Crisi climatica non solo a Palermo, in Italia +22% bombe d’acqua da inizio anno

Già nel 2019 a livello nazionale ci sono stati 157 eventi estremi come nubifragi, frane, siccità e trombe d’aria che hanno causato la morte di 42 persone, 10 in più rispetto all’anno precedente

[16 Luglio 2020]

Stavolta è toccato a Palermo, dove ieri nell’arco di due ore si è riversata in città tanta pioggia quanta quella attesa in un anno intero, ma le bombe d’acqua sono sempre più una costante nell’Italia minacciata dalla crisi climatica in corso ovunque: un’elaborazione appena condotta da Coldiretti su dati dell’European severe weather database (Eswd) mostra che «dall’inizio dell’anno ad oggi lungo la Penisola si sono verificati 66 nubifragi con precipitazioni violente e bombe d’acqua, con un aumento del 22% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, a conferma dei cambiamenti climatici in atto che si manifestano con il moltiplicarsi degli eventi estremi».

«Siamo di fronte – commenta la più grande associazione agricola europea – alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, che compromettono anche le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne».

Ma i problemi non sono certo “solo” per le campagne. Come ricordano oggi i circoli palermitani di Legambiente «di fronte a un clima che cambia le aspettative non possono che essere di una crescita negli eventi meteorologici estremi con relativi danni gravi e diffusi. Come riporta Il Clima è già cambiato di Legambiente, nel 2019 la nostra città è stata colpita da 12 eventi meteorologici estremi come allagamenti da piogge intense e trombe d’aria, mentre a livello nazionale ci sono stati 157 eventi estremi come nubifragi, frane, siccità e trombe d’aria che hanno causato la morte di 42 persone, 10 in più rispetto all’anno precedente».

La crisi climatica sta dunque esacerbando, anno dopo anno, le già fragili condizioni idrogeologiche nazionali: «Sul territorio italiano – sottolinea nel merito  Antonello Fiore, presidente della Società italiana di geologia ambientale – abbiamo ben 620.000 fenomeni franosi che interessano un’area per complessivi 24.000 chilometri quadrati pari ad oltre il 7,9% del territorio nazionale. Nelle aree a basso rischio idrogeologico-alluvionale vivono 2.062.475 persone, in quelle a rischio medio 6.183.364 abitanti e ben 4,8 milioni vivono in aree allagabili. Anche l’impatto sulla nostra rete viaria e di trasporto è notevole. Su 7000 chilometri di rete autostradale sono oltre 700 i punti critici franosi, sui 16.700 km di rete ferroviaria sono circa 2.000 i punti critici per un totale di ben 7.000 chilometri esposti a rischi idrogeologici. Nel Paese che detiene il più alto numero di siti Patrimonio dell’Umanità, abbiamo 188.565 tesori culturali sparsi sul territorio che sono a rischio idrogeologico».