Cop 21, Greenpeace: «Bene Obama e Hollande, ma serve un accordo ambizioso e vincolante»

Wri: già 5 grossi passi in avanti fatti nel primo giorno della Conferenza di Parigi

[1 Dicembre 2015]

Greenpeace dà un giudizio  positivo dell’annuncio fatto all’apertura della COP21 Unfccc di Parigi da Barack Obama e della “Breakthrough energy Coalition” – un gruppo di investitori capeggiato da Bill Gates e Mark Zuckerberg –, che punta a sostenere la ricerca nel settore delle energie rinnovabili con nuovi fondi per un valore di diversi miliardi di dollari.

Secondo Martin Kaiser di Greenpeace «un finanziamento dell’ordine di miliardi di dollari per sviluppare le energie rinnovabili è benvenuto in un settore che già registra enormi progressi. Potrà aiutarci a raggiungere l’obiettivo di un mondo 100% rinnovabile per tutti entro il 2050. Obama ha dichiarato che stavolta intende fare sul sul serio. E se questi nuovi fondi saranno realmente usati per incentivare tecnologie pulite e rinnovabili, che già sono in grado di produrre ottimi risultati, allora dimostrerà di fare davvero sul serio. Abbiamo però bisogno di metodi democratici per decidere come usare le ingenti risorse che saranno stanziate. Che per esempio non possono essere usate per finanziare rimedi discutibili come la geo-ingegneria, che potrebbe forse stabilizzare le emissioni nel breve periodo ma che non scongiura affatto i rischi a lungo termine. Ancora non sappiamo chi deciderà come distribuire questi fondi, ma le persone che più subiscono gli impatti del cambiamento climatico dovranno avere voce in capitolo».

Soddisfatto per come ha preso il via la Cop 21 Jean-Francois Julliard, direttore esecutivo di Greenpeace Francia: «Il presidente francese Hollande ha aperto i negoziati di Parigi riconoscendo il ruolo chiave delle rinnovabili per contenere il riscaldamento globale ed evitare gli scenari peggiori. Affermando che l’aumento della temperatura globale deve restare al di sotto di 1,5°C, Hollande ha ammesso che per alcuni Paesi presenti al summit è questione di sopravvivenza. È anche molto importante che il presidente francese abbia riconosciuto l’importanza di sottoscrivere un accordo vincolante. Ora sta a lui e agli altri leader riuniti a Parigi raggiungere questo obiettivo».

Anche secondo il World Resources Institute (Wri) la COP21 di Parigi è partita con il piede giusto, facendo già nel primo giorno 5 passi avanti:

1. «In un turbinio di discorsi, oltre 100 leader mondiali ha dimostrato un chiaro impegno da parte di tutti i Paesi a ridurre le emissioni e raggiungere un accordo forte, durevole ed equo a Parigi». I capi di Stato e di governo intervenuti hanno tutti sottolineato che gli impatti dei cambiamenti climatici sono già in corso e che stanno già colpendo i più vulnerabili. Tutti hanno definito l’Accordo di Parigi come un’opportunità per aumentare il benessere delle generazioni presenti e future. Il leader hanno evidenziato anche i forti legami tra la lotta ai cambiamenti climatici, lo sviluppo sostenibile e l’eliminazione della povertà, ma hanno anche di sottolineato il ruolo delle foreste e delle energie rinnovabili. Mentre molti Paesi hanno presentato i loro piani  climatici già sottoposti all’Unfccc e un certo numero di governi ha annunciato nuovi impegni finanziari ed iniziative congiunte in grado di dare lo slancio decisivo per il successo dei negoziati nelle prossime due settimane. Inoltre, un certo numero di Paesi sviluppati ha condiviso l’allarme dei Piccoli paesi insulari che rischiano di scomparire sommersi dall’oceano a causa cambiamento climatico, una minaccia che deve essere affrontata».

