hanno anche misurato il livello del mare a 23,5 metri in più rispetto a quello attuale, raggiunto circa 4 milioni di anni fa durante il optimum climatico del Pliocene, quando le temperature medie globali erano fino a 4° C superiori ai livelli preindustriali e  Yemane Asmerom del Department of Earth and planetary sciences dell’università del New Mexico, conclude: «Questo è uno scenario possibile se non viene intrapresa una riduzione attiva e aggressiva dei gas serra nell’atmosfera».