2. Venti paesi hanno annunciato un multi-billion dollar clean energy fund e si sono impegnati a raddoppiare gli investimenti nella ricerca e sviluppo. Obama, Hollande e  altri 18 leader mondiali hanno lanciato Mission Innovation, un impegno senza precedenti per accelerare drasticamente l’innovazione in campo energetico in tutto il mondo. Questi 20 paesi – che rappresentano l’80% della ricerca e sviluppo mondiale nell’energia pulita –  si sono impegnati ognuno a raddoppiare i loro investimenti in R & S entro cinque anni.

Insieme alla “Breakthrough energy Coalition”, queste partnership senza precedenti libereranno fondi significativi per clean tech, l’innovazione e l’energia pulita e conveniente per miliardi di persone. «Questo – dicono al WRI – dovrebbe  are più fiducia sul fatto che I Paesi siano in grado di soddisfare e addirittura superare i loro obiettivi climatici prefissati, e possano assumere impegni più audaci negli anni a venire».

3. Anche l’India, che veniva presentata come uno dei Paesi che avrebbe fatto più difficoltò alla COP21, sembra schierarsi per un successo del vertice e infatti il premier indiano M. Narendra MODI e Hollande hanno lanciato insieme l’Alliance solaire internationale/Solar International Alliance  insieme al segretario generale dell’Onu Bamnn Ki-moon . LAlleanza solare internbazionale punta a federare gli sforzi dei Peasi in via di sviluppo per attirare gli investimenti e le teconolgi fotovoltaiche, permettendo una cooperazione tra i Paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo per sfruttare il potenziale solare di 100 Paesi situati tra i tropici del Cancro e del Capricorno.

Secondo il WRI «la partnership è un altro esempiodi come il primo ministro Modi  stia continuando a mostrare il suo forte impegno per ampliare le energie rinnovabili in India e, senza dubbio, ad integrare gli sforzi dell’India per realizzare 100 gigawatt di energia solare entro il 2022».

4. I paesi vulnerabili hanno delineato il loro programma perché la COP21 abbia  successo, compreso un  futuro energetico rinnovabile al 100%. Il Climate Vulnerable Forum  nella sua dichiarazione chiede che la COP21 dia il via libera ad una forma di sviluppo basata sul 100% di energie rinnovabili e su una completa decarbonizzazione dell’economia globale entro il 2050. «Questo invito all’azione, che comprende anche la loro disponibilità ad agire perché  tutti gli altri i Paesi a trasformino i loro approcci per rispondere ai cambiamenti climatici è sia necessario e stimolante – sottolinea il WRI – Dato che sono la bussola morale dei negoziati sul clima, i paesi vulnerabili hanno la credibilità di modellare in modo significativo il risultato finale di Parigi. Questa dichiarazione ha chiarito che i Paesi vogliono davvero un forte consenso e un’’azione di sostegno da parte di tutti i paesi per affrontare il cambiamento climatico».

5.  Sono stati annunciati impegni finanziari importanti per aiutare i paesi in via di sviluppo ad affrontare gli mpatti climatici e la transizione verso l’energia pulita. Mentre i capi di Stato parlavano dalla tribuna della COP21, i ministri dei paesi donatori hanno annunciato il nuovo Least Developed Countries Fund (LDCF), che fornisce finanziamenti ai paesi più poveri per adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici. I nuovi impegni provenienti da 11 Paesi: Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti d’America, per un totale di 248 milioni di dollari.

Altri paesi come Spagna, Norvegia, Nuova Zelanda, Polonia e Canada,  hanno annunciato impegni finanziari importanti a favore della lotta climatica nei Paesi meno sviluppati,

I Paesi in via di sviluppo sono arrivati a Parigi con il dichiarato intento di contattare l’assistenza per far fronte alle conseguenze devastanti del riscaldamento globale e il Wri è convinto che «i 248 milioni di dollari impegnati per il Least Developed Countries Fund contribuirà a colmare una necessità critica e ci porta un passo più vicini al raggiungimento di un accordo globale. Il fondo è ora ben messo per poter approvare decine di progetti di adattamento già pronti che non erano stati avviati semplicemente a causa di fondi insufficienti